Nato a Rivoli in Piemonte, presumibilmente tra il 1420-23 non si hanno notizie certe sulle sue origini e sulla sua vita fino a quando giunto a Firenze entra a far parte del convento cittadino dei Domenicani , che con l'aiuto di Cosimo de Medici il Vecchio regnante senza titoli sulla città , i frati hanno rimesso a nuovo, dopo che sono succeduti ai Silvestrini alla guida dello stesso.
All'epoca del suo arrivo il priore del convento è Antonino Pierozzi che presto diventerà arcivescovo di Firenze e Frate Giovanni da Fievole che diverrà Beato Angelico lo sta affrescando. Antonio Neyrot sarà cosi uno degli ultimi giovani seguiti da Antonino, che lo metterà in guardia sulla fretta e gli insegnerà i giusti passi per diventare un buon domenicano, ovvero molto studio,e anco più preghiera.
Ma nonostante le raccomandazioni Antonio mal sopporta gli studi e non conosce la pazienza, sentendosi pronto per andare in prima linea, insiste con i superiori per essere mandato in Sicilia e al loro no, si rivolge a Roma che lo accontenta. Nel 1458 si imbarca dalla Sicilia diretto forse a Napoli, forse in Africa ’ipotesi credibile con le sue note impazienze missionarie.
Sbarcherà a Tunisi come schiavo dopo che la sua nave venne assalita dagli schiavi e li in breve tempo rinnegherà la sua fede e prenderà moglie trasformandosi in musulmano.
La notizia della morte del suo maestro il Vescovo Antonino avvenuta nel maggio 1459, viene a sua conoscenza , non è chiaro se per un racconto di un mercante o per un apparizione in sogno dello stesso maestro, e il Neyrot senza indugio e senza ripensamenti riabbraccia la fede cristiana. Indossa l'abito domenicano che aveva dismesso e proclama pubblicamente alla presenza dell'emiro la sua ritrovata fede.
Condannato a morte per lapidazione, la sua sentenza venne eseguita secondo il Martirologio romano, nella feria quinta di Coena Domini, ovvero il giovedì Santo del 1460.
Mercanti genovesi riportarono il suo corpo in Italia e nel 1464 le sue spogli raggiunsero la Natia Rivoli dove tutt'ora sono custodite nella collegiata di Santa Maria della Stella.
Clemente XIII ne ha approvato il culto come beato nel 1767.