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Federico Sirianni reinterpreta Fabrizio De Andrè

Sul palco della luna il cantautore genovese fa rivivere i brani di Faber

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Sul palco della luna del Carroponte Federico Sirianni, apprezzato cantautore genovese con anni di carriera alle spalle, fa rivivere le canzoni del grande Fabrizio De Andrè. Il set è minimal: chitarra, voce e violino, l'atmosfera è intima ed il pubblico è trasversale: dalle famiglie ai meno giovani, dai bambini agli adolescenti. Conscio dei "rischi" del cantare brani tanto importanti e tanto presenti nell'immaginario della gente, il cantautore genovese imbraccia la sua chitarra ed inizia con "Il suonatore Jones" seguita dalla più ritmata "La città vecchia" e poi dalla celebre "Via del campo".

Il pubblico premia la genuinità e la voglia di far rivivere dei brani senza tempo; ma non c'è solo la musica perchè c'è spazio anche per gli aneddoti sull'amicizia tra Sirianni e De Andrè passando per i ricordi di Genova citando le parole del compianto Don Gallo. È sempre di più uno spettacolo-racconto di (e su) canzoni intramontabili. La partecipazione del pubblico si rinforza sulle note di "Quello che nn ho": la gente canta, batte le mani a tempo e sorride divertita. Le emozioni crescono su altre canzoni come "Rimini" e "Hotel supramonte" in una veste particolarmente emozionante.

La formula concerto-racconto proposta da Federico Sirianni ha successo ed incontra l'apprezzamento dell'audience che ascolta i ricordi e le storie in silenzio, quasi trasognato. Così come quando si parla del rapimento di De Andrè e Dori Ghezzi in Sardegna. Seguono due canzoni-cardine del repertorio: "Fiume sand creek" e "Se ti tagliassero a pezzetti". 

Poi è ancora tempo di racconti con una chiacchierata sulla cosiddetta "scuola genovese"; molto suggestivo l'accenno di "VEDRAI VEDRAI" di Luigi Tenco con un bellissimo arpeggio di chitarra che ricama note leggiadre. Parla poi del rapporto tra Tenco e De Andrè. Il legame col brano che segue è naturale: "Preghiera in gennaio", brano dedicato all'artista morto durante il festival di Sanremo. 

Federico Sirianni snocciola le canzoni più belle di De Andrè e lo fa con una naturalezza e un'onestà intellettuale che vengono percepite da chi ha di fronte. Si tratta di un omaggio a un grande artista, uno dei più grandi poeti italiani: quando ci si avvicina a questo tipo di personaggi, c'è sempre il pericolo di una voglia di "confronto co l'originale". Il cantautore genovese, invece, è riuscito ad emozionare in maniera intelligente, cantando, suonando e raccontando un Fabrizio De Andrè popolare, vicino a tutti.
 

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