A voi una pagina del diario per Dahab scritta quattro anni fa, una delle mie preferite. Buona giornata di luce.

"Realtà scomposta dalle raffiche di mare. L’umore salsoiodico dell’ambiente è già umore salsoiodico mio; penetra nelle fibre della carne e della sensibilità evocando imbarcazioni antiche e pescherecci, profumo di pesce sotto le fasi lunari, aroma di risacca fin sulle montagne desertiche di un rosso incontenibile perfino dal più vasto e coraggioso tentativo di poesia.

Così mi abbatte, il fluttuare combinato dei colori complementari del nord Africa, quel rosso di rame e quel blu malandrino che attanagliano la mia personalità, annientandola nel puro Essere, in cui si annaspa nella disperazione di una forma, di un’identità qualunque a contrastare la forza del cantico del mondo. Siamo microbi: una frana di terra bruciata rotolando verso il mare cobalto annulla senza un tempo la mia immensa, microscopica sensibilità umana incapace di contenere.

La bonaccia diviene inimmaginabile di fronte a tanto brio dal mare e dalle cime del Sinai, sale, polvere e colore regnano sovrani, poi la spuma bianca contro un blu abbacinante, e i pensieri che si frantumano in cristalli.

Orione sul trono di questa dittatura di elementi caparbi.

Le Pleiadi sul deserto laddove il mio zenit è un irrisorio falò.

Accanto, un dedalo magico scoperto nascosto in un piccolo avvallamento, appena sopra Dahab. Non sono io a scrivere. E’ il mare. Il mio io giace vittima dei capricci tra due opposte maree. Non so dunque come si possa parlare con me, prendermi in considerazione, o ancor meno abbracciarmi. Tutto si sbriciola nel divenire delle correnti. Per un attimo sono raffica, poi sono mareggiata, poi sono crepuscolo disteso sulle estensioni acquose. Dunque SI E’, all’ennesima potenza, e contemporaneamente non si è niente, perché è il mare."

(Pubblicazioni: https://soniaserravalli.wordpress.com/pubblicazioni-e-non/)