Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art,
questa settimana vorrei riflettere con voi sulla Luce.
La Luce, dall’Arte alla Spiritualità ha da secoli un significato profondo.
Illuminato e lucente è qualsiasi pensiero fonte di energia innovativa, di entusiasmo, di vita.
La Luce è ,da sempre ,associata alla Vita.
Quando un bambino viene al mondo, egli viene alla Luce, alla luce del mondo dopo il buio e il nido del ventre materno.
La Luce è Creazione, Dio creò la Luce e disciolse le tenebre della notte eterna, la Luce è il simbolo dello Spirito Santo, è il segno nel cielo della Stella Cometa, è la Resurrezione.
Per la fisica l’essere umano vive di luce “ presa a prestito”: la luce che rischiara il cielo viene mandata dal sole attraverso un buio universo ad una buia terra colmando una distanza enorme, quasi come se il buio fosse un'entità a se stante, e non assenza di luce.
In Arte, la luce ha una valenza pittorica fondamentale, fin dai primi studi del chiaro- scuro, si impara ad osservarla, a capire come plasma la materia vibrando e accarezzandone alcune parti, donandole tridimensionalità.
I fattori che concorrono al rapporto luce e percezione visiva sono essenzialmente tre: chiarezza, luminosità e illuminazione.
La chiarezza è determinata dal potere di un oggetto di riflettere la luce e dalla quantità di luce che ne colpisce la superficie.
La luminosità è l'intensità della luce, il grado di chiarezza che vediamo in un determinato campo visivo.
L'illuminazione , invece , è un effetto particolare di luce: la notiamo solo quando questo effetto è evidente, cioè quando la luce è battente, intensa, e proietta ombre nette; quando la luce è invece diffusa, non rileviamo altro che una chiarezza generica e non notiamo ombre.
Nessun oggetto disegnato , sarebbe tale alla nostra vista se non fosse illuminato, perché nel buio non esiste forma alcuna; è la luce a creare la materia visiva.
In realtà, la ricerca di tridimensionalità attraverso il chiaro- scuro , subì una decadenza nell'età bizantina e medievale, dove l'uso del simbolismo rifiutava qualsiasi tipo di rilievo.
Caravaggio, fu uno dei più arditi sperimentatore della luce nelle sue creazioni artistiche, divenendo il precursore di un uso “teatrale” della luce, la luce come linea prospettica di una scena che quasi come una modernissima coreografia segue e sottolinea la forza del significato dell’opera.
Ecco perché la luce in tante cose, come nell'arte, è rivelatrice dei nostri stati d'animo; ed è proprio per questo motivo che i grandi maestri usufruiscono del suo potere per evocare in noi sensazioni sempre diverse e la storia dell'arte è in grado di fornircene le prove.
In Leonardo da Vinci, per esempio, attraverso la tecnica del chiaroscuro, suo strumento indispensabile, vengono create penombre e delicate luminosità, smussando i contorni più rigidi delle figure e a rendendo lo spazio più profondo.
Tutto ciò che viene illuminato risalta difronte ai nostri occhi, arrivando dritto al cuore.
La luce è capace di esaltare i volumi e quando essa viene utilizzata nella realizzazione di una scultura, sembra che quest'ultima prenda vita, eliminando così la sua "piattezza".
Nel caso di una statua, la luce è capace di portare in evidenza il rapporto tra le sporgenze ed i tratti rientranti; nel caso di un rilievo, invece, la luce risalta solo le protuberanze, importante e fondamentale diventa lo studio della sua collocazione.
In architettura, mediante il controllo della luce si è in grado di bilanciare l'equilibrio stesso dell'opera e soprattutto le sensazioni generate dai colori che ne fanno parte.
Nell’arte gotica, la sua verticalità, esprimeva il desiderio rinnovato dell’uomo di andare verso la Luce di Dio, ma anche oggi, la Luce, in arte contemporanea, esprime valori e concetti strettamente connessi al progresso della tecnica e delle tecnologie .
La grande innovazione nell’uso della luce in arte, si deve all’avvento della fotografia; i primi esperimenti luminosi furono quelli di Man Ray e poi Picasso, che realizzò ben 30 opere in Light Painting, disegni di luce immortalati dalla macchina fotografica.
Nel 1947 fu Lucio Fontana il primo artista italiano ad impiegare il neon e la luce nera.
Oggi, la luce è usata da grandi artisti, come Silvio Worlf , per produrre spazi architettonici di grande fascino come nella sua installazione site specific , scultura luminosa realizzata con 10 vetrate retroilluminate allestita al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano nel 2014.
Anche all’Hangar Bicocca di Milano , si respira la luce con al mostra delle sculture di Antony McCall, artista anglosassone, opere che compaiono come per magia dal buio più buio, si definiscono quando ti avvicini ad esse e si solidificano quando le percorri.
Mi sovviene alla memoria una frase di Alda Merini, per sottolineare la Bellezza in quanto Arte e Luce : “La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori.”
Vi aspetto alla prossima emozione di Dreaming of Art.