Partecipa a Sesto Daily News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Il Santo del Giorno: Santo Alessandro di Bergamo

redazione
Condividi su:

Grazie a San Fedele, che organizza la fuga di Alessandro, si rifugia a Como e, infine, passando per Fara Gera d'Adda e Capriate, arriva a Bergamo. Qui, ospite del Principe Crotacio, che lo aiuta a nascondersi, inizia la sua opera di predicazione e conversione di molti cittadini, tra cui i martiri Fermo e Rustico. Ma nel 303 Alessandro è nuovamente scoperto e catturato. Condannato alla decapitazione, muore il 26 agosto a Bergamo, dove ora sorge la chiesa di Sant'Alessandro in Colonna. (Avvenire) Alessandro, patrono della città di Bergamo, è raffigurato tradizionalmente in veste di soldato romano con un vessillo recante un giglio bianco. Il vessillo sarebbe stato quello della Legione Tebea comandata da S. Maurizio (legione romana composta secondo la leggenda da soldati egiziani della Tebaide), nella quale Alessandro sarebbe stato, secondo gli Atti del martirio, comandante di centuria. La legione romana utilizzata in prevalenza in oriente, venne spostata nel 301 in occidente per controbbattere gli attacchi dei Quadi e dei Marcomanni. Durante l'attraversamento del Vallese, alla legione fu ordinato di ricercare i cristiani contro i quali era stata scatenata una persecuzione. I legionari, cristiani a loro volta, si rifiutarono e, per questa insubordinazione, vennero puniti con la decimazione, eseguita ad Agaunum (oggi S. Moritz). La decimazione consisteva nell'uccisione di un uomo ogni dieci; al perdurare del rifiuto dei legionari di perseguitare i cristiani, fu eseguita una seconda decimazione e, quindi, l'imperatore ordinò lo sterminio. Pochi furono i superstiti, tra cui Alessandro, Cassio, Severino, Secondo e Licinio che ripararono in Italia. A Milano Alessandro fu, però, riconosciuto e incarcerato, dove rifuta di abiurare. In carcere riceve la visita di S. Fedele e del Vescovo S. Materno. Proprio S. Fedele riesce a organizzare la fuga di Alessandro, che ripara a Como, dove fu nuovamente catturato. Riportato a Milano, fu condannato a morte per decapitazione ma, durante l'esecuzione, ai boia si irrigidivano le braccia. Fu allora nuovamente incarcerato. Riuscì nuovamente a fuggire e raggiunse Bergamo passando per Fara Gera d'Adda e Capriate. A Bergamo fu ospitato dal Principe Crotacio, che lo invitò a nascondersi, ma Alessandro iniziò a predicare e a convertire molti bergamaschi, tra cui i martiri Fermo e Rustico. Fu perciò scoperto e nuovamente catturato. La decapitazione venne eseguita pubblicamente il 26 agosto 303 nel luogo ove oggi sorge la chiesa di S. Alessandro in Colonna. Probabilmente, Alessandro fu effettivamente un soldato romano, originario o residente a Bergamo, torturato e ucciso per non avere rinunciato alla propria fede cristiana. (Maurizio Misinato)

Condividi su:

Seguici su Facebook