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Beata Caterina Morigi da Pallanza

santo del 6 aprile

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Nata a Pallanza nella provincia novarese, intorno la 1437, le sue memori attribuiscono al predicatore francescano Alberto da Sarteano lo sviluppo della sua naturale tendenza alla vita ascetica. Nel 1450 ancora fanciulla si uni ad un gruppo di devote, che conducevano nelle grotte del Sacro Monte di Varese sotto la guida dell'arciprete del santuario mariano, vita eremitica. Dopo vicende non chiare, Caterina insieme ad un gruppo di cinque persone, costituì un gruppo stabile di eremite e con il supporto del Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza nel 1472_72 chiese a Papa Sisto IV il permesso di condurre vita eremitica, all'insegna della preghiera e della penitenza, secondo la regola di sant'Agostino e le costituzioni dell'Ordine abbaziale milanese di Sant'Ambrogio ad Nemus, e, la facoltà di recitare l'Ufficio divino secondo il rito ambrosiano.

Con bolla del 10 novembre 1474 il papa autorizzò l'erezione del monastero secondo i desideri di Caterina e, il 28 settembre 1475, fissati i limiti territoriali d, concesse alle religiose di portare il velo nero come le Clarisse.

La comunità iniziò ufficialmente la sua nuova vita il 10 agosto 1476, quando, emessi i voti e ricevuto il velo, le romite elessero come loro prima badessa la beata Caterina, la quale tenne la carica fino alla morte che avvenne il 6 aprile 1478.

Nella Pentecoste dell'anno 1729, il vescovo di Bobbio, a nome del cardinale Benedetto Odescalchi, arcivescovo di Milano, confermò il culto di Caterina da Pallanza e della sua compagna, Giuliana Puricelli. Le loro reliquie furono traslate nel vicino santuario mariano, in un oratorio costruito in loro onore.

Il 12 settembre 1769, la Sacra Congregazione dei Riti riconobbe il culto delle due beate e il 16 settembre dello stesso anno papa Clemente XIV lo confermò.

La festa liturgica della beata è celebrata il 6 aprile.  

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