Presi sistematicamente dalla vita virtuale e concentrati a monitorare i click e like sui social, spesso ci imbattiamo nel curare una rete di relazioni on line con persone mai incontrate. Diventare “amici virtuali” di perfetti sconosciuti non è un obiettivo qualunque; alle volte si accetta la fantomatica amicizia solo per aumentare il numero di contatti e renderli pubblici, raggiungendo la popolarità.
Tuttavia può succedere che la condivisione dell’amicizia on line, porti alla curiosità di stabilire un rapporto sincero e leale con l’altra persona. Nel momento in cui il rapporto non è conciliato dal contatto fisico, importante nel processo di comprensione delle emozioni che si provano, emerge il fenomeno dell’analfabetismo emotivo, disorientante per l’individuo nello stabilire relazioni di fiducia. Eppure molti temerari, sfatano il mito della pericolosità sui social network dimostrando che si può instaurare un rapporto sincero e virtuale con una persona sconosciuta.
In che modo allora, l’amicizia on line può diventare reale? Siamo consapevoli che al primo approccio scaturito spesso dalla curiosità di comprendere l’altro, ne seguono altri, nei quali il mondo reale si fonde con il mondo virtuale. Questo significa che proprio come nella realtà si cerca nella persona on line un punto di contatto fatto di empatia, accoglimento, condivisione e familiarità. Sono queste ultime caratteristiche che influenzano l’individuo nel categorizzare ed etichettare le relazioni, in funzione del fatto che si possano condividere o meno interessi, culture, esperienze, modi di fare e agire. Parallelamente alla realtà, scoprire che un conoscente abbia vissuto un’esperienza simile alla nostra, lo avvicina più che allontanarlo ad un rapporto di fiducia. La forma di una “fotografia” di un “ologramma” allora, comincia ad assumere sembianze umane, in quanto gli attribuiamo emozioni, sensazioni, stili di vita, il cui contenuto può essere compreso a livello empatico e condiviso reciprocamente.
I social diventano un ambiente all’interno del quale le persone possono gestire la propria identità sociale e la loro rete di contatti, creando una identità flessibile, mostrando così facendo, la vera personalità o una immagine ideale di se stessi che non corrisponde alla realtà. Il profilo online si rivela un buon mezzo per esprimere e comunicare personalità reali, all'interno di una rete di amici virtuali adulti e socialmente empatici. In questo contesto virtuale può nascere un’amicizia on line solida e abbastanza strutturata, poiché c’è minor rischio di disapprovazione o di sanzione sociale nella condivisione dei pensieri. Nella vita reale invece, coltivare le amicizie porta ad un investimento di energie maggiori; essere accettati dal gruppo dei pari risulta essere un traguardo importante per la formazione e il consolidamento della personalità. Costruire un’amicizia reale è un lavoro fatto di riconoscimenti continui, basti pensare che perdere la fiducia di un amico reale equivale spesso alla perdita della stima e del rispetto verso quella persona.
Inoltre, l’empatia e l'intimità, sono promosse dalle relazioni faccia a faccia, dallo stare insieme fisicamente e la probabilità di riuscire ad essere empatici nel virtuale è direttamente proporzionale alla capacità che abbiamo di sperimentare le emozioni nella realtà. Dal punto di vista psicologico la tecnologia è un buon mezzo per costruire e mantenere relazioni, ma non è un sostituto ottimale per i rapporti dal vivo attraverso i quali vi è l’evoluzione della vicinanza emotiva. È evidente che mettere in pericolo la salute psicologica e fisica dell’adulto significa accostarsi ad un mondo virtuale che diminuisca le probabilità di costruire nuove amicizie reali. Tali amicizie devono essere necessariamente sperimentabili con la vicinanza fisica, con il contatto visivo, perché promuovere i contatti reali migliora la qualità della nostra vita, in particolare della sfera emotiva e comportamentale.
Dott. ssa Rossana De Crescenzo Psicologa del Lavoro, Formatrice Professionale, Orientatrice Scolastica e Professionale, esperta in Psicopatologia Forense, progettista e amministratrice del sito di consulenza on line www.psychojob.com