Partecipa a Sesto Daily News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Coronavirus: Giovani democratici (Pd) scrivono a governo, non siano i giovani a pagare la crisi

comunicato stampa

Condividi su:

Dai Giovani Democratici Milano Metropolitana riceviamo e pubblichiamo:


Le federazioni dei Giovani democratici del Pd scrivono una lettera al governo perché non chiuda gli occhi sulla situazione di tanti Giovani. Al centro del documento ci sono i 200mila tirocinanti extracurriculari, per i quali ad oggi non e' previsto alcun sostegno economico. 

"Con lo scoppio dell'emergenza Covid-19 - si legge nella lettera - tante Regioni hanno consentito (in alcuni casi obbligato) la sospensione o la terminazione anticipata dei tirocini, interrompendo il percorso e la retribuzione di quei tirocinanti. Non essendo lavoratori dipendenti, per loro non vi e' ne' cassa integrazione ne' assegno di disoccupazione, e non sono beneficiari di alcuna forma di tutela emergenziale all'interno del decreto. Ora che la loro retribuzione e' sospesa - denunciano i Giovani - in tanti devono comunque sostenere le stesse spese, che ricadono quindi sulle loro famiglie il cui reddito e' stato in molti casi gia' danneggiato dall'emergenza Covid". 

Queste le motivazioni che spingono oggi che spingono oggi tante federazioni lombarde e d'Italia ad inviare un accorato appello al governo affinche' Stato e Regioni si adoperino per incentivare la continuazione dei tirocini in modalita' agile e, nel caso non sia possibile, che venga riconosciuto loro un reddito di emergenza o qualsiasi altro strumento all'interno del cosiddetto "decreto Aprile". "Non e' giusto - afferma Paolo Romano, segretario dei Gd Milano - che a pagare il prezzo piu' alto di questa crisi dobbiamo essere noi Giovani. Il reddito di emergenza e' un diritto che serve ad affermare la dignita' del nostro lavoro. Si tratta di un bisogno sociale ed economico, ma e' anche una necessita' sanitaria - conclude Romano - per impedire che chi non puo' piu' pagarsi un affitto torni a casa con il rischio di portare il virus in famiglia".  

Condividi su:

Seguici su Facebook