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Il senso delle mani

Le mani tradiscono la passione, la vita, il senso e il segno.

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Benvenuti miei carissimi lettori  e lettrici di Dreaming of Art,

questa settimana vi parlerò delle mani.

Le mani, come gli occhi, svelano moltissimo di un individuo, la loro forma tradisce la nostra  provenienza ed eredità genetica, il loro aspetto individua uno status sociale, i loro segni raccontano la storia nostra e della nostra  famiglia prima di noi.

Tutto un disegno è  racchiuso in un pugno, un pugno la cui grandezza coincide con quella del cuore, una strana e splendida  coincidenza che dimostra con quanta armonia e perfezione è costruito il nostro corpo.

Le mani sono il nostro contenitore, un’antenna ricevente e trasmittente dall’anima al mondo esterno, attraverso esse, in modi diversi, ognuno di noi reagisce ed interagisce con l’esterno, creando energie che da noi stessi si propagano.

Le mani accompagnano la musica, impugnano pennelli per dipingere la storia, afferrano  penne per riversare su carta oceani di pensieri, accarezzano e  danno pace o affilano coltelli  per trasformare la vita in morte.

Le mani così, piene di segni, lunghe o affusolate, dipinte o nude, grandi o minute parlano senza bisogno di parole.

Fin da bambina le ho sempre osservate, quelle delle persone intorno, le mie, non femminili, ma  forti, mani che lavorano, che creano, che toccano il mondo, la materia di cui sono fatte le cose, che conoscono il fondo e che hanno la forza e la dignità di chi si impegna e sogna.

Ho sempre ammirato, amato, chi ha le mani sporche di lavoro.

Noi artisti abbiamo sempre le mani sporche di colore, anche quando vi sembrano pulite, i nostri pensieri sono a colori, la nostra anima ancora di più, trasuda colore; non potrei mai immaginare un Michelangelo, un Caravaggio, o qualsiasi altro grande artista, senza una macchia di colore sulle mani!

Le mani tradiscono la passione, la vita, il senso e il segno.

Mi è sempre piaciuto moltissimo disegnarle e dipingerle, in Storia dell’Arte ne abbiamo esempi straordinari, mani nervose e forti di Michelangelo, delicate e allungate  del Parmigianino, mani aggraziate di Leonardo e come non ricordarvi le mani delle sculture di Antonio Canova o Bernini infinitamente sublimi!

La scultura è infatti un puro gesto manuale, artistico, Giacomo Manzù a tal proposito diceva:

“La scultura non è un concetto. La scultura è il gesto delle mani. Un gesto d’amore. Nella gestualità del corpo sta la relazione con il mondo, il modo in cui lo vedi, il modo in cui lo senti, il modo in cui lo possiedi”.

Oggi, l’arte contemporanea ci regala artisti come  Eliza Bennett che letteralmente ricama le sue mani.

 Lo fa in una maniera particolare, incredibile, unica ed anche discutibile.

Ago e filo nella sua pelle, nella sua carne, come se fosse una tela.

L’ artista britannica ha realizzato una vera e propria scultura auto-inflittasi lì, nel palmo della sua mano.

Mi fa ricordare, in maniera molto più ingenua,  quando da bambini, per gioco, con la colla, sperimentavamo il calco delle mani, traendone una ragnatela intrisa di segni, i segni della vita!

Mani sono ovunque dalla Creazione, alla Benedizione, dalla Crocifissione alla Resurrezione, Dio attraverso la sua mano crea l’omo e  attraverso le mani dà all’uomo lo strumento per realizzare sé stesso ed il mondo.

“Le mani, gli strumenti della mente, senza le quale il pensiero è una chimera.”

Così scrive l’artista Alain Aslan, ed io non posso che annuire e tacere.

Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .

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