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23:58 Ventitreecinquantotto - Secondo capitolo

Il nostro viaggio dentro il mondo di Leo continua...

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                                  23:58

Tutto cominciò tanti anni prima, forse quindici o anche venti. Ormai poco importa quando fu che quel macigno, staccatosi dal cielo più nero che si fosse mai visto, piombò rovinosamente addosso a Leo portandolo via da tutto, schiacciandolo contro il buio dell'inferno. Tre giorni entusiasmanti, quelli trascorsi negli Emirati Arabi. Il progetto del mega-yacht concepito come un villaggio turistico in cui sfarzo, lusso e comodità sono scontati come fossero acqua calda e riscaldamento nell'abitazione di noi comuni mortali, era particolarmente piaciuto allo sceicco che si era complimentato, entusiasta del lavoro e delle idee presentate.

Il garage coibentato e riscaldato per preservare dall'umidità marina le quattro Ferrari e le due Rolls Royce, che pretendeva sempre a disposizione nei suoi spostamenti, lo aveva mandato in visibilio “nessun altro progettista consultato, si è dimostrato dotato di tanta geniale sensibilità!” affermò lo sceicco, con stampata nel volto la stessa espressione di un bambino che ha appena ricevuto in regalo il giocattolo tanto agognato. E fu così felice che, non solo saldò in unica soluzione la parcella già di per sé corposa ma volle aggiungerci un' ulteriore somma, quale riconoscenza e apprezzamento per l'italiana genialità! “Sensibilità...” pensò Leo “sensibilità e cura delle auto, del lusso sfrenato e inutile, mentre il valore attribuito alla vita della povera gente, delle loro donne è meno di zero!”

Cercò subito di cancellare questo pensiero che lo avrebbe maldisposto verso quello che, per lui, doveva essere solo il committente con cui portare a termine un convenientissimo affare di lavoro. Una lunga stretta di mano, ne sancì la definitiva e bilaterale soddisfacente conclusione. Appena fu possibile, Leo chiamò Enrica per comunicarle, euforico, il buon esito della sua missione non prima, però, di averle chiesto notizie di Elisa “mi mancate tutte e due, non vedo l'ora di riabbracciarvi!” furono le sue ultime parole alle quali Enrica, stranamente, non diede seguito. Non ci fece caso o, forse, non volle e telefonò subito in studio dove, il socio e fraterno amico, non rispose.

Tentò al cellulare ma risultava non raggiungibile “Dove cazzo ti sei ficcato? Sarà giù al bar a fare il filo a Stefy …Poveretta!” Immaginò la scena e gli venne da ridere, perché Zeno ci stava provando da qualche mese con Stefania, la nuova barista appena ventenne che, pazientemente, ascoltava le sue battute ridacchiando ogni tanto. Era evidente che lo faceva più per cortesia che per la comicità dell'attore, solo perché il cliente ha sempre ragione …Fino ad un certo punto!

La cena, ovviamente offerta dallo sceicco in un ambiente da mille e una notte, fu incredibile. La sala da pranzo aveva le dimensioni di una cattedrale; lampade e lampadari in puro cristallo e oro la illuminavano con un bagliore paragonabile a quello del sole nel cuore del deserto. Decine e decine di tappeti a terra e alle pareti e poi quadri d'autore, fra cui alcuni Picasso, Gauguin e De Chirico, messi lì solo per apparire, a voler dimostrare un potere economico. Come in una gara di virilità fra ragazzi di strada, non certo per l'amore verso l'arte, la creatività umana, quella vera che nasce dall'anima, dalla sofferenza e dall'amore per la vita. Dalla sensibilità.

Erano presenti anche altri invitati, una quindicina in tutto. Quattro erano i figli, gli altri, nobili locali amici fedeli, o presunti tali, dello sceicco, che presentò loro Leo con tutti gli onori, come se fosse stato egli stesso un nobile o addirittura un principe. Si divertiva e stava al gioco, rispettando il suo ruolo, anche se la sensazione che aveva era quella di essere entrato in un cartone animato di Walt Disney.

Si sedettero a tavola. Il padrone di tutto lo volle accanto. Le ostriche erano portate nella stessa quantità con cui noi siamo soliti servire patatine fritte. Dire che lo champagne veniva servito a fiumi può sembrare una banalità. Invece fu proprio così. Un grosso plastico venne introdotto nella grande sala da sei servitori. Raffigurava il corso di un fiume che sgorga dalla montagna, con tanto di rocce e palme in miniatura per tutta la sua lunghezza. A circa tre quarti di essa, un dislivello di ottanta centimetri per formare una cascata e, alla fine, il fiume che si apre in un profondo lago circondato da un’oasi.

A un cenno dello sceicco, come per incanto, dalla montagna cominciò a sgorgare ciò che in un primo momento sembrò acqua ma, ad osservare bene, bollicine e schiuma lungo il corso del fiume lasciarono intuire che si trattava di champagne! “Sarebbe bello usarlo per fare il presepe a Elisa”, pensò subito Leo mascherando uno spontaneo sorriso. Si complimentò con lo sceicco, sforzandosi di sembrare stupito ed estasiato da ... cotanta meraviglia!

In realtà, avrebbe voluto già essere a casa per poter mettere a nanna sua figlia, dopo averla coccolata un po', per poi dedicarsi all'amore, il suo più grande amore: la donna che lo aveva reso padre. Questo era il suo vero mondo, la colonna sonora della sua vita.

La cena proseguì fino a tarda notte. Pesci d'ogni tipo, presentati con effetti degni dei più grandi scenografi votati dall'Academy per l'attribuzione dell'Oscar, cucinati secondo ricette arabe e accompagnati dalle più disparate salse dai sapori inusuali per il nostro palato, misero a dura prova lo stomaco di Leo che, ben informato sulla considerazione che i locali danno all'ospitalità e sul fatto di sapersi dimostrare grati e appagati, si sforzava di apparire entusiasta apprezzando ogni portata.

Giunto in albergo, in una suggestiva località in prossimità del deserto, Leo passò il resto della notte percorrendo più volte l'itinerario camera, bagno, balcone ... senza nemmeno utilizzare il navigatore satellitare!

L'indomani di buon mattino, vista anche la notte passata insonne, si preparò per il viaggio di ritorno e si fece accompagnare, in taxi, all'Abu Dhabi International Airport. Soddisfatissimo per l'insperato obiettivo raggiunto, esausto per la cena, o meglio, per le conseguenze della cena, in quel momento desiderava solo tornare a casa nel più breve tempo possibile.

Tentò più volte di telefonare a Enrica e a Zeno, senza riuscire a parlare con nessuno dei due. Questo lo preoccupò non poco e durante il volo fino a Roma Fiumicino, pur addormentatosi pesantemente, venne più volte risvegliato da incubi e sensazioni di profonda angoscia. Ne addossò la colpa, ancora una volta, ai postumi della cena e alla notte insonne, convincendosi che presto avrebbe riabbracciato le uniche donne della sua vita.

 

Caro Lettore,

Leo, sta rientrando a casa dal suo viaggio di lavoro, prova una profonda angoscia, dentro di sè sente che qualcosa di tremendo sta per accadere...

Arrivederci al prossimo appuntamento.

 

 

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