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QUANDO LA FOTOGRAFIA DEFINISCE L'IDENTITA' DELL'ANONIMATO: LIBERATO.

Questa sera in concerto alla Barona.

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L'attesa è ormai finita e questa sera,a Milano, si terrà il concerto che è ha registrato il sold out in soli 20 minuti dalla sua 
annunciazione. 
Ad infiammare Piazzale Donne Partigiane in Barona, quartiere milanese a sud della città,  l'artista napoletano "senza volto": LIBERATO
La coltre di mistero in cui LIBERATO nasce e continua a tenere nascosta la propria  l'identità, ha già conquistato migliaia di persone, 
servendosi anche di una comunicazione visiva basata su immagini fotografiche che  lo ritraggono sempre incappucciato da una felpa nera, 
di spalle ed in contesti che lasciano immaginare la presenza di uno sfondo metropolitano spesso grigio e borderline.
A definirne la sua identità "solo" la scritta del suo pseudonimo sulle sue spalle curve: LIBERATO.
Difficile poi potere definire il suo genere musicale, 
perché impasta elettronica, hip hop e  neomelodico napoletano, eppure Liberato, nel suo anonimato
è il fenomeno musicale indipendente del momento a cui è ormai fortemente legata una determinata e precisa "immagine". 
Ad oggi si contano solo tre apparizioni, la prima nel 2017 dove si presenta come collettivo musicale ed altre due cui 
sul palco salgono tre figure nere incappucciate, uno alle percussioni elettroniche, uno alle tastiere, uno alla voce ed effetti, 
il tutto immerso in un bellissimo show di video e luci del collettivo Quiet Ensemble (per metà napoletani anche loro) e del light designer Martino Cerati. 
Nella sua Napoli, un mese fa, LIBERATO ha riunito 20mila fan sul lungomare dove il trio arriva dal mare, scortato dalla polizia, ed è qui che subentra la teoria 
di quest’ultimo mese: Liberato sarebbe un progetto sociale del carcere minorile di Nisida, da qui tutti i riferimenti all’amore patito, alle sirene, all’erba, 
al fumo, allo stadio, alla libertà del nome che porta; insomma impossibile non lasciarsi incuriosire da questo affascinante rebus tutto da risolvere.
 

 

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