Femminicidio: arriva il reato autonomo. Ergastolo per chi uccide una donna per odio o dominio
Con un’ampia maggioranza, il Senato ha approvato il nuovo reato autonomo di femminicidio, introducendo pene più dure per chi uccide una donna “in quanto donna”, cioè per ragioni legate al genere, alla volontà di possesso o al rifiuto della vittima di avere o mantenere una relazione.
Cosa prevede la norma
Il testo prevede che:
“Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali è punito con la pena dell’ergastolo”.
In pratica, si istituisce una figura giuridica autonoma di femminicidio, distinta dall’omicidio semplice, con la pena automatica dell’ergastolo, senza possibilità di attenuanti.
Quando entrerà in vigore?
Il testo è stato trasmesso alla Camera e dovrà essere approvato in seconda lettura per diventare legge. Se confermato senza modifiche, potrebbe entrare in vigore entro la fine del 2025. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sarà subito operativo.
Perché una nuova legge?
L’obiettivo è riconoscere formalmente la violenza di genere come fenomeno strutturale, e non come un semplice reato comune. La legge vuole colmare un vuoto normativo e dare un segnale forte contro i crimini motivati dal sessismo e dal possesso, spesso alla base dei femminicidi.
Punti di forza
Riconoscimento simbolico e giuridico del femminicidio come reato autonomo.
Pena certa: l’ergastolo senza attenuanti in caso di motivazioni legate al genere.
Maggiore tutela per le vittime e un messaggio chiaro per la prevenzione.
Critiche e dubbi
Non sono mancate le critiche, in particolare da parte di giuristi e penalisti, che sottolineano:
Il rischio di una norma ridondante, visto che l’omicidio è già punito con l’ergastolo in molti casi.
Difficoltà probatorie nel dimostrare la motivazione “di genere” dietro l’omicidio.
Il possibile effetto simbolico, ma scarso impatto sulla prevenzione reale se non accompagnato da interventi culturali, educativi e sociali.
Conclusione
L’approvazione del reato autonomo di femminicidio rappresenta un passaggio storico nella lotta contro la violenza di genere. Ma da solo, il diritto penale non basta: occorre lavorare anche su prevenzione, educazione e supporto concreto alle vittime.