Da mercoledì 6 aprile Torino dedica The Exhibit, una mostra dedicata al Maestro del brivido-Dario Argento, che scelse Torino per gli scenari di molti suoi film, una musa oscura, esoterica, soprannaturale. È la Torino di Dario Argento, la città dell’occulto. Impossibile dimenticare la “villa del bambino urlante” di Profondo Rosso o Piazza CLN, teatro del primo di una lunga serie di omicidi nello stesso film. Non è un caso quindi che il Museo Nazionale del Cinema gli dedichi la mostra evento pensata per festeggiare i primi vent'anni alla Mole Antonelliana. “Dario Argento - The Exhibit” fa la sua apertura per riportare in scena atmosfere, incubi e ossessioni di un maestro del cinema internazionale, sotto lo sfondo della musica conturbante dei Goblin.
Con la collaborazione di Solares Fondazione delle Arti, di Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di Cinematografia e di numerosi collezionisti privati, i curatori Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo hanno messo insieme un numero impressionante di video, oggetti e costumi di scena, manifesti e fotografie, che invitano a ripercorrere in un viaggio a 360 gradi l’intera opera del regista, sceneggiatore e produttore che ha trasportato l’horror fuori dal territorio dei b-movie dove stavano ancorati, per renderle opere d’arte di livello internazionale. Alla Mole Antonelliana il suo universo agghiacciante e visionario si materializza attraverso oggetti cult come il pupazzo di Profondo Rosso, messo a disposizione del Museo del Cinema dal maestro degli effetti speciali Carlo Rambaldi, o la macchina ammazza-topi
del “Fantasma dell’Opera” costruita da Sergio Stivaletti, effettista di molti film di Argento e prestatore di numerosi pezzi della mostra, ma anche negli schizzi dei gioielli di Bulgari o degli abiti di Giorgio Armani per Phenomena, senza dimenticare i fotogrammi delle città italiane reinventate proprio da Dario Argento, partendo da Torino.
In mezzo a tutto, i video dei suoi film, dall’ “Uccello dalle piume di cristallo” a “Occhiali neri” recentemente presentato al Festival del Cinema di Berlino nella sezione Special Gala. “L’importante non è la storia, ma come la si mette in scena”, ha spiegato infatti il regista. Mentre il curatore Marcello Garofalo, afferma che Argento mutua e sviluppa “l’immagine mentale”, “introducendo lo spettatore all’interno del film e rendendolo complice di abbagli straordinari”. “Dario Argento ci insegna a vedere. Agisce sulle forme del cinema in modo che siano allo stesso tempo preoccupanti e poetiche”, osservava alcuni decenni fa la rivista Cahiers du Cinema, citata da Garofalo.
Dario Argento, ha saputo creare uno stile di Horror sofisticato, dalle atmosfere dipinte di nero, paesaggi mentali che hanno fatto del Maestro regista del brivido, un superbo artista del nostro tempo: ammirato da registi del calibro di Quentin Tarantino, Mick Garris, Guillermo Del Toro per l’inconfondibile stile della visione.