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I provvedimenti anacronistici per il gioco che ora devono essere cambiati

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“Un gioco buono per il territorio”: frase che potrebbe essere ripetuta come un mantra per far comprendere cosa si potrebbe fare per far ritornare il settore ed i casino online consigliati, non indietro di 13 anni quando lo stesso era in mano ai videopoker gestiti dalla criminalità organizzata, ma ad essere un settore di interesse economico per il nostro Paese e che potrebbe di conseguenza contribuire, come peraltro ha già sostanziosamente fatto negli ultimi anni, all'occupazione di tante risorse, alla progettazione di prodotti innovativi, alla “costruzione” di nuove professioni attinenti il settore ludico che sino a qualche tempo fa non si pensava neppure lontanamente potessero esistere. Senza dimenticare il contributo che il settore ludico ha “prodotto” per l'Erario!

Oggi, bisogna rendersi conto, e la Regione Liguria in testa lo sta facendo, che tutti i provvedimenti messi in atto con i vari Regolamenti Regionali sono diventati anacronistici di fronte ad una realtà di territorio che sta scivolando in una deriva pericolosa, viste le centinaia di imprese di gioco che saranno costrette a chiudere ed a licenziare le proprie risorse. Forse, il fenomeno del gioco va affrontato in modo diverso e l'Esecutivo deve rendersene conto. Forse, dovrà anche “fare la voce grossa” e prendere le iniziative del caso senza avere paura di avere “contro le Regioni e gli Enti Locali”. Forse i cittadini, il territorio, le imprese di gioco, i giocatori questo dallo Stato se lo aspettano ed, anche, se lo meritano: non si può più aspettare.

Certamente, in primo luogo si dovranno attuare incontri con le associazioni e gli addetti ai lavori per supportare le scelte che dovrà prendere l'Esecutivo (od in Conferenza Unificata) con dati scientifici, trasparenti e precisi per limitare e prevenire gli impatti negativi che, in alcuni casi, l'abuso del gioco può provocare. Tutti uniti si potrà certamente arrivare a far cambiare l'orientamento abolizionista che tra pochi mesi si abbatterà sulle aziende, sui bar, sui tabaccai, sulle sale bingo, sulle sale scommesse e quelle Vlt. Il gioco pubblico, e quindi il gioco lecito, avrà “vita veramente breve” se non verranno messi a fine tutti quei provvedimenti che non stanno facendo altro che “spingere” i giocatori verso l'illegalità e verso le poche certezze che i punti di gioco illeciti possono “offrire”.

Dopo tante battaglie che lo Stato ed il mondo del gioco insieme ai migliori casino hanno sopportato in quest'ultimo decennio sarebbe assurdo riconsegnare il mercato alla criminalità che non ha mai cessato di esistere ed è certamente più che disponibile ad accogliere quella parte di giocatori che lo ricerca. E questo sarà esclusivamente colpa dell'Esecutivo, delle Regioni e degli Enti Locali che con le loro limitazioni spingeranno il gioco verso derive illecite. Senza dimenticare quanto questo “percorso illegale” possa nuocere alla tutela della salute pubblica e alla salvaguardia dell'italico territorio.

Una riduzione dell'offerta di gioco è ormai irrinunciabile: ci sono troppe slot? È senza dubbio vero: basterebbe forse tornare al vecchio contingentamento ed almeno ridurre il numero massimo di apparecchiature nei pubblici esercizi sino ad arrivare a 3 o 4 al massimo, dimezzando addirittura il potenziale installabile che, attualmente, è di 8. As.Tro, come associazione che tutela gli operatori del gioco, questo percorso lo sta suggerendo da anni: senza penalizzare alcun esercizio né bar né tabaccai. Sarebbe un buon inizio, ma da qualche parte bisognerebbe pure iniziare!

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