Etciù Etciù...quando il “nemico” ti danza sul naso
Allergia alle graminacee
Dopo le piogge di questi ultimi giorni, ecco riapparire nel cielo della nostra città, il sole che illumina la tanto attesa primavera! Una delle stagioni più belle dell’anno, dove la natura rinasce e riprende forma e colore, viene però vissuta con preoccupazione da chi manifesta i sintomi dell’allergia come raffreddore, lacrimazione oculare, tosse secca e stizzosa, fino al respiro sibilante e all’asma bronchiale.
Ma, che cos’è l’allergia? E’ in realtà, un’eccessiva risposta del sistema immunitario che si difende da alcune sostanze, di per sé innocue per la salute, come i pollini, normalmente presenti nell’ambiente e in natura, riconoscendoli come “nemici da combattere”.
In primavera, vi è una fioritura generalizzata di piante, con un conseguente aumento della concentrazione pollinica nell’aria, che viene trasportata dal vento anche molto lontano; tra questa, vi sono i pollini delle graminacee, piante erbacee presenti un po' ovunque, nei prati e nei giardini anche della nostra città.
Proprio l’allergia alle graminacee è la più diffusa in Italia, e si manifesta nel periodo da metà aprile fino a fine giugno; il polline di questa pianta è formato da un piccolo e invisibile granulo di diametro intorno a 25 micron, che si può fermare facilmente a livello del naso e delle prime vie aeree, favorendo così nei soggetti sensibilizzati lo scatenarsi di fastidiosi sintomi, come occhi arrossati, lacrimazione e raffreddore.
Se invece il polline giunge nelle vie aeree inferiori, può scatenare l’asma bronchiale, che si manifesta con una improvvisa mancanza d’aria, e un’espirazione tipica simile ad un fischio. Ciò è dovuto al restringimento dei bronchi e delle piccole vie aeree, che è provocato da uno spasmo della muscolatura liscia, dall’ infiammazione delle vie respiratorie e da edema della mucosa, che determina aumento delle secrezioni bronchiali.
L’attacco d’asma viene vissuto dal paziente, come una sorta di soffocamento che lo porta a lottare per avere aria, respirando faticosamente, specialmente nell’espirazione, perché i polmoni pieni d’aria, fanno fatica ad espellerla, a causa del restringimento improvviso delle piccole vie aeree.
Ma come possiamo aiutare la persona allergica?
Niente paura, i rimedi ci sono e se utilizzati per tempo, possono permettere ai pazienti di affrontare in maniera serena, questo periodo dell’anno e di riappacificarsi con quella che spesso viene chiamata, in modo un po’ provocatorio, “maledetta” primavera.
Innanzitutto è importante affidarsi a un medico specialista, come un pneumologo o un allergologo, ed eseguire la spirometria che valuta la qualità della respirazione, poi i test allergologici, come i test cutanei per gli allergeni inalanti o Prick Test, e quando necessario quelli più approfonditi, tra cui il Rast Test.
Una volta che viene posta la diagnosi, è necessario fare una terapia farmacologica specifica, con antistaminici e spray inalatori per le vie aeree per controllare i sintomi. Per ottenere un maggior risultato dalla terapia è importante anche non incoraggiare l’allergico nelle sue strategie difensive, e non spingerlo, ove possibile, a evitare la causa della sua sintomatologia; sottrarsi all’ambiente o all’allergene, altro non fa che indebolirlo e renderlo più fragile.
La persona allergica deve imparare a reintegrarsi nell’ambiente, non vedendolo distante da se stesso, ma come parte in cui egli vive, in questo modo può fermare quella che viene chiamata la “marcia allergica”, cioè il peggioramento della malattia; ed è proprio così, se le allergie non vengono curate, con il tempo peggiorano e sintomi lievi, ma fastidiosi come la rinite, possono trasformarsi in situazioni ben peggiori fino ad arrivare all’asma bronchiale.
Alcuni studi scientifici hanno infatti dimostrato che la presenza di raffreddore allergico nell’infanzia, aumenta fino a sette volte il rischio di sviluppare asma in età adulta. E’ necessario perciò ricordare all’allergico che gli allergeni “non sono dei nemici”, perché vivono normalmente nel nostro ambiente e non creano nessun problema, fortunatamente alla maggior parte delle persone.
L’allergene delle graminacee per esempio, visto che è presente nel periodo primaverile, può essere anche considerato in modo più ampio, l’espressione di vitalità, di amore e fertilità; la natura infatti in questo periodo dell’anno si mostra nella sua forma più vitale.
Ci sono alcune persone però, che hanno dei timori per questa vitalità che preme per manifestarsi, perché spesso in maniera inconscia, quindi senza accorgersene, hanno un atteggiamento di chiusura nei confronti della vita che cambia, nasce e si trasforma.
L’ideale di alcuni allergici, è un ambiente non fertile, non fruttificante, quasi sterile, dove la vita viene identificata e idealizzata come priva di impulsi e di aggressività; una condizione che quasi non può essere chiamata vita.
Non stupisce quindi, che l’allergia in certi casi possa aumentare fino a creare pericolosi momenti, in cui il corpo lotta e alla fine può perfino soccombere; questi attacchi sono infatti pericolosi per il malato, perché lo portano in situazioni che non riesce più a controllare.
Ci sono, poi, alcuni asmatici che non hanno mai imparato ad articolare adeguatamente la loro aggressività a livello verbale; vorrebbero prendere aria, hanno la sensazione di scoppiare, ma ogni possibilità di articolare in grida o improperi la loro aggressività, resta nascosta nei polmoni.
In qualche modo, queste manifestazioni aggressive, nel tempo regrediscono sul piano fisico e si manifestano sotto forma di tosse ed espettorazione; pensiamo per esempio all’espressione “sputare in faccia a qualcuno”, che dimostra la volontà di esprimere qualche cosa, che non riesce ad essere detta.
Cosa può aiutarli? Consapevolezza e onestà verso se stessi. Una volta che uno si è confessato le proprie paure, bisogna che cominci a non evitare più, ciò che gliele suscita, ma al contrario le cerchi, affinché le possa superare integrandole.
Come si muove l’attività del paziente, nel modo in cui va incontro al momento dell’allergia, così si muove l’allergene, e visto che nel mondo c’è posto per tutti, è necessario che alcuni allergici accettino di convivere con i loro allergeni. Eseguire la terapia medica ed avere maggiore consapevolezza della propria malattia, possono portare a migliorare la qualità di vita, di alcuni allergici, in modo che gite primaverili all’aperto o passeggiate al parco, per ammirare la meravigliosa trasformazione della natura, non facciano più paura.
Dr.ssa Francesca Giovannelli specialista in Pneumologia, lavoro presso U.O di Medicina Cardiorespiratoria Riabilitativa degli Istituti Clinici Maugeri, a Milano, in Via Camaldoli 64. Mi occupo, in particolare, di malattie respiratorie, sia dal punto di vista clinico sia da quello della ricerca, e di divulgazione medico-scientifica su riviste d’informazione.
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