La strada per diventare un programmatore è piuttosto lineare visto che non è necessario intraprendere degli studi universitari troppo lunghi per avere la possibilità di proporsi a livello operativo, sia presso un’azienda che in proprio. Il discorso cambia però quando si hanno velleità di eccellere nell’ambito di competenza. In questi casi non basterà più limitarsi a concludere il proprio percorso formativo arrivando a capire come programmare e mettendo su delle basi tecniche di livello attraverso un corso specialistico di alto livello come i bootcamp organizzati da Aulab, delle vere esperienze intensive in cui la teoria si sposa con la pratica. Per puntare al top occorrerà concentrarsi su alcuni aspetti utili ad affinare le proprie capacità e necessari per fare un vero salto di qualità. In alcuni casi si tratta di semplici accorgimenti che però, se messi in pratica, possono fare una grossa differenza. Vediamone alcuni.
1. Non si finisce mai di imparare
L’errore che molti bravi coder fanno è quello di sentirsi arrivati a livello di conoscenze settoriali. Si tratta di un approccio che alcuni potrebbero interpretare come arrogante e spavaldo e che, rimanendo nell’ambito degli effetti diretti sulla carriera del singolo, produce una chiusura verso l’aggiornamento costante e quel percorso teso a migliorare le proprie capacità. Il “so quello che faccio”, nella programmazione, non porta da nessuna parte.
2. Un codice che funziona non è un punto d’arrivo
L'obiettivo di uno sviluppatore è ovviamente quello di scrivere codici di qualità che possono essere usati in software importanti. Ma fermarsi troppo davanti allo specchio per bearsi di quello che si è stati in grado di creare non solo non ha alcun tipo di effetto positivo agli occhi di chi deve valutare il nostro lavoro, ma crea allo stesso tempo una sorta di meccanismo perverso che non permette di migliorare le proprie performance. Non esistono lavori perfetti, ergo, tutto è migliorabile, e questa attitudine deve accompagnare e animare l’impegno del programmatore.
3. Scrivere dei codici una volta sola non basta
Un coder capace è in grado di creare dei software che funzionano; quello che ha qualità superiori alla media sarà in grado di arrivare a prodotti eccellenti, sia in termini di funzionamento, che di longevità e affidabilità. Per arrivare a questo tipo di risultati non basta scrivere i codici una sola volta, ma solitamente servono tre passaggi per ottenere una qualità più elevata.
La prima scrittura serve a provare che la soluzione pensata è fattibile; la seconda server per mettere in pratica il progetto; la terza è necessaria per affinare il tutto e per raggiungere il massimo della resa. Dietro a delle performance che sembrano create da menti illuminate, ci sono spesso capacità fuori dal comune, ma accompagnate da un lavoro sistematico che tiene in considerazione ogni singolo dettaglio.
4. I codici altrui come stimolo per alzare l’asticella
Il soffermarsi sulla lettura del lavoro degli altri permette in primo luogo di vedere come un certo tipo di problema è stato affrontato, ma dev’essere soprattutto uno sprone per riuscire a far meglio. I programmatori senza ambizioni di limiteranno a usare quei lavori come base per i propri, in un esercizio di riciclo che è ovviamente comodo, ma che non porterà ad alcun tipo di crescita. Il coder più ambizioso estrapolerà la tecnica usata per provare a migliorarla durante lavori futuri.
Come non basta leggere degli ottimi libri per diventare grandi scrittori, allo stesso tempo passare tanto tempo a leggere codici non è detto che riesca a produrre effetti positivi sulle capacità del programmatore. Accettare ciecamente il lavoro degli altri, evitando di approcciarlo in maniera critica, può avere effetti devastanti sulla preparazione dello sviluppatore, facendo entrare suo malgrado in quella catena di copia-incolla che spesso va alimentare una vera e propria fabbrica di bug ed errori che si diffondono a macchia d’olio.