Partecipa a Sesto Daily News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

P. Giovanni Battaglia: "Attraverso le reti sociali si possono creare legami "senza confini", anche questa è una Missione!!

Il mio primo giocattolo? Una trottolina...forse a significare la mia vita nelle mani di Dio!

Condividi su:

Esistono "chiamate" per le quali daresti la vita, altre il tuo tempo, altre ancora semplicemente un'ora...o un minuto!

Eppure l'ospite di oggi, cari lettori del nostro quotidiano, è Padre Gio Battaglia che ha fatto della sua vita un esempio di generosità e altruismo dedicando gli anni più belli alla missione per eccellenza: servire Dio!

Sacerdote diocesano Fidei Donum in Brasile dal 2003 al 2013 e Direttore dell'Ufficio Pastorale Missionaria, noi che l'abbiamo incontrato gli abbiamo chiesto, prima di intervistarlo, un suo pensiero sull'eco humana... e ci ha risposto così:

Lo sfruttamento cieco della natura ci ha portati allo sfruttamento umano al nuovo schiavismo... abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza di curare un giardino di camminare insieme agli animali che ci sono stati affidati di contemplare le stelle e non come il commerciante del piccolo principe che le contava e ricontava pensando che ne era il proprietario.

"Cinquecento e un milione seicentoventiduemilasettecentotrentuno. Sono un uomo serio io, sono un uomo preciso."

"E che te ne fai di queste stelle?"

"Che cosa me ne faccio?"

"Si".

"Niente. Le possiedo io".

"Tu possiedi le stelle?"

"Si".  (Il Piccolo Principe)

L'Intervista a Padre Giovanni Battaglia

Cosa è per te essere missionario ?

Il 23 giugno 2003 in Cattedrale a Ragusa ho ricevuto da Mons. Paolo Urso il mandato missionario per recarmi in Brasile presso la Diocesi di Ourinhos a nome della diocesi di Ragusa, per cui la missionarietà sacerdotale la vivo come Fidei Donum, cioè un “ponte“ tra due chiese. Per circa 10 anni ho sperimentato la gioia del condividere il mio ministero sacerdotale a servizio della piccola e umile Comunità parrocchiale di Salto Grande nello stato di San Paolo sulle rive del Paranapanema, antico santuario degli Indios Bugres e di altre etnie.

In questi anni di “Missio ad Gentes” ho sempre sperimentato e testimoniato la forza della preghiera e della fraternità della chiesa ragusana nella realtà storica della chiesa brasiliana a sostegno della fede condivisa. Per la verità la dimensione missionaria si è via via precisata meglio lungo il percorso fatto, aprendo nuove piste e creando nuovi legami nel regionale Btucatu (8 diocesi) e nela fraternità realizzata tra la chiesa di Ourinhos e la Prelazia di Tefè dell’Amazzonia. Posso dire in questo senso di aver vissuto una esperienza missionaria senza confini.

La missionarietà per me è stata ed è anche la presenza attiva nelle reti sociali che hanno permesso alla giovanissima diocesi di Ourinhos di essere legata alle varie realtà latino americane e di accompagnare anche parecchie situazioni critiche socio politiche e campagne in difesa dei diritti delle Comunità, specialmente indigene e delle comunità amazzoniche. In questo senso ho avuto la gioia di essere pioniere creando siti, blogs, twitters e pagine su facebook per la “Diocese de Ourinhos”, “Santas Missoes Populares”, parrocchie “Salto Grande, Tejupa’, Ocauçu” e per il Consiglio Missionario Regionale “Comire Botucatu”.

Questa missione nella missione, caldeggiata sia da papa Benedetto che da papa Francesco, continua ancora oggi nella gioia di servire la grande Comunità di cui mi sento parte viva e “ponte” . La missione ecclesiale in rete ,che in Italia sta muovendo dei primi passi, rappresenta oggi una presenza dinamica e gioiosa, tramite la pastorale della Comunicazione, nelle reti ecclesiali latino americane che sono tra le più qualificate ed estese del pianeta.

Cosa ti spinge a continuare questo percorso?

Rientrato in diocesi di Ragusa nel gennaio 2013 ho sentito forte la bellezza di testimoniare la realtà di chiesa vissuta in Brasile e in qualche modo mi sento adesso come parte di quella chiesa brasiliana che vive la sua bella fraternità con la chiesa di Ragusa. Sono stato chiamato “dalla fine del mondo” (per usare l’espressione di Papa Francesco” dal Signore, tramite il vescovo Paolo, a vivere la dimensione missionaria come nuovo direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano e come parroco all’Ecce Homo a Ragusa.

L’incarico diocesano mi permette di tenere il cuore aperto al mondo intero, alimentando il fuoco della missione nella gioia di servire, favorendo collegamenti e sostegno ai missionari iblei sparsi nel mondo.

Il tuo primo giocattolo…

Quali pensieri ricordandolo…. Nella mia infanzia non ho avuto molti giocattoli, erano tempi nei quali si vivevano con più serenità le relazioni familiari e di vicinato e per lo più in strada si organizzavano giochi comuni, ma ricordo in particolare una trottolina di colore rosso con dei disegni vaghi… Questo ricordo mi fa pensare a come si viveva nella semplicità la dimensione ludica e come quella trottolina richiedeva perseveranza nei vari tentativi di fare girare quanto più a lungo possibile e questo già bastava per dare una sana gioia.

Mi sembra che la “trottolina” possa anche rappresentare un segno della mia vita nelle mani di Dio che nel sua benevolenza ci chiama a seguire percorsi incredibili e insperati in un fantastico caleidoscopio di colori, che nello stesso tempo diffonde una gioia e un’allegria divina.

La prima parola a voce alta che dici appena sveglio...

Grazie, mio Dio ! La mia vita è un canto di amore a te, mio Signore ! Ricordo sempre una espressione di Madre Teresa di Calcutta: “ora che so quanto amore Dio ha avuto ed ha per me non mi basta tutta la vita per ringraziarlo adeguatamente !E’ proprio così, sperimento quotidianamente il limite della gratitudine a Dio e sono molto convinto che proprio dalla gratitudine nasce la gratuità del vivere e del donarsi.

Chi ringrazieresti ?

Rivedendo la mia vita la mia gratitudine è rivolta a Dio in primo luogo, come dicevo e poi ai miei genitori specialmente mamma Concetta e papà Titta che mi hanno trasmesso con la vita la gratitudine a Dio e l’attenzione al prossimo e mi hanno lasciato libero di seguire il mio percorso religioso fin da piccolo con una autonomia e oserei un sacro rispetto nelle scelte impegnative e importanti.

Anche quando si è trattato di partire per il Brasile. E’ bello poter condividere con voi la preziosità del sostegno che ho avuto ed ho dalla famiglia e in particolare da mia mamma, sia con la preghiera che con i ripetuti inviti ad aiutare i poveri, a servire bene la Comunità alla quale ero stato mandato. Mia mamma, aiutata dai collegamenti in rete, si è tanto affezionata a quella Comunità che la prima volta che sono rientrato per le vacanze mi ha chiesto come avrebbe fatto quella Comunità senza di me. Nel momento in cui ho detto che rientravo in Italia mi sono premurato di assicurarla che Dio aveva provveduto mandando padre Alex, giovane prete indiano, alla Comunità di Salto Grande.

Oggi lei continua a pregare per la Comunità e per il il suo giovane pastore. In occasione del 50° di matrimonio dei miei genitori (4 settembre 2004) mi trovavo a Vittoria e giunse un messaggio dall’amministrazione dell’ospedale di Salto Grande che si era bruciata l’apparecchiatura delle radiografie. Ebbene si riuscì con familiari e amici a comprare un nuovo apparecchio,, una incubatrice e un “ossimetro di polso” per l’ospedale di Salto Grande.

La realizzazione ad un anno del mio arrivo in Brasile suscitò una gratitudine infinita nella cittadinanza e si espresse con la consegna della “Cittadinanza Onoraria” e con una accoglienza calorosa al rientro dalle vacanze. La mia gratitudine e anche per tutti coloro che il Signore mi ha fatto incontrare nella quotidianità della vita e del servizio ministeriale e particolarmente nelle Comunità parrocchiali di Vittoria, Comiso, Acate ed oggi a Ragusa.

Cosa non faresti se potessi tornare indietro?

Guardando al mio vissuto vi scorgo tante omissioni e a volte delle sviste nelle scelte quotidiane o decisioni che bisogna prendere sul momento, ma che alla luce del senno di poi tu vedi che potevano anche essere diverse. Specialmente trovandoti in un paese e in una cultura diversa succede di creare equivoci che chiarisci con l’esperienza e nel tempo. E’ l’amore misericordioso del Padre che ci rinnova ogni giorno facilitando di servirlo nella gioia.

La tua città di origine?

La città di Vittoria rappresenta per me non solo le radici ma quel microcosmo che contiene veramente in se quanto di meglio e a volte anche di brutto si può incontrare nel pianeta. Vittoria mi sembra vicina a tante città del sud America perché non ha radici profonde e tutto vi attecchisce, nel bene e nel male. L’intraprendenza, la creatività, costituisce un unicum interessante sia dal punto di vista sociale che religioso, dove la crisi economica si è avvertita subito e dove sono germogliati subito segni di speranza.

Un pensiero a….

Un pensiero finale lo dedico al Pianeta Verde-azzurro con le sue tragedie dovute all’avidità senza limiti di qualche centinaio di folli che detengono le ricchezze di una buona fetta di umanità e continuano a divorare risorse per restare a galla sulla scialuppa del Neocapitalismo.

Un pensiero lo dedico a tutti i compagni di viaggio che quotidianamente e con amore lottano per alimentare la speranza, contemplando quei germogli di fico, di rosmarino, di carrubo. A coloro che stanno custodendo i semi delle piante tradizionali preservandoli per l’umanità futura in una lotta impari contro Monsanto e complici. Un pensiero a Henriquetta e consacrate che rischiano quotidianamente la vita per liberare, dalla tratta, giovani vite destinate ai traffici internazionali. Un pensiero a Dom Erwin, il davide brasiliano, che per amore allo Xingu, ai fiumi e alle famiglie-comunità riberigne, con i suoi 75 anni non va “in pensione”.

Un pensiero lo dedico a “ze Claudio e Maria” che per sua maestà “castagnerà” hanno dato la vita. Al vescovo della Patagonia che ha avuto il coraggio di parlare in Italia agli azionisti ENEL rivelando gli abusi che si stanno compiendo contro la sua Comunità Ecclesiale. Un pensiero ai profughi vittime del nuovo schiavismo che lucra ai “potenti” più del narcotraffico. Un pensiero di speranza a tutti noi sapendo che il Signore sta preparando per l’Umanità nuovi cieli e una nuova terra.

I contatti virtuali per saperne di più:

Facebook: Diocese de Ourinhos – Comire Botucatu –

Missio Diocesi di Ragusa – Gio Battaglia Blog: Diocesi di Ourinhos – paroquiasaltogrande – catequesesaltogrande.wordpress.com –

pegiobruno.wordpress.com missionariblei.wordpress.com

Ha collaborato con la Folha de Ourinhos

Interviste su riviste di Ecologia e ambiente

Condividiamo dalla pagina della Diocesi di Ourinhos questo importante reportage.

"O padre Giovanni Bruno, da Diocese de Ourinhos, interior de São Paulo tornou-se um dos mais atuantes ambientalistas em uma campanha de proteção do Rio Pardo, no qual existem planos para a construção de 9 pequenas centrais hidrelétricas. O clérigo atua em parceria com a ONG Rio Pardo Vivo. “Tive conhecimento da situação em abril, através de conversas com os amigos e da divulgação da ONG.

Como a maioria do povo aqui não está sabendo de nada, estamos procurando ajudar na discussão. Todo o clero da Diocese de Ourinhos foi visitar, em maio, a região de Santa Cruz do Rio Pardo [onde três PCHs estão previstas] para conhecer mais de perto a situação”, conta o padre. O gosto pessoal do padre Giovanni pelas causas ambientais está em sintonia com o tema da Campanha da Fraternidade 2011:

“Fraternidade e a Vida no Planeta”. Assim, ele conseguiu levar as discussões ecológicas para a igreja e para o blog da diocese, chamando a atenção da população local para os empreendimentos. “É preciso destacar que o nome de pequenas centrais hidrelétricas é só na teoria, porque elas causam grandes impactos ambientais e sociais. A região de Santa Cruz possui sítios arqueológicos que são Patrimônio Regional e Nacional, além da biodiversidade de fauna e flora. Somando os impactos dos três empreendimentos que se deseja construir no local, é como um tsunami para a natureza”, explica o pároco. Fundador da ONG Rio Pardo Vivo, Luiz Carlos Cavalchuki, afirma que um dos problemas da construção de PCHs na região é a questão do custo-benefício.

Isso porque o grande impacto ambiental das usinas Niágara, Santana e Figueira Branca não vai compensar a quantidade de energia estimadas para elas, somadas: 66 megawatts (MW). Além disso, ressalta Cavalchuki, “o levantamento do estudo de impacto ambiental foi feito em oito meses, constando poucos dados do ecossistema do local. Muitas espécies de peixes, por exemplo, ficaram de fora, assim como os sítios arqueológicos foram abordados superficialmente, maquiando informações para agilizar as obras”. Com o intuito de prorrogar o prazo para a avaliação do EIA-RIMA – Estudo de Impacto Ambiental e Relatório de Impacto sobre o Meio Ambiente (o prazo que foi dado para análise foi de 45 dias), a Associação de Apoio ao Desenvolvimento de Santa Cruz do Rio Pardo, emitiu um ofício à Companhia Ambiental do Estado de São Paulo – CETESB."

Flávia Moraes

Ringraziamo Padre Giovanni e gli diamo appuntamento sempre qui su Stelle di Giorno, per un'altra intervista, un'altra emozione!

Condividi su:

Seguici su Facebook