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Preparazione di farmaci antiblastici, le 3 priorità

Redazione
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Preparazione di farmaci antiblastici, le 3 priorità:

UFA nel rispetto degli standard, selezione e formazione del personale e informatizzazione dei processi.

Gli esperti: «Facciamo rete»

Da un’indagine nazionale di QuintilesIMS* è emerso, dai circa 400 centri ospedalieri che hanno partecipato, un quadro frammentato. Il 30% gestisce internamente la preparazione e manipolazione dei chemioterapici antiblastici in misura e in funzione delle esigenze dei reparti ma in assenza di una strutturale centralizzazione delle attività. Il 45% gestisce i processi all’interno di un’UFA, con elevato livello di centralizzazione di attività e strutture, ma presenta comunque elementi di criticità e margini di miglioramento rispetto all’ideale a cui tendono i presupposti normativi. Il restante 25% si approvvigiona da strutture esterne.

Fare sistema avvalendosi di UFA già esistenti e realizzate con i migliori standard (centralizzazione) o, laddove necessario, dotarsi di UFA, anche grazie a partnership pubblico-private, è la possibile soluzione individuata dai partecipanti ai tavoli, che hanno discusso di altri fattori chiave di miglioramento come la selezione e formazione specifica del personale dedicato e l’informatizzazione dei processi.

 

Mettere in rete le UFA (Unità Farmaci Antiblastici) sul territorio, con la definizione di una soglia minima di preparazioni giornaliere per aumentare gli standard qualitativi e di sicurezza. Promuovere una selezione e formazione più puntuale e mirata allo sviluppo delle competenze degli operatori dedicati alla preparazione dei farmaci chemioterapici, che siano farmacisti, infermieri o tecnici di laboratorio, con l’adozione di strategie volte ad aumentare la motivazione e diminuire elementi di stress, come turnazione e coinvolgimento trasversale all’interno del percorso di cura. Implementare l’informatizzazione della gestione di tutta la filiera della terapia oncologica, dalla prescrizione alla somministrazione, attraverso soluzioni innovative come il bracciale elettronico e con software semplificati e che “dialogano” tra loro. Coinvolgere inoltre proattivamente il paziente nel processo, rendendolo consapevole delle modalità di cura in cui è coinvolto e ascoltandone la voce in quanto possibile segnalatore di eventuali anomalie.

Sono le principali proposte emerse dai tavoli di lavoro organizzati a Milano e Roma da Quintiles IMS*, che, per la prima volta, hanno messo a confronto su questo tema direttori sanitari, farmacisti ospedalieri responsabili di UFA e oncologi per definire le criticità e i punti di miglioramento nella preparazione delle terapie antiblastiche in Italia.

Punto di partenza, i dati di un’ampia indagine nazionale che offre una mappatura delle modalità di preparazione e manipolazione di queste terapie nei Centri oncologici; un tema quanto mai attuale, che fa emergere il forte bisogno di dotarsi di strutture UFA ad alti standard, vista anche la grande accelerazione della ricerca che ha portato allo sviluppo di terapie sempre più complesse, la cui gestione ha bisogno di un alto grado di specializzazione.

Il dato principale che emerge dall’indagine, realizzata da QuintilesIMS* su tutto il territorio nazionale, è che sui 385 centri ospedalieri che hanno collaborato, circa il 30%, prepara farmaci chemioterapici antiblastici in maniera non centralizzata, ovvero gestisce e manipola le preparazioni in assenza di una struttura UFA dedicata.

Una soluzione che potrebbe garantire una maggiore sicurezza e qualità sarebbe quella di creare delle reti anche in funzione dei volumi di somministrazione, affidando la manipolazione e preparazione di chemioterapici antiblastici solo alle UFA accreditate sul territorio che raggiungano, idealmente, una soglia minima di 50 preparazioni giornaliere, attraverso accordi di fornitura tra le diverse Aziende Ospedaliere. Proposta che apre un tema importante anche dal punto di vista economico, per la mancanza di un tariffario condiviso per la manipolazione dei chemioterapici antiblastici. Il Centro deputato ad erogare queste prestazioni anche all’esterno potrebbe quindi esserne penalizzato.

Dall’indagine emerge anche un altro dato significativo: il 45% dei Centri che dichiara di preparare in una struttura dedicata, condivide alcune criticità. Uno dei problemi più diffusi e di maggior rilevanza riguarda l’informatizzazione della gestione dei farmaci chemioterapici antiblastici, che risulta quasi sempre complessa e macchinosa, in gran parte dovuto alla carenza di un sistema informatico integrato. Raramente l’informatizzazione copre tutta la filiera del processo e si evidenzia una disomogeneità dei software utilizzati sia all’interno della stessa struttura (prescrizione, cartella clinica, calcoli, etc.) sia da Centro a Centro (troppi sistemi diversi, considerando che per le cure i pazienti si muovono anche sul territorio). Sarebbe opportuno definire standard tecnici comuni da rispettare, in modo che i sistemi siano in grado di dialogare fra loro e soprattutto di interfacciarsi con i Registri AIFA, riducendo il rischio di errori (potenzialmente dovuto anche alla attuale necessità di trascrivere la medesima prescrizione su più applicativi) e garantendo un risparmio di tempo che potrebbe essere utilizzato per migliorare l’assistenza al paziente.

La realizzazione delle UFA trova oggi un possibile percorso sostenibile attraverso l’avvio di partnership pubblico-privato con aziende esperte nella progettazione, realizzazione e gestione delle UFA. 

Le Unità Farmaci Antiblastici rappresentano una realtà importante nello scenario dell’oncologia nel nostro Paese, con un ruolo chiave legato alla sempre maggiore complessità delle terapie antitumorali, che richiedono un’alta specializzazione e strutture adeguate alla loro manipolazione. C’è ancora molto da fare, come è emerso dai due tavoli di lavoro, per rendere omogenea la situazione a livello nazionale e per sensibilizzare le direzioni generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie sull’importanza dell’investimento che rappresentano le UFA per il Centro di Oncologie e di Onco-Ematologia e per la salute dei pazienti.

* con il supporto incondizionato di Baxter.

Il progetto

Al tavolo di lavoro di Milano hanno partecipato: Ivana Brini, Responsabile s.s. Centro di produzione galenica, Farmacia Ospedale di Legnano, ASST Ovest Milanese; Roberta Di Turi, Direttore Farmacia, ASL Roma 3 (fra cui AO San Giovanni Addolorata); Sergio Fava, Direttore Dipartimento di Oncologia, Azienda Socio Sanitaria Legnano; Vito Ladisa, Direttore Farmacia, INT – Istituto Nazionale Tumori di Milano; Antonio Lazzara, Direttore Sanitario, Azienda Ospedaliero-Universitaria “Policlinico Vittorio Emanuele”, Catania; Patrizia Nardulli, Direttore Farmacia, IRCCS Istituto Tumori Giovanni Paolo II, Bari; Emanuela Omodeo Salè, Direttore Farmacia, IEO – Istituto Europeo di Oncologia, Milano.

 

Al tavolo di lavoro di Roma hanno partecipato: Roberto Bordonaro, Direttore Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Garibaldi, Catania; Andrea Cambieri, Direttore Sanitario, Policlinico Universitario Agostino Gemelli, Roma; Gaetano D’Onofrio, Direttore Sanitario, Azienda Ospedaliero-Universitaria Federico II, Napoli; Roberto Grinta, Direttore Farmacia, ASUR Marche Area Vasta 2, Jesi; Giuseppina Fassari, Farmacista Responsabile UFA, Azienda Ospedaliera Garibaldi, Catania.

QuintilesIMS – Chi siamo

QuintilesIMS è una società leader globale nell’offerta integrata di informazioni e tecnologia per il mondo della salute. Formatasi dalla merger di Quintiles ed IMS Health, la nuova QuintilesIMS conta circa 50.000 dipendenti che operano in più di 100 paesi.

Le aziende che desiderano migliorare gli esiti clinici in real world e ottimizzare le attività in outsourcing sugli studi clinici attraverso metodi nuovi, supporto alle cure e miglioramento dell’accesso possono avvalersi dell’ampia varietà di informazioni sul mondo della salute e delle tecnologie e delle soluzioni di QuintilesIMS per supportare visioni ed approcci innovativi.

QuintilesIMS tratta informazioni mediche che consentono di far avanzare il mondo della salute proteggendo la privacy individuale grazie alle più avanzate tecniche di criptazione. Queste informazioni e capacità di gestione aiutano tutti i protagonisti del mondo healthcare a meglio sviluppare e dare accesso a nuove terapie, a comprendere i bisogni terapeutici e a valutare sicurezza, efficacia e valore dei prodotti per migliorare i sistemi sanitari.

Scopri di più: www.quintilesims.com

 

Milano, 28 luglio 2017 

 

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