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Chiara Parenti: Tutta colpa del mare (e anche un po' di un Mojito)

"Un libro da "bere"... anche senza cannuccia!"

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Avete presente quando tentate di aprire una bottiglia di Louis Roederer Cristal? Bene! Sappiate che le eventuali bollicine le ha create Chiara Parenti, una scrittrice dall'etichetta prestigiosa, una "crescita esponenziale... alla lettura" ...solo che stavolta parleremo di Mojito...di primo amore...di cotte e di personaggi tutti rigorosamenti descritti dalla magistrale "penna" della scrittrice di Lucca!

Excursus di Chiara.

Dopo la laurea in Filosofia all’Università di Pisa e una serie di stage e lavori a progetto nell’ambito della comunicazione ed organizzazione eventi (la saga della “gavetta” è venduta a parte in fascicoli settimanali), diventa giornalista pubblicista e oggi lavora nell’editoria. Editor e redattrice, la Parenti inizia a sfornare libri: nel 2012 ha pubblicato il manuale Come correggere il proprio romanzo e nel 2013 due istant book (insieme a Rossella Monaco) Papa Francesco. Dialogo, apertura, umiltà: ecco il pontefice della svolta e 2013 Odissea al Parlamento. Ecco il Giorgio Napolitano bis, per le Edizioni Galassia Arte di Roma. Oggi ricopre il ruolo di Responsabile della Comunicazione della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, che solo a dirlo, sembra uno scioglilingua.  

Chi è Chiara?

Da piccola era sicura che Peter Pan prima o poi sarebbe venuto a prenderla per portarla sull'Isola che non c'è: per questo lasciava sempre aperta la finestra della sua camera... Un bel giorno, però, i suoi genitori misero le inferriate, causandole un grave disturbo post-traumatico da stress. Lei poi è cresciuta... ma, alla fine, avrà smesso davvero di aspettare Peter Pan?  

L'Intervista.

Quando ti sei accostata per la prima volta al mondo "letterario"?

Da pochissimo, sono come un pesciolino appena nato nel grande oceano dell’editoria. No, anzi, sono come l’ovetto da cui nascerà il pesciolino. Qui è tutto nuovo per me, e ogni giorno resto meravigliata dalle bellezze che ci sono su questi fondali, anche se ho già capito che c’è da fare attenzione a qualche squaletto qua e là. Che è da poco che sguazzo in queste acque, probabilmente si sente già dal livello delle mie metafore. Sembro la Sirenetta.

E oggi, cosa ti spinge a continuare questo percorso?

Il fatto che mi sto divertendo davvero moltissimo. Scrivere è una delle mie più grandi passioni e poterla condividere con tante persone è proprio entusiasmante. Fino ad ora ero abituata ad avere come lettori solo i miei sventurati parenti che, temendo forse un giorno di avere bisogno di un rene da me, si costringevano a leggere le mie storie per non farmi indispettire. E così adesso avere delle lettrici (e pure lettori!) in carne e ossa che parlano, e apprezzano perfino, il mio romanzo e i suoi pazzi personaggi, è davvero incredibile per me.

Chi ringrazieresti per il successo ottenuto?

Potrei scrivere un altro libro solo con l’elenco delle persone da ringraziare. Prima tra tutti c’è la mia Fatina Alessandra Bazardi, che mi ha insegnato che i sogni son desideri e a volte posso trasformarsi in una fantasmagorica realtà. Insieme a lei, ci sono le signore di EWWA (http://ewwa.org/), senza le quali non avrei incontrato la Fatina e, quindi starei ancora a pulire pavimenti a casa della Matrigna cattiva. E naturalmente poi ci sono il mitico team Rizzoli, la mia famiglia, e qualche angioletto che da lassù, sapendo quanto tenessi a questo sogno, adesso si gode lo spettacolo.

Un aneddoto che mentalmente non ti lascia…

La prima telefonata con Fatina Bazardi. Io l’avevo cercata per un’altra cosa a dire il vero, poi lei a un certo punto mi interruppe (anche perché sì, lo ammetto, sono logorroica) e mi chiese di mandarle una storia per un nuovo progetto a cui stava lavorando. Non poteva ancora rivelarmi di cosa si trattasse, ma ricorderò per sempre le sue parole: “Hai presente il famoso treno che passa una sola volta nella vita? Be’, questo è un Freccia Rossa. Ti conviene non perderlo...” E capii subito che doveva essere davvero un’opportunità da cogliere al volo, specie per una come me che non era neanche mai arrivata in stazione.

Parlami del tuo ultimo "progetto"

Sei la prima che me lo chiede e devo dire che fa un certo effetto. Non sono molto pratica, come dicevo, ma credo che in questi casi si debba rispondere che è ancora tutto top secret, così, sai, tanto per darsi un tono... Quindi, ecco, non posso parlarne molto, in verità. Posso solo dire che è una storia molto diversa da “Tutta colpa del mare”, più ironica, ma comunque sempre romantica. Un po’ sullo stile di Emma Chase, hai presente? Ecco. E a raccontarla, stavolta, sarà il protagonista maschile. È la prima volta che indosso i panni di un uomo e devo dire che mi sono divertita tantissimo.

Per realizzare il tuo sogno, con quale autore vorresti lavorare?

Federica ‒ sei un mito! –Bosco. Ho letto tutti i suoi libri e la seguo sempre, a volte la sogno pure la notte. Scrivere un romanzo a quattro mani con lei sarebbe fantastico e mi piacerebbe farlo presto, almeno prima che mi accusi di stalking e il tribunale emani un ordine restrittivo.

Definisciti in tre parole.

Sole. Cuore. Amore. Come la canzone. Sono solare, dolce e una gran romanticona.

Se tornassi indietro cosa non rifaresti?

Non aspetterei così tanto tempo prima di buttarmi in acqua, qui si sta da Dio. Tanto per proseguire la metafora marina. Abbiate pazienza, oggi va così…

Cosa consiglieresti ai giovani che si vogliono accostare al mondo della Letteratura?

Oddio, io non sono mica tanto brava a dare consigli, sono più brava a chiederli. L’unica cosa che posso dire, a costo di sembrare scontata e pure un po’ patetica, è di non arrendersi mai, di non abbattersi di fronte alle difficoltà e alle porte sbattute in faccia, ma imparare dai propri errori e riprendere il cammino più forti di prima. Con i libri, così come nella vita. Perché, come mi ha insegnato Fatina Bazardi, i sogni a volte, possono diventare una fantasmagorica realtà.

Il primo pensiero rivolto a…

Fatina Bazardi. E l’inizio di tutte le cose…

Il libro: Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)

La trama:

La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni. Ritornare nei luoghi in cui ha lasciato il cuore e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Così decide che qualche mojito non potrà farle male… e anzi l’aiuterà. Il mattino dopo, però, Maia non ricorda niente. Non ha idea di cosa abbia combinato durante quel folle venerdì notte. In compenso, però, lo sanno i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente e compromessa in ogni settore della sua vita, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio? Perché se è vero che l'alcol fa fare pazzie, è altrettanto vero che a volte aiuta a fare la cosa giusta!  

Che dire? Ti aspettiamo qui Chiara, su Stelle di Giorno, per un'altra intervista, un'altra emozione!

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