Jukka Reverberi, Corrado Nuccini, Luca Di Mira, Emanuele Reverberi, Mirko Venturelli e Lorenzo Cattalani sono i Giardini di Mirò ed hanno suonato ieri sera al Circolo Magnolia di Segrate. È stato un evento speciale perchè il sestetto reggiano ha suonato il disco più bello che festeggia quest'anno i suoi 15 anni di vita: "Rise and fall of academic drifting".
Non si è tattata di un'operazione nostalgia perchè i Giardini di Mirò di oggi non sono quelli di 15 anni, c'è stato molto altro in mezzo (dischi, side-projects, cambi di formazione, nuove influenze). La scelta di riproporre questa gemma preziosa, che brillava 15 anni fa in un panorama indie italiano caratterizzato da tante altre belle realtà , ha riscosso un grande interesse tra i fans che hanno affollato ieri sera il locale ai bordi dell'Idroscalo.
La scaletta è pressochè blindata perchè ripropone gli 8 brani del disco. Si parte con le atmosfere soft (sottolineate da un violino ispiratissimo e linee melodiche delle chitarre quasi sfiorate) di "Penguin serenade", The beauty tape rider" e "Little victories". Molto suggestiva ed emozionale è stata l'esecuzione di "Pet life saver", uno dei pochi brani cantati del disco. L'atmosfera inizialmente delicata cede il passo a una parte strumentale più ferrea e deflagrante; è un pò l'emblema del post-rock.
Si approda ad atmosfere più rock, più intense e soprattutto più noise con i brani "Trompso is Ok" e "A New start" (con una spettacolare coda strumentale in cui si mescolano alla perfezione suoni e luci che hanno esaltato il pubblico).I sei sul palco concedono il bis con due brani bellissimi e chiudono con una bellissima versione di "Blood red bird" con cori finali ed un romanticissimo accenno de "Il cielo in una stanza".
I Giardini di Mirò sono una realtà stupenda e preziosa della musica italiana. Hanno sempre suonato materiale interessante, hanno avuto la capacità e l'intelligenza di cambiare per non essere mai uguali a sè stessi, mantenendo un sound riconoscibile ed un'originalità sopraffina. Una sconfinata certezza.