IL PRANZO DI NATALE TRADIZIONALE
Si comincia con l’antipasto che andava sotto il nome generico di salati misti ed era costituito da prosciutto crudo, galantina di pollo, lingua salmistrata, paté di fegato ma non d’oca, triangoli di gelatina, sardine sott’olio, alici in salsa piccante e riccioli di burro.
Seguiva qualcosa di caldo, come diceva la padrona di casa, per preparare lo stomaco ai piatti successivi. E questo qualcosa erano i ravioli in
brodo. Dopodiché entravano fumanti sulla tavola i genitori di quel brodo, cioè i lessi: manzo, biancostato, testina di vitello, cappone. A parte anche un cotechino di Modena. Come contorno, spinaci, mostarda di Cremona, allora assai più piccante di oggi, cetriolini e cipolline sott’aceto, funghetti sott’olio.
Finito questo, il tramezzo, che poteva essere un pasticcio di pastafrolla con i piccioni o un vol-au-vent riempito con la minuta (una specie di finanziera con creste di gallo, filoni, fegatini e funghi).
Ed infine il grande tacchino ripieno di prugne e castagne. In alternativa, dindietta o faraona al forno. Di rigore con il tacchino il Barolo.
Poi tutto diventava confuso.
C’erano i formaggi, l’immancabile fetta di panettone, i torroncini di Cremona, le arance, i mandarini e l’emporio di frutta secca: noci, nocciole, mandorle, datteri e fichi.
Quando si serviva un bicchierino di Sassolino voleva dire che il pasto era finito.
Dal libro di ricette di Rosetta e Angelo Mariani
Caro, vecchio Sassolino
Di probabili origini romane, la città di Sassuolo fu nel XV secolo feudo degli Estensi prima e dei Pio di Carpi poi. Agli Estensi tornò nel Seicento, e dal 1640 divenne residenza estiva dei duchi. In epoche più recenti Sassuolo ha saputo trarre il massimo beneficio dai depositi di argilla della valle del fiume Secchia, nella quale giace, per diventare ai nostri giorni la capitale italiana e internazionale dell'industria ceramica.
Non solo piastrelle però. Sassuolo ha dato, infatti, il nome anche a uno dei liquori più caratteristici e tradizionali della provincia di Modena e dell'Emilia tutta: il sassolino. Le origini del prodotto sono antiche, così come la storia di alcune delle aziende della zona che continuano inalterata la produzione da alcuni secoli. Secondo la bibliografia locale la lavorazione ebbe inizio a Sassuolo ad opera di alcuni speziali svizzeri provenienti dal Cantone dei Grigioni, che qui si insediarono a partire dal 1804.
La produzione di sassolino è stata sempre legata alla provincia di Modena, fin dai tempi in cui "i famosi anici stellati cinesi venivano pestati nel mortaio e distillati lentamente tra i sassi del famoso limpido fiume Secchia" (come recita l'autorevole Album Sassolese "Il lavoro"). Grazie ai cadetti dell'Accademia Militare di Modena, che provenienti da tutta Italia si recavano a Sassuolo per il campo estivo e
per le esercitazioni di tiro, il prodotto acquistò fama anche fuori dalla provincia e in altre regioni italiane, pur conservando la tipicità di un liquore di nicchia. Secondo la bibliografia locale furono proprio i cadetti dell'Accademia a dare al liquore il nome poi definitivo di
sassolino.
All'origine il prodotto era più sciropposo e dolce, di minore gradazione alcolica rispetto a quello attuale. Tali caratteristiche gli valsero la nomea di "liquore per signore", da consumarsi nei salotti dell'alta società . Un altro aspetto che differenzia il prodotto di oggi da quello di allora è la confezione: il sassolino, infatti, si è sempre distinto per la particolare forma tronco-conica della bottiglia, che andava gradualmente restringendosi alla base. Negli ultimi anni, con l'espandersi della produzione e con l'introduzione di processi lavorativi in serie, la sagoma della bottiglia è stata via via modificata fino ad arrivare alla forma attuale, più lineare e stabile.
Il sassolino viene preparato impiegando l'anice stellato, frutto dell'Illicium verum hook, pianta simile all'alloro e originaria della Cina. Il suo aspetto ricorda una stella formata da 8-12 follicoli appuntiti di colore bruno rossastro, contenenti ciascuno un seme più chiaro, di odore anisato e di sapore dolce. Il sassolino è un liquore dall'aspetto limpido e brillante e dal sapore asciutto, aromatico e persistente, con un forte sentore di anice.
Nelle abitudini alimentari dei modenesi viene consumato a fine pasto, come liquore digestivo e correttivo del caffè. Nella gastronomia, invece, viene impiegato principalmente come aromatizzante nella preparazione dei dolci, dalla pasta frolla alla zuppa inglese, dalla torta di riso alla torta di tagliatelle e al pane di Natale; può inoltre essere ingrediente di specialità tipiche come il bensone, dolce e merenda di molti modenesi. Il sassolino è infine ottimo anche degustato come altri noti liquori nazionali ed esteri a base di anice: freddo o con ghiaccio.
La produzione del sassolino è oggi posta sotto l'egida del marchio collettivo "Tradizione e sapori di Modena"