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ANTONIO SICILIANO SI RACCONTA…

LA SUA PASSIONE, IL SUO CORAGGIO E LA SUA DETERMINAZIONE HANNO DATO VITA ALLA MANIFESTAZIONE CANORA “UNA VOCE PER SESTO”

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ANTONIO SICILIANO SI RACCONTA...

Il 14 maggio 2016 alle ore 20.45, presso Spazio Arte, verrà presentata la finalissima di “Una voce per Sesto”, la manifestazione canora (ad ingresso libero), che anno dopo anno, ha proposto giovani promesse ed esaltato talenti canori giunta alla sua settima edizione. La passione di Antonio Siciliano unita alla collaborazione del suo Staff, hanno permesso il crescere di questa manifestazione canora sestese. 

Incuriositi ed affascinati, abbiamo chiesto ad Antonio di raccontarsi, e lui ci ha aperto la porta del suo mondo, raccontandosi…
Un tuffo nel passato e ci ritroviamo quando all’età di 35 anni decide di abbandonare il campo della progettazione di catene di montaggio (che gli garantiva sicurezza e stabilità) per dedicarsi alla musica, allo spettacolo e all’arte.
Sette anni fa, nasce l’idea di “Una voce per Sesto” (aiutata anche dall’aggiudicazione delle sale prova), per poter fornire uno strumento reale per i ragazzi con la voglia ed il desiderio di comunicare la loro passione per la musica.

- Come definiresti il rapporto tra Sesto San Giovanni e la musica?

- Sesto è una città dove c'è molto fermento, ma nella vita non ha molta importanza ciò che fai, ma come lo fai, e come racconti la tua storia. Bisogna saperle raccontare le proprie emozioni. A Sesto ho appurato un certo tipo di rapporto con la musica: l'80% dei sestesi non vorrebbe entrare in competizione e non vorrebbe fare le selezioni. La richiesta tipica è quella di andare sul palco e cantare senza essere in gara. Quest'anno abbiamo investito molto: abbiamo preso tre pagine di quotidiani della città per pubblicizzare al meglio la manifestazione, per poi ritrovarci all'iscrizione solo sei sestesi (di cui tre dell'anno scorso). Non nego che c'è stata un po’ di delusione. È come se avessimo pubblicizzato di vendere a Sesto delle mele e forse a Sesto le mele non piacciono. Nelle prime edizioni, fin quando l'ambito era legato ai quartieri, la partecipazione dei sestesi era alta, poi piano piano è scemata, forse proprio perché c'è il timore per la gara, ma purtroppo il diventare famoso è una competizione in cui devi saper gestire la tua arte e la tua passione.
“Una Voce per Sesto” vuole essere uno strumento, una palestra per capire come funziona. Non a caso viene anche organizzato un workshop di presenza scenica.

- Come vivete questo progressivo "indietreggiamento" dei giovani talenti sestesi verso la manifestazione?

- Il nostro è un sentimento di rabbia, ovvero quella spinta per affrontare tutto; se dentro non hai questo spirito, poi demordi e finisce tutto. Se non hai stimoli, lasci morire tutto.

- Torniamo al discorso sul workshop. Di cosa si tratta nello specifico?

- Noi non vogliamo far concorrenza a Sanremo (che ha i suoi costi legati alla quota di iscrizione per il concorso, workshop), noi chiediamo 8 euro di iscrizione (simboliche) e desideriamo dare una preparazione per essere pronti a salire sul palco. Ci prendiamo cura di far venir fuori il talento di ognuno, di coltivarlo e di valorizzarlo (senza contare il valore economico). È ovvio che noi non siamo il festival di Sanremo, quindi è tutto rapportato alle nostre potenzialità, ma cerchiamo di dare tutti gli elementi e tutti gli strumenti possibili. Il cantante deve sapere che non è un gioco, ma è un impegno e come tutti gli impegni ha i suoi sacrifici.

- Come si è evoluta “UNA VOCE PER SESTO” dagli inizi?

- La prima edizione nacque con l'idea di dare un palco ai sestesi, uno spettacolo alla città di Sesto San Giovanni. Poi, sin da subito, ci siamo trovati con persone di Cinisello che si volevano iscrivere. Così ci siamo domandati: Perché negargli la partecipazione? E così abbiamo esteso il raggio di interesse. I primi tre anni la manifestazione era finanziata dai quartieri, e ci sono stati diversi compromessi.
L'accordo era che dal quarto anno in poi, saremmo andati avanti noi in autonomia. Ci abbiamo creduto, ed abbiamo proseguito il progetto con coraggio e con la consapevolezza della necessità di fondi per metter su tutta la manifestazione, perché con le risorse dell'associazione non riuscivamo a coprire tutte le spese.
Comunque la risposta è stata positiva. Oggi gli sponsor ci sostengono e siamo riusciti per l'edizione di quest'anno ad acquistare anche il software relativo al voto, tramite sms, e ciò aggiunge una possibilità di giudizio ulteriore rispetto agli anni scorsi.
Poi è nata l'idea di una giuria di giornalisti, perché crediamo che il successo arrivi anche da “quante persone ti conoscono”, “quanta gente sa che tu esisti”. Non puoi quindi non invitare la stampa  locale e nazionale.
E quest'anno infatti ci saranno diversi giornalisti presenti.

- La "giuria di qualità". Chi ha scelto chi mandare in finale?

- Con la nostra faccia tosta siamo riusciti a portare sempre artisti che hanno saputo espletare il ruolo di giudici ed hanno sempre fatto il loro lavoro in maniera esemplare. Una cosa a cui tenevamo molto, era differenziare la giuria delle selezioni, con quella della finale, e soprattutto che ogni anno cambi. Questo è un esempio di democrazia.
Vogliamo che per i 16 ragazzi in gara sia una competizione, e che per la città sestese, sia uno spettacolo affascinante da non perdere di anno in anno.

- Nella fase precedente alla finale, avete saggiato un'evoluzione dei ragazzi?

- Abbiamo notato che le donne sono quelle che studiano di più, hanno più costanza, sono più aggressive, competitive e hanno disponibilità a mettersi in gioco. Gli uomini tendono a fare un po’ più fatica a esporsi e a mettersi in discussione. Inoltre siamo in Italia e siamo legati ancora a un'immagine di artista "un po’ meno maschio" e quindi c'è meno richiesta; anche se poi discograficamente non è così. 
Nel nostro caso c'è competizione, ma poi si crea il gruppo. Il workshop sortisce un effetto magico ed è un continuo stimolarsi a vicenda, nascono collaborazioni e si crea un bell'affiatamento. Insomma, nasce un clima positivo che giova a tutti.
Negli anni passati, i nostri podi sono stati quasi sempre "rosa", ci sono stati terzi posti di uomini, ma non ha mai vinto un uomo. Però, nella storia di “Una voce per Sesto” c'è anche chi ha partecipato senza vincere e poi si è iscritto ad esempio a “Umbria Jazz” e da lì poi qualcuno è anche andato a studiare musica all'estero.
Negli anni scorsi abbiamo avuto partecipanti provenienti da Reggio Calabria e Svizzera; nelle selezioni hanno partecipato ragazzi di origini africane, filippine, ed anche un ragazzo cinese.

- Che tipo di proposta musicale ci sarà durante la finale?

- Ci sarà un po’ di tutto. Prevalentemente ci sarà un pop molto variegato, non solo pop recente, ma anche vintage. Il livello qualitativo si è alzato molto negli anni. Oggi si fa molta più fatica a scegliere il vincitore, perché sono tutte voci molto particolari. 

- Come percepite il tessuto commerciale della città?

- Vedere che altre realtà ci snobbano, ci fa pensare al “Non amore per la propria città”. In passato noi abbiamo sostenuto ad esempio, il “centenario della Pro Sesto”, perché nonostante siamo di due ambiti diversi, ci tenevamo a dare il nostro apporto a una realtà cittadina importante. Sono i nostri Sponsor a sostenerci!
Ci tengo a sottolineare che le “Grosse aziende” della città dovrebbero investire nelle iniziative che riguardano Sesto. Ognuna dovrebbe dare il proprio contributo (naturalmente rapportato alle proprie possibilità), per supportare eventi e manifestazioni che servono a far crescere la nostra cittadina. Dovrebbe essere una sorta di dovere civico da parte soprattutto delle grandi aziende.

- Come immaginate “Una voce per Sesto” tra dieci anni?

- Una manifestazione allargata, ma dedicata sempre ad un livello amatoriale di cantanti, non cerchiamo professionisti. Resta lo spirito di ricerca e scoperta di nuovi talenti, magari con elementi qualitativi sempre migliori. In futuro vorremmo poter dare dei premi economicamente molto più significativi, serve molto più coraggio da parte degli sponsor, e vorremmo poter allestire un palco sempre più bello. Ci piacerebbe migliorare rimanendo uno strumento di aiuto alla crescita e non di sfruttare chi è già a livelli professionistici.


La Redazione di SestoDailyNews ringrazia e saluta Antonio Siciliano, Manuela Sturaro e Alessandra Maroccolo per l’accoglienza e la disponibilità. Insieme a loro ringraziamo gli Sponsor ed invitiamo la cittadinanza sestese a partecipare alla finalissima del 14 maggio “Una voce per Sesto” alle ore 20.45 presso Spazio Arte.


Per maggiori info:http://www.unavocepersesto.it/

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