Cinzia Farina presenta Stefania Bruno, l'artista ennese che "comunica con le mani, donando la sua arte".
C’è sempre un punto, negli oli di Stefania, d’angolo e primo piano, da cui nasce la visione e a cui ritorna, come un viaggio circolare che dalle cose attraversa l’anima e si dilata, e alle cose riapproda colmandole di significato. Una presenza forte, intensamente materiale e accesa, che diventa insieme chiave e sigillo della rappresentazione. Una macchia fiorita, un ficodindia, un cespuglio d’erba – ma più spesso, con la carica sottilmente emblematica della natura morta barocca, frutta, agrumi e melagrane, conchiglie e coralli, legni dipinti e scolpiti, strumenti musicali, e soprattutto vasi. Oggetti cardine e radice, tanto levigati e splendenti da sembrare tagliati nella luce – tanto iperreali, a volte, da capovolgersi istantaneamente nell’immaterialità .
Colti al confine, al passaggio. Da qui scaturiscono attimi folgoranti e visionari (non sogni, nonostante le citazioni onirico-surreali) che – condensando percezione ed emozione, memoria e pensiero – trasfigurano il reale. La dama bianca, Principesca, Sogno di una sagra di fine estate, dove il paesaggio architettonico si disfa nella ricchezza esplosiva della materia colorata. Dal caldo al freddo, dal rosso al sanguigno, al giallo, a una polvere d’oro acceso, al blu fino agli azzurri più tersi ed evanescenti – una gamma infinita di toni che il gesto veloce, ampio e sicuro, restituisce sempre al massimo grado di intensità luminosa. In altre tele, come Estate o Fiaba Siciliana, è l’estrema limpidità degli oggetti e il nitore tagliente della luce a generare, per eccesso, la trasfigurazione. In un contesto vagamente magrittiano (un Magritte diversamente accentato, femmina e meridionale), il colore spinto, tendente all’acido – apparentato per un verso all’arte sacra dei grandi manieristi e per un verso all’espressionismo dell’arte popolare – oltrepassa i limiti del reale, stravolgendolo nell’incorporeità .
Una speciale metafisica, meditativa e carica di passione, che non ha bisogno della figura umana, tanto che a volte la ragione della sua sporadica rappresentazione sembra risiedere semplicemente nella necessità interna di un tono caldo offerto dall’incarnato. Un solo oggetto o una sola parete dipinta – si veda la ricchezza dell’impasto cromatico e luminoso nel Portone di Mineo, o Via Trieste – spalancano un universo e parlano da soli. All’interno della sua scelta figurativa dunque, Stefania non imita, né racconta. Potenzia ed evoca.
Chi è Stefania Bruno?
Stefania Bruno, pittrice, nasce ad Enna dove vive e realizza le sue opere. Inizia il suo percorso artistico a 17 anni seguendo le orme del nonno Vincenzo Bruno, il quale le trasferisce l’amore per l’arte e la ricerca del bello. Stefania intraprende la pittura attraverso un linguaggio surreale traducendo visioni oniriche e sensazioni in materia vibrante, fruibile agli altri. L’amore per la natura e lo studio approfondito di essa, portano l’artista a sperimentare nuove tecniche pittoriche, ed a confrontarsi con altri stili. La pittrice ha all’attivo numerose personali e collettive, ha inoltre partecipato a numerosi concorsi di pittura. Ha illustrato una fiaba di Vittorio Spampinato dal titolo "La leggenda delle farfalle".
L'Intervista a Stefania, per Sestodailynews!
Cosa è per te "disegnare"?
Per me disegnare è lasciare un segno, avere consapevolezza di esistere, cogito ergo dipingo!
Cosa ti spinge a continuare questa passione?
Mi fa sentire, viva, felice, attraverso le mani, rimando le esperienze che ho vissuto e filtrato....
Il tuo primo giocattolo da bambina qual è stato e quale pensiero ti viene in mente ricordandolo?
Quello che ricordo, è una bambola, coi capelli rossi ed un vestito di velluto blu, i miei genitori , per il giorno dei morti, me la fecero trovare dentro l'armadio.... Dicendomi che "l'avevano portata i morticini" grande terrore da parte mia ad aprire l'armadio...
La prima parola che dici a voce alta appena sveglia...
Forza giuiuzza (a me stessa)!
Ringrazieresti qualcuno per il successo ottenuto?
In primis Dio! Poi me stessa, per aver sempre creduto nelle mie capacità , e poi ovviamente grazie a mio nonno, ed ai miei genitori, che anche quando ci sono stati degli ostacoli , mi hanno dato fiducia!
Se potessi tornare indietro, cosa non rifaresti?
Rifarei tutto, non ho rimpianti
Mamma e papà quanto hanno influito sulle tue scelte da adulta?
Credo da sempre
Qual è la tua città d'origine e cosa ricordi di lei?
Sono di Enna, città dove gli inverni sono rigidi e le estati torride,la gente è semplice e molto ospitale, Enna è la mia infanzia, profumo di muschio e caldarroste...
Un pensiero a...............
Un pensiero alla mia amica Renata Zanca, ( la baronessa) , una donna, mi ha insegnato più di quello che lei crede,le voglio un gran bene.
Di seguito il link per poter seguire la puntata di Tù sì que Vales!
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