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La sindrome dell’edificio malato: ammalarsi sistematicamente e comprendere che dipende dal proprio luogo di lavoro

Quali sono i campanelli d’allarme che ci permettono di capire quando i malesseri dipendono dal posto di lavoro?

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Recarsi sul proprio posto di lavoro e sentirsi accolti e tutelati dal punto di vista della sicurezza lavorativa e della salute psicofisica, è un aspetto fondamentale in azienda. In realtà in Italia sono stati evidenziati casi importanti di dipendenti, che hanno sviluppato la cosiddetta  sindrome dell’edificio malato o Sick building syndrome (SBS). Tale sindrome è solita emergere in edifici di moderna costruzione, all’interno dei quali c’è scarsa ventilazione associata all’utilizzo di prodotti chimici, sistemi di condizionamento inefficaci che rendono la qualità dell’aria insalubre. Dopo essere giunti nel proprio ufficio o sede di lavoro, sono vari i sintomi che possono emergere e sono strettamente correlati alle ore di permanenza lavorativa. Le manifestazioni cliniche, infatti scemano dopo l’uscita da lavoro, sino a risoluzione completa. Quali sono i campanelli d’allarme di un individuo colpito dalla sindrome dell’edificio malato?  Solitamente la SBS si presenta quando ci si reca al lavoro, inoltre, il dipendente risulta essere investito da una serie di sintomi vari, connessi quasi sempre all’aria insalubre. Tra le sintomatologie più frequenti vi è la presenza di riniti  e congiuntiviti allergiche, reazioni allergiche, eruzioni cutanee, psoriasi, cefalee croniche, febbre da umidificatori, sonnolenza, legionellosi, vertigini. L’incremento della sindrome inoltre, è strettamente collegato a fattori personali, psicosociali e alle componenti derivanti dall’ambiente di lavoro. Questo significa che una persona predisposta a sviluppare allergie ed asma, in un ambiente insalubre peggiorerebbe la propria condizione fisica. Ancora stress e insoddisfazione lavorativa influisco a livello psicosociale, tanto da innescare la sindrome dell’edificio malato. La presenza di tappeti, sistemi di condizionatori d’aria sono legati alle componenti dell’ambiente che possono essere reputati fattori di rischio per la salute del dipendente. Tutti e tre i fattori non sono solo campanelli d’allarme che fanno riflettere sul disequilibrio tra lavoro e benessere psicofisico dei dipendenti, ma sono soprattutto reputati elementi che necessitano di un’attenta valutazione, perché influiscono tutti sulla produttività aziendale. Non a caso emerge una stretta correlazione tra la SBS e lo stress da lavoro correlato, poiché i fattori stressanti che si scatenano sono molteplici, complessi e possono ad esempio riguardare il clima lavorativo, elevati carichi di lavoro, demotivazione, disorganizzazione lavorativa. Come fronteggiare questa problematica? Nel momento in cui la sindrome è provocata da elementi ambientali esistenti nell’edificio, è necessario segnalare alla struttura competente, le difficoltà emerse nel non riuscire a lavorare in quella sede, al fine di ottenere un riscontro dall’azienda volto alla valutazione di una serie di fattori, inerenti il benessere psicofisico e la sicurezza del lavoro. Allo stesso modo quando i fattori scatenanti la sindrome sono personali e psicosociali, dovranno essere informati i responsabili lavorativi dei disagi vissuti, correlati alle sintomatologie esistenti e persistenti, con l’auspicio di ottenere un cambiamento lavorativo costruttivo, destinato alla salvaguardia della salute dei lavoratori.  Spesso, nonostante le segnalazioni effettuate, molte aziende soprattutto italiane, preferiscono soprassedere al problema, non affrontandolo o gestendolo superficialmente, poiché non sono stati condotti su larga scala adeguati studi di validazione scientifica, tali da riguardare vari edifici. Infine pur essendo questo un problema eclatante, in Italia viene assecondato in quanto, i parametri ambientali alterati sul nostro territorio,sono numerosi e causati da varia natura, tanto da non giustificarne da sole l’emersione della sindrome. Il non approfondimento di questo fenomeno a livello territoriale, attualmente porta  alla perdita di produttività e di costi aziendali, ma soprattutto conduce al declino della salute psicofisica dei lavoratori, cuore essenziale in una organizzazione.

Dott.ssa Rossana De Crescenzo Psicologa del Lavoro, Formatrice Professionale, Orientatrice Scolastica e Professionale, esperta in Psicopatologia Forense, amministratrice del sito di consulenza on line www.psychojob.com 

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