Da Monica Chittò per Sesto riceviamo e pubblichiamo:
Quando si perde, e io insieme a tutto il centro sinistra sestese abbiamo perso le ultime elezioni amministrative a Sesto, si è consapevoli che chi verrà dopo immancabilmente scaricherà su chi c’era prima le difficoltà da affrontare e si approprierà di quanto di buono avrà ereditato.
La discussione sul bilancio preventivo 2018 del nostro Comune, recentemente approvato in Consiglio Comunale, ne è la prova.
Dico subito qual è il mio giudizio su questo bilancio: generico, chiaro solo nel taglio ai settori del sociale e dell’educazione, senza che ci sia stato detto dove questi tagli ricadranno: sui disabili? sugli anziani? sui bambini? (ce lo diranno poi, o meglio non lo diranno affatto e se ne accorgeranno le persone che di quei servizi usufruivano rimanendo sole nel gestire il proprio bisogno).
Il leitmotiv insistente della discussione pubblica è stato il presunto buco di bilancio che, a seguito di una smentita pubblica del Segretario Comunale, si è spostato poi sullo sbilancio di cassa. Il sindaco sulla sua pagina facebook scrive addirittura di “scandali legati alle scelte assurde fatte dalla vecchia amministrazione”.
A questo punto ritengo doveroso qualche chiarimento per le amiche e per gli amici che mi seguono e per la cittadinanza.
Quali le nostre scelte nei 5 anni in cui abbiamo governato?
Mantenere la tassazione di lavoratori e pensionati (IRPEF comunale) più bassa rispetto alla maggioranza dei comuni della Città Metropolitana; azzerare la tassazione locale per le imprese virtuose che portano lavoro; agevolare il commercio di vicinato e gli affitti a canone convenzionato abbassando l'IMU al minimo. Per essere ancora più chiari se avessimo collocato l’addizionale IRPEF e l’IMU sul commercio al massimo, avremmo recuperato 3,3 milioni di euro annui, colpendo però nella carne viva la cittadinanza.
Ridurre le spese di struttura del Comune, riorganizzando il personale, valorizzando le competenze, razionalizzando il turn over: 3 milioni di risparmio senza umiliare i lavoratori come invece ha fatto l’attuale Amministrazione che senza alcuna giustificazione ha tolto una parte del premio di produttività (in proporzione maggiore a coloro che guadagnano di meno).
Lotta ai furbi: riduzione della morosità della mensa scolastica, sfratti agli inquilini delle case comunali che non pagavano pur potendolo fare, innovazione nei metodi di lotta all'evasione e nelle modalità di pagamento e riscossione.
Oltre 15 milioni di investimenti sulle scuole in prevenzione, sicurezza, digitalizzazione e decoro.
Zero tagli ai servizi, zero aumenti di tariffe nel sociale e nell'educazione.
Le spese correnti si sono mantenute sostanzialmente stabili, persino in lieve calo, grazie ad alcune economie e alla riduzione della spesa per il personale: si spendevano 72,8 milioni nel 2011, se ne sono spesi 72 nel 2016.
Scelte politiche coerenti con un’idea di città forte, solidale e che vuole tenere unita la propria comunità.
Per valutare queste scelte, occorre guardare l’andamento delle entrate e delle uscite di questi anni e, ovviamente, il contesto in cui abbiamo governato.
Come abbiamo più volte affermato in questi ultimi anni, i Comuni sono stati straordinariamente colpiti dai tagli di tutti i Governi che si sono avvicendati. Numeri alla mano, nel 2011 a Sesto arrivavano dallo Stato 19,2 milioni di euro.
Le voci principali della tassazione locale (l’IMU che ha sostituito l’ICI, la TASI per alcuni anni, il maggior gettito dell’addizionale IRPEF che non abbiamo mai aumentando mantenendo l’aliquota precedente) non hanno compensato i tagli dello Stato. Le entrate accertate si sono globalmente ridotte di 4,1 milioni.
Nel 2016 ci è arrivata solo la copertura di parte della TASI e i trasferimenti correnti sono andati "sottozero": infatti le parti negli anni si sono invertite e il Comune di Sesto è diventato finanziatore dello Stato per circa 1 milione di euro.
Nel frattempo era in corso la crisi peggiore dal dopoguerra a oggi.
Gli oneri di urbanizzazione (entrate in conto capitale, ma per legge in buona parte utilizzabili anche per spesa corrente) sono passati dai 2,1 milioni di euro del 2011 ai 320.000 euro del 2016 (sì avete letto bene, 320.000 euro!): una prova evidente fino alla brutalità delle conseguenze della crisi economica e quindi un ulteriore problema per il bilancio comunale.
Qualcuno pensa che si potessero tagliare 4,1 milioni di spesa corrente senza colpire in modo duro gli interventi educativi e sociali per la cittadinanza? Questo sarebbe stato il vero scandalo. Per noi, ovviamente.
Quando dicevamo le stesse cose negli anni passati, dall’opposizione che si trova ora al governo, ci dicevano che i soldi c’erano, bastava tagliare i servizi. Vero, basta tagliare i servizi. Detto fatto! E lo hanno fatto ma non per affrontare la questione della cassa ma per interventi sulle strade e sul verde a discapito dei servizi sociali e di quelli educativi.
Questa situazione ha, ovviamente, generato problemi di gestione della cassa, una situazione simile a molti comuni che offrono ai propri cittadini molti servizi pubblici. Nei primi mesi dell’anno questa situazione è più pesante perché sia le tasse locali sia i trasferimenti locali entrano dalla tarda primavera in poi.
Prova del fatto che questa è propaganda sta in due considerazioni:
1. questo bilancio non spenderà di meno dei precedenti
2. nelle scelte dell’attuale amministrazione non c'è nessun impegno serio per il contrasto alla morosità e all'evasione (ed è su questo che invece bisogna continuare a lavorare se si vogliono migliorare i flussi di cassa).
Una considerazione finale in merito ad alcune affermazioni del Sindaco rilasciate su Lettera 43 dove dice: “Dietro la falsa riga dell'integrazione si è sviluppato un sistema di clientelismo. Un tempo favoriva i meridionali, oggi gli stranieri… Al posto di lavoro seguiva la casa popolare e poi i contributi. Di fatto gli abitanti di Sesto erano a libro paga delle istituzioni. Ecco spiegato il modello della Stalingrado d'Italia”. Si parla di clientelismo, avete letto bene, affermazioni molto gravi e se il Sindaco ha le prove di quello che afferma agisca di conseguenza.
Chi non ha argomenti politici per giustificare le scelte che fa non riuscendo a difenderle diffama. Ormai questa è diventata la cifra politica di questa amministrazione.
Sarebbe più onesto dire, così come dichiarato da qualche consigliere di maggioranza in Consiglio Comunale, che abbiamo un’idea di città diversa sulla base della quale si fanno scelte diverse.
Scelte diverse, sì. Una diversa idea di comunità, sì. Una diversa idea di città sì.
La propaganda e la diffamazione hanno un limite, ed è dato dal tempo che scorre. Non tornerò più sull’argomento, perché non sarebbe credibile continuare all’infinito dire che è colpa di quelli che c’erano prima. Tra poco sarà un anno da quando la nuova Giunta si è insediata. E prima di loro a questo punto ci sono solo loro.
Monica Chittò