Freddie Mercury, leader, frontman e performer dei Queen, si spense il 24 novembre 1991, a soli quarantacinque anni. Tecnicamente ucciso da una broncopolmonite, la causa ultima del suo decesso fu l’Aids. Gli ultimi affannosi respiri li esalò nel suo letto, nella casa di Kensington a Londra, sotto il potente effetto della morfina. Accanto a lui il fidanzato Jim Hutton.
Il giorno prima, il 23 novembre, il suo manager Jim Beach diffuse un comunicato stampa a nome di Freddie: “Sono Freddie Mercury: a seguito delle congetture emerse sulla stampa nelle scorse due settimane, desidero confermare che sono sieropositivo e ho l’Aids. Ho tenuto questa informazione riservata per proteggere le persone che mi circondano”.
Nel giro di ventiquattr’ore, doppio shock per il suo pubblico: prima l’annuncio delle sue gravi condizioni di salute e poi la sua morte.
Hutton, in seguito, rivelò che Mercury sapeva di essere malato sin dal 1987. Negli anni successivi all’esplosione della sua malattia, sospese l’attività concertistica e si dedicò solo alle registrazioni in studio.