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ARTE CONTRO LA GUERRA, IL MONDO PLASMATO IN SOGNI DAI SURREALISTI

Dreaming of art

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Ho un amore per i surrealisti perché ritrovo tanto di me, per i temi trattati, sia come riflessione intellettuale che come espressione artistica. A Venezia dal 9 aprile alla Collezione Peggy Guggenheim, aprirà la mostra Surrealismo e magia - La modernità incantata. Movimento nato nella Parigi degli anni venti dal poeta André Breton, il Surrealismo ha origine, non a caso, quando la follia della seconda guerra mondiale estirpava definitivamente la fiducia nei confronti della ragione, i Surrealisti, come investiti di una missione magica, sceglievano di farsi portatori di un progetto di liberazione
sul piano creativo e sociale.

Dopo il fallimento della ragione, sopraffatta dagli orrori della guerra, la fuga nel sogno, nell’occultismo, nella magia, l’esplorazione interiore, diventava l’unica arma per cercare nuovi approcci e trasformare la realtà attraverso l’immaginazione nei propri universi interiori. Mentre oggi assistiamo inermi a un conflitto alle porte dell’Europa, il movimento surrealista, e con questo i suoi pennelli più illustri, si caricano di un’attualità profonda. Al centro della mostra, c’è quell’interesse diffuso per l’irrazionale, il mito, l’esoterismo, che spinge gli artisti dell’avanguardia a considerare la magia come una forma di discorso poetico e filosofico, legato a un sapere arcano e a processi di emancipazione personale. Il percorso, che racchiuderà 60 opere realizzate tra il 1915 - anno di nascita della pittura metafisica di Giorgio De Chirico - e gli anni Quaranta, guarderà anche al rapporto del Surrealismo con il Romanticismo, il Simbolismo, il Medioevo, il Rinascimento nordico, l’arte metafisica. 

I Surrealisti vedevano sé stessi come maghi, alchimisti, mentre le artiste, come Leonora Carrington o Leonor Fini, si crearono l’alter ego di streghe, sovversive, simbolo di emancipazione femminile, incantatrici. Di Leonor Fini si potranno ammirare nove opere degli anni quaranta, tra cui una scultura, “La Sedia”, “Deiltà Ctonia che veglia il sonno di un giovane” sono tra quelle più importanti, mentre la “Vestizione della sposa” di Max Ernst, sarà il fulcro del percorso. Qui l’artista fa ricorso alla tecnica della decalcomania, nella quale il colore diluito viene pressato sulla superficie distribuendosi irregolarmente come su una lastra di vetro, mostrando, in una rappresentazione apparentemente casuale, un richiamo alle Tre età della donna. La sposa, avanza in un paesaggio con rovine classiche.

Le “Muse metafisiche” di Giorgio De Chirico non mancheranno, in quanto De Chirico, ha fortemente influenzato i Surrealisti. In molte sue opere, faceva spesso riferimenti al tema dell’androginia, molto caro agli artisti del movimento, legati al tema del doppio. L’unione tra maschile e femminile è vista dai Surrealisti come un’occasione per lo sviluppo spirituale. L’androgino come negli archetipi antichi, segnava quell’amore ideale, reciproco tra uomo e donna, come unione degli elementi dell’universo, ribellandosi delle gerarchie nelle società patriarcali che preferivano il genere maschile. Il tema dell’androginia è evidente nell'opera di Victor Brauner, “Gli amanti”, esposta in mostra. Tra i capolavori più attesi, pronti ad avvolgere Venezia dell’incanto surrealista, ci sarà anche “La magia nera” di Magritte, in prestito dal museo Magritte di Bruxelles, dove l’artista ritrae Georgette Berger appoggiata a un blocco di pietra. Il suo corpo è diviso tra terra e cielo, una metafora che per l'artista rappresenta la condizione dell'umanità.

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