Chi è Alessandro Selli.
Laboratorio diretto da Giancarlo Sepe “La Palestra dell’attore”, Teatro La Comunità, Roma 2013-Lezioni private di Dizione con Daniela Tosco 2012
-Workshop Intensivo di Recitazione con Vincent Riotta 2011-Corso di Dizione e uso della Voce con Patrizia La Fonte 2009-
Seminari sulla Voce “Tecnica Linklater” con Susan Main e Alessandro Fabrizi 2008-Seminari di Recitazione,Training e Analisi del Testo con Michael Margotta,
Actor’s Center Roma TEATRO 2011-“The Dumb Waiter”di H.Pinter, Ruolo:Gus, Regia di Vincent Riotta TELEVISIONE 2010-Serie Tv “Alteregay” Ruolo:Testimone di Geova, Regia di Lucio Lepri CINEMA 2013-“Tender Eyes” Ruolo:Uomo in Blu , Regia di Alfonso Bergamo 2011-“The Labyrinth”Cortometraggio, Ruolo:Il Muto, Regia di Alfonso Bergamo
L'Intervista.
Quando ti sei accostato per la prima volta al campo artistico?
"Durante l'adolescenza amavo molto i film, e sentivo una sensazione di gioia quando vedevo qualcuno recitare su un palscoscenico, e mi sono detto -un giorno vorrei salire su un palcoscenico e cercare di trasmettere qualcosa ad un gruppo di persone,- forse questo è stato il primo approccio con il mondo artistico..poi dopo chiaramente sono arrivati i corsi e i vari laboratori per imparare."
E oggi cosa ti spinge a continuare questo percorso?
"La cosa che mi spinge a continuare è la grande passione e il grande amore che ho per questo mestiere, e per la felicita che ti da il sentire di aver trasmesso qualcosa ad altre persone, o stare a contatto con le numerose bellissime persone che svolgono questo mestiere,. almeno per quanto mi riguarda, forse sono stato fortunato. ho incontrato molte persone piene di umanità e sensibilita'."
Chi vorresti ringraziare per il successo ottenuto?
"Sinceramente svolgo questo mestiere non per il successo ma per le cose che ho esposto nelle risposte precedenti. "
Un aneddoto che mentalmente non ti lascia...
"L'attimo pima di entrare in scena, ero dietro le quinte e c'era uno specchio ero li, lo specchio rifletteva la mia immagine ed ero terrorizzato...poi sono entrato e tutto è finito ed è subentrato tutto il lavoro fatto alle prove...li per la prima volta ho capito quanto sia importante il lavoro sul personaggio.!"
Parlaci del tuo ultimo progetto...
"L'ultima mia esperienza è stata Il Calapranzi (*) di Harold Pinter con la regia di VIncent Riotta un 'esperienza unica sia a livello umana che professionale...la prossima stagione teatrale sarò in scena con un 'altra opera di PInter...ma ancora non sappiamo quando e dove, è tutto ancora in fase organizzzativa."
Per sentirsi realizzato con quale regista o autore vorresti lavorare?
"Mi piacerebbe lavorare con Sorrentino ...amo i suoi film..."
Definisciti in tre parole...
"Sensibile', Grintoso e Pigro..!"
Se tornassi indietro cosa non rifaresti?
"Rifarei tutto, perché penso che anche gli sbagli servano per la nostra crescita umana e professionale..."
(*) Il Calapranzi Lo spettacolo teatrale autoprodotto dai due attori Marco Pancrazi e Alessandro Selli. La regia è affidata a Vincent Riotta, reso famoso dalla partecipazione alla serie «Squadra Antimafia» e «Il Capo dei Capi», in cui interpretava il ruolo del pentito di mafia Tommaso Buscetta.
La trama de: Il Calapranzi
L'azione si sviluppa in un seminterrato spoglio e desolato dove due uomini, Ben e Gus sono in attesa di qualcosa.
Ben è il più autoritario e trascorre il tempo leggendo il giornale, Gus invece è passivo ma è l'unico che utilizza la parola in modo positivo, facendo domande, le quali però non trovano mai risposta. Ne derivano dialoghi vuoti, illogici, irrazionali.
Nel corso delle battute si scopre che essi sono due sicari professionisti che attendono istruzioni da un misterioso capo, che sembra comunicare con loro tramite un calapranzi, dal quale vengono fatti scendere oggetti e messaggi.
Non conoscono la loro vittima, sanno solo che prima o poi entrerà dalla porta dello scantinato dove sono chiusi e loro dovranno ucciderla.
L'attesa è snervante ed i due riempiono il loro tempo parlando di cose futili, in un crescente stato ansioso che li porta allo scontro verbale, sebbene non acceso. Il dramma termina con il sipario che si abbassa nel momento in cui Ben punta la pistola verso Gus, indeciso se eliminare la sua interiore personalità, identificata nell' opera nella persona di Gus, molto più semplice e positiva a dispetto di quanto Ben esprima. Quale sarà la scelta: allo spettatore la propria personale valutazione.
Ringraziamo Alessandro e vi diamo appuntamento a domani, su Stelle di Giorno, per un'altra intervista, un'altra emozione!