Il governo accorcia i tempi sull’attuazione del Jobs Act, il Ddl delega di Riforma del Lavoro approvato dal Parlamento e su cui ora si attendono i vari decreti attuativi in arrivo il prossimo 24 dicembre. Il Governo sottolinea l’intenzione di ascoltare tutte le istanze che arrivano dalle parti sociali, ma senza aprire alcune trattativa sul Jobs Act. Non mi è chiaro quindi in cosa consiste l’intenzione di ascoltare.
Le pagine più interessanti restano quelli relativi a riforma dei contratti. I primi decreti riguarderanno, oltre al nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti (operativo dal gennaio prossimo e destinato a riassorbire le forme di lavoro flessibile, a partire dai cocopro), le modifiche agli ammortizzatori sociali, con l’introduzione dell’ASpI anche per i collaboratori coordinati e continuativi, obiettivo raggiunto anche tramite l’unificazione di ASpI e mini-ASpI.
In vista, anche il nuovo contratto di ricollocazione, con un voucher per le agenzie per l’impiego che reinseriscono nel mondo del lavoro coloro che hanno perso l’occupazione.
Non è chiaro, però, se questa misura sarà fra quelle inserite nei primi decreti attuativi.
Il punto più caldo discusso, con i sindacati, è quello relativo ai licenziamenti (su cui l’esercizio delle deleghe non è imminente): come sarà regolamentata la protezione dell’articolo 18 nel caso di licenziamento disciplinare ingiustificato? La delega stabilisce che il reintegro sarà sostituito da un indennizzo in tutti i casi di licenziamento per motivi economici (giustificato motivo oggettivo), e solo in alcuni casi di licenziamento disciplinare (giustificato motivo soggettivo). Il Governo punta a lasciare la protezione dell’articolo 18 solo nel caso di insussistenza del fatto.
Per quanto riguarda l’entità dell’indennizzo, si parla di un 1,5 mensilità per ogni anno di servizio, con un tetto tra 24 e 36 mesi. Il risarcimento sarebbe più alto, da 3 a 6 mensilità , se il licenziamento avviene nel primo anno. Questo, per evitare comportamenti scorretti da parte delle aziende, che altrimenti, potrebbero avere benefici ad assumere dipendenti per poi licenziarli entro un anno.