Mercoledì 3 aprile 2019, ore 19 presso l'Hangar Bicocca (Via Chiese 2, Milano) ci sarà l'inaugurazione della mostra "Remains" di Sheela Gowda. L'apertura al pubblico (ingresso è gratuito) sarà dal 4 aprile al 15 settembre 2019 con i seguenti orari: dal giovedì alla domenica dalle ore 10 alle 22.
Sheela Gowda (Bhadravati, Karnataka, India, 1957; vive e lavora a Bangalore) è considerata una delle maggiori esponenti dell’arte contemporanea in India. “Remains” è la prima grande mostra personale di Sheela Gowda in Italia e rappresenta un’opportunità unica per scoprire un’ampia selezione di opere realizzate dall’artista dal 1996 a oggi, tra cui installazioni e sculture site-specific oltre a stampe e acquerelli, esposte insieme a una nuova produzione realizzata appositamente per gli spazi delle Navate di Pirelli HangarBicocca.
Da sempre Sheela Gowda sviluppa la sua pratica attraverso un intenso dialogo e scambio tra le tradizioni artistiche locali e le forme d’arte internazionali. Formatasi in un contesto accademico in cui approfondisce la tradizione modernista indiana attraverso una rilettura in chiave contemporanea dell’arte classica locale, a metà degli anni Ottanta prosegue gli studi al Royal College of Art di Londra. Ed è con il ritorno in India che nella sua pratica ha inizio la transizione dallo spazio pittorico a quello tridimensionale, integrando gradualmente nelle sue opere materiali inconsueti – come capelli, incenso, pigmenti e resti organici – e adottando una modalità operativa che combina un approccio delicato ed effimero con un’attenzione verso la dimensione più concreta del processo creativo.
Il progetto espositivo in Pirelli HangarBicocca sottolinea la poetica e il significato politico dell’opera di Sheela Gowda, la cui pratica scaturisce da uno sguardo ricettivo e approfondito sul mondo, e dalla consapevolezza del valore simbolico e comunicativo degli oggetti e dei materiali di scarto.
Elemento centrale della sua pratica è anche la dimensione della liturgia, un rituale di trasformazione legato a un processo marcatamente performativo di manipolazione della materia e di confronto e relazione con questa. Attraverso la sua opera, Sheela Gowda ridefinisce l’idea di pathos in senso ampio, in un’indagine che ha a che fare con i sentimenti e l’affetto, la condizione relazionale tra gli oggetti, la loro raison d’être e la loro stessa natura: un “momento di incontro” che non va inteso come spazio temporale, ma come una forza capace di unire un insieme di circostanze.