Dal PD di Sesto riceviamo e pubblichiamo:
Martedi sera in Consiglio comunale è stata bocciata la manifestazione di intenti presentata dal Movimento Cinque stelle e accolta da tutta l'opposizione che chiedeva la cittadinanza onoraria alla Senatrice Liliana Segre, ex deportata a 13 anni nel campo di sterminio di Auschwitz.
Le motivazioni del Sindaco, per altro unico interlocutore poiché i banchi dei Consiglieri di maggioranza hanno taciuto all'unisono, sono che "Liliana Segre non ha a che fare con la storia della nostra città e darLe la cittadinanza sarebbe svilente per lei perché è una strumentalizzazione politica".
Come non ricordare che anche l'Istituto Cervi non ha più ricevuto il contributo annuale a sostegno delle sue attività perchè "estraneo alla storia della nostra città " anche se incredibilmente Casapound ha ricevuto in affitto un luogo della nostra città .
Il Sindaco ieri sera in Consiglio Comunale aggiunge poi la chicca "La inviterò personalmente il 27 gennaio".
Non vi è stata dunque nessun confronto con i consiglieri di maggioranza: il Sindaco ha imposto la "sua linea" anche a suon di strafalcioni. E i consiglieri hanno accettato di buon grado forse perchè è più facile mettere un dito su un bottone per votare contro che la propria faccia in una discussione.
Asserire che Liliana Segre non ha alcun legame con Sesto San Giovanni è ridicolo.
La Senatrice è iscritta all'Aned associazione degli ex deportati attiva sul nostro territorio dagli anni Cinquanta e organizzatrice ogni anno di un partecipatissimo viaggio nei lager con la partecipazione dell'Istituzione e del labaro comunale insieme a molti istituti scolastici e cittadini.
La nostra città è stata insignita orgogliosamente della Medaglia d'Oro alla Resistenza e che la Resistenza non abbia nulla a che fare con la deportazione e con la dittatura nazifascista che imprigionò la Senatrice a Auschwitz è un azzardo troppo ardito anche per il nostro Sindaco.
Per ultimo Sesto San Giovanni sino ad ora è sempre stata solidale nei confronti di chiunque subisca discriminazione, aggressioni e insulti violenti. E questo ha molto a che fare con l'idea di di inclusione, di confronto e di pace che ha caratterizzato la nostra comunità cittadina.
A questo punto ci viene quasi da dire "Senatrice, dovessero invitarla, lasci perdere. Il Sindaco Roberto Di Stefano dice che qui lei è un'estranea"
Pensare che noi del Partito Democratico credevamo che, famosa in tutto il mondo, lei fosse una delle madri della nostra costituzione.
Gruppo Consiliare Partito Democratico
Sesto S. Giovanni