Quando ho visto il trailer per la prima volta mi ero già innamorata del film e non solo perché nel cast erano presenti attori di alto livello, come Michael Fassbender, Brad Pitt, Paul Giamatti e Benedict Cumberbatch, ma anche perché adoro i film drammatici, ti danno la possibilità di aprire la mente riguardo a temi che non sempre si possono riscontrare nella nostra routine. Inoltre era pubblicizzato come “film dell’anno” e lodato con aggettivi come “meraviglioso”, “straordinario” sulle principali testate giornalistiche internazionali.
A posteriori possiamo anche aggiungere vincitore di tre Oscar, miglior film, miglior sceneggiatura e miglior attrice non protagonista, un Golden Globe come miglior performance maschile in un film drammatico e due BAFTA, miglior film e miglior attore protagonista.
La storia è semplice:siamo nel 1841, Solomon Northup è un uomo afroamericano che vive libero nella città di Saratoga (New York, U.S.A.) ha famiglia e un lavoro prestigioso che gli consente di vivere agiatamente.
Quando la moglie parte per un lavoro stagionale insieme ai due figli. Solomon, rimasto solo, accetta l’opportunità di un breve lavoro a Washington ma qui viene venduto dalle stesse persone che gli hanno procurato il lavoro.
Da questo momento inizia la sua vita da schiavo dove per prima cosa viene spogliato di tutto anche del suo nome, e trasportato a New Orleans, dopodiché viene venduto come bracciante in una fattoria in cui, a causa della sua cultura, viene preso di mira dal capo carpentiere, così il padrone, per salvargli la vita, lo vende ad un altro proprietario il quale però è conosciuto come il piu brutale della regione.
Soggetto a 12 anni di questa vita, ma senza mai perdere la speranza, riesce a far arrivare la sua voce a Saratoga, da dove viene un suo conoscente e lo libera.
“Tutto qui?” direte voi, il plot non ha nulla di particolare, se non fosse che è tratto da una storia vera, e già questo mette i brividi, aggiungiamoci poi che il regista Steve McQueen ha fatto un lavoro magistrale sia con gli attori, sia con le location.
Lo spettatore viene trasportato all’interno di questo mondo dove il razzismo era il pane quotidiano, popolato da schiavi che non erano nemmeno considerati persone, le cui punizioni erano dalle 100 alle 150 frustate solo per aver ricevuto un pezzetto di sapone per lavarsi, e la donna era oggetto di violenza in quanto proprietà del padrone.
Un film toccante e assolutamente imperdibile che mostra sia quanto l'uomo possa essere bestia, sia quanto possa essere forte nella propria determinazione.
12 Years a Slave
Steve McQueen USA 2013
134 min.
Ci rivediamo insieme al prossimo appuntamento della rubrica Lo sguardo indiscreto della settima Arte !!!