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LA DISSONANZA COGNITIVA – LA FAVOLA DELLA VOLPE E L’UVA

Yin e Yang

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La teoria delle dissonanza appartiene a Leon Festinger e fu ideata nel 1957. Festinger fece diversi studi, ma quello sulla dissonanza cognitiva fu uno dei più importanti. Questa teoria spiega come reagiamo quando ci troviamo in contraddizione tra due o più pensieri: ad esempio quando scegliamo un’opzione in modo opportunistico, anche se va contro i nostri valori, o quando facciamo qualcosa nonostante sappiamo ci faccia male...

In questi casi si parla appunto di dissonanza cognitiva e Festinger ipotizzò tre modi che attuiamo per ridurre l’incongruenza psicologica in questi casi: 

1. Il pensiero incongruente viene cambiato per renderlo più simile all’altro: per esempio DEVO RISPARMIARE vs AMO SPENDERE SOLDI, adeguerò uno dei due pensieri all’altro, nonostante in teoria la realtà non me lo permetterebbe. Potremmo convincerci che tutto quanto stiamo acquistando sia necessario e dunque non stiamo spendendo soldi inutilmente!

2. Aumentare le giustificazioni, anche socialmente ammesse, a favore del comportamento incoerente: se si beve troppo, nonostante si sappia che faccia male, si potrà sempre dire “il vino fa buon sangue”.

3. Ridurre la dissonanza cercando di avvicinare le risposte incongruenti: fare una vita sana e mangiare meno grassi potrebbe essere più
salutare, ma se è troppo difficile, ci si potrà giustificare dicendo che è meglio una vita felice, che una piena di sacrifici e rinunce.

Ci sono casi in cui la dissonanza cognitiva può fare male in amore, soprattutto quando ci si trova in una relazione con dei manipolatori, dei
bugiardi, dei traditori o degli immaturi. In questo caso la dissonanza cognitiva si lega alla negazione della realtà (si resta legati ad una idealizzazione dell’amato o si resta ancorati a ricordi di momenti in cui si è stati bombardati di attenzioni) facendo si che la persona “vittima” di queste persone in una relazione tossica, si culli nell’illusione che in realtà questo sia amore e il maltrattamento non esiste ma sia solo un effetto collaterale sopportabile.

In questo caso la dissonanza cognitiva aiuta ad andare avanti nella relazione, giustificando l’atteggiamento dell’altro. Normalmente le vittime di questi atteggiamenti soffrono di carenze d’affetto, bassa autostima o dipendenza emotiva e non riescono a staccarsi dalla persona manipolatrice. In questi casi, non bisogna avere timore di chiedere aiuto e di contattare un professionista, che possa aiutare ad uscire da questa situazione dolorosa, aiutando a rendere cosciente l’autoinganno e ad affrontare la realtà.
Ecco una simpatica favola che ci spiega la dissonanza cognitiva :

"La volpe e l'uva" di Esopo

C'era una volta una volpe molto furba.
Al suo apparire tutti gli animali del bosco fuggivano, sapendo quanto fosse crudele e insaziabile, tanto che alla fine si ritrovò senza più niente da mangiare. Affamata, la volpe giunse in un vigneto. Passò di fianco a dei tralci di vite da cui pendevano grossi grappoli d'uva matura, che parevano dolci e succosi.
"Uva? Con la fame che ho, meglio che niente.." si disse la volpe. Così si alzò sulle zampe posteriori e saltò con agilità per afferrare un po' d'uva, ma non riuscì a raggiungerla. Allora si allontanò per prendere la rincorsa e provò ancora, con tutte le sue forze. Riprovò più e più volte, con ostinazione ma senza alcun successo: i grappoli d'uva sembravano sempre più lontani. "Cra! Cra! Cra!" rideva dall'alto di un ramo una cornacchia, prendendosi gioco di lei.
"Quest'uva è troppo acerba! Poco importa se non riesco ad afferrarla... ritornerò quando sarà matura!" Concluse ad alta voce la volpe, gonfiando il petto per darsi un contegno, nonostante la delusione patita e la pancia vuota".

La volpe non riesce a raggiungere un obiettivo che si era prefissata: arrivare all'uva con un salto per cibarsi. Affamata e arrabbiata per non essere riuscita ad arrivare all'uva, si allontana dicendo che "è ancora acerba". Dicendo ciò, la volpe vuole convincersi e far credere che è inutile fare tanti sforzi per un grappolo d’uva acerba; ma in questo modo ha solo ingannato se stessa.

Questa favola ci insegna che non occorre disprezzare ciò che non si può avere. Questo comportamento della volpe è una tipica dissonanza cognitiva tipica ad esempio di di quelle persone che non riescono ad ammettere di non essere portati per fare un determinato lavoro e, per nascondere le proprie lacune, mentono sapendo di mentire, cambiando discorso o dando la colpa ad altro.

“A volte la gente non vuole ascoltare la verità, perchè non vogliono che le loro illusioni vengano distrutte” Friedrich Nietzsche

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