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Beata Chiara Gambacorti

Santo del 17 aprile

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Il suo vero nome potrebbe essere Teodora o Vittoria ma da tutti veniva chiamata con il nomignolo di Tora :Figlia di Pietro Gambacorti nasce nel 1362 probabilmente a Firenze dove la sua famiglia era in esilio dopo aver perso la signoria di Pisa, o forse in questa città di cui il padre nel 1369 si sarebbe impadronito del potere.

Fin da giovanissima Tora viene inclusa nei progetti finanziarie politici del padre, che nel 1374 la concede in sposa a Simone massa giovane rampollo di un importante famiglia. Il marito morì dopo solo tre anni e la sua famiglia riaccolse tara vedova appena quindicenne tra le sue braccia, con l'intento del padre di poter organizzare altre nozze di comodo per il suo potere. Ma la ragazza si rifiuta di accondiscendere ai voleri della famiglia , per seguire i consigli di Caterina da Siena incontrata a Pisa nel 1375 che attraverso le sue lettere la indirizza verso la vita monacale. Decide pertanto di ritirarsi presso le monache Clarisse, dove dopo poco tempo verrà portata via con la forza dai fratelli inviati dal padre. Ma la ragazza ha preso la sua decisione dopo pochi mesi di prigionia domestica, la sua famiglia acconsente alla sua volontà di entrare nel monastero di Santa Croce, dove Tara vestirà l'abito religioso e prenderà il nome di suor Chiara.

Il padre forse pentito, fece costruire a Pisa un nuovo monastero per la figlia dedicandolo a San Lorenzo e invitò in città Caterina da Siena che non poté accettare per motivi di salute, ma che seppur malata riuscì ad inviare una lettera con belle parole di gratitudine e con un avvertimento “sappia il signore di Pisa che è tempo per lui di “correggere” vita e comportamenti: «Non indugiate, che il tempo è breve e il punto della mortene viene, che non ce n’avvediamo».

Caterina muore nel 1380. Dodici anni dopo nasce a Pisa un’altra congiura contro i Gambacorti, appoggiata dai Visconti di Milano: e Pietro viene assassinato con i figli Benedetto e Lorenzo.
Nel monastero, suor Chiara diventa madre abbadessa, e fa della sua comunità domenicana un centro di diffusione del movimento riformatore nell’Ordine.

I beni dei Gambacorti le servono per farne anche un centro di accoglienza per ogni sorta di poveri. E un giorno battono alla sua porta la moglie e le figlie dell’uomo che ha ucciso suo padre e i suoi fratelli. E da quel momento il monastero di Chiara diventa anche la loro casa.
Per le sue monache, Chiara è già santa da viva. E nel giorno della morte, invece del Requiem, le loro voci intonano il Gloria.

Il suo corpo si trova ancora nel suo monastero.

Nel 1830, il pontefice Pio VIII ne ha confermato il culto come beata.

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