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Antonio Siciliano, una vita per la musica.

Abbiamo incontrato l'attuale gestore delle Sale Prova Comunali di Sesto San Giovanni.

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La città di Sesto San Giovanni, come sappiamo, è sempre stata in prima linea per le associazioni, soprattutto dal punto di vista culturale. Un punto di riferimento, soprattutto per i giovani musicisti sestesi sono le Sale Prova Comunali, che si trovano in Via Maestri del Lavoro angolo Via Felice Cavallotti. Abbiamo scambiato due chiacchiere con il gestore Antonio Siciliano, che ci ha spiegato più da vicino l'importanza delle Sale Prova.

Signor Siciliano, lei è il gestore delle Sale Prova Comunali. Può raccontarci da quanto svolge questa attività e qual è lo scopo prinicpale?
Cinque anni fa c'è stato un bando comunale, abbiamo partecipato e siamo stati gli assegnatari. Siamo un'associazione e lo scopo non è monetizzare sugli introiti delle sale prove, bensì volevamo stare più vicini ai cittadini sestesi che condividono con noi la stessa passione per la musica e lo spettacolo. Devio dire che non abbiamo mai fatto fatica a riempire le sale negli orari disponibili. Il territorio ha risposto sempre molto bene alla musica, c'è molto fermento non solo musicale ma anche dal punto di vista dello spettacolo e dello sport. Ogni oratorio ha la sua squadra di calcio, abbiamo anche una realtà storica come la Pro Sesto. E nella musica ci si difende sempre, abbiamo visto crescere i giovani che vengono qui. Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissati cinque anni fa.

Organizzate anche il concorso “Una voce per Sesto”, giunto ormai alla quinta edizione...
L'idea è partita dalle varie circoscrizioni di Sesto che ci hanno chiesto un preventivo per questo progetto. Ci abbiamo creduto e abbiamo deciso, invece, di collaborare nel vero senso della parola. Peccato che dopo 3 anni la legge italiana ha stabilito che i comuni con meno 100.000 abitanti non possano più avere vita nelle circoscrizioni a causa dei costi troppo elevati. Di conseguenza, nelle prime tre edizioni ogni quartiere dava un contributo,  ma successivamente ci siamo presi noi in carico tutto l'evento. Non abbiamo avuto problemi a trovare gli sponsor, fortunatamente, perché sia gli sponsor sia il pubblico sia i concorrenti hanno apprezzato l'iniziativa, dandoci l'input e il coraggio di andare avanti ogni anno. Adesso stiamo combattendo contro la disillusione e il dispiacere di vedere attività commerciali che chiudono. Non bastano i proventi delle sale per coprire tutti i costi e facciamo sempre più fatica a gestire questo tipo di realtà.

Qual è la soluzione per risolvere il problema economico?
Fortunatamente, per entrambe le situazioni (sale prova e concorso) non si sta parlando di cifre astronomiche. Grazie all'impegno dell'associazione e all'amore che ha per questi progetti, il gruppo direttivo si è autotassato per far andare avanti tutto.

Lei ha visto molti giovani passare per queste sale, potrebbe dirci che idea si è fatto della realtà musicale di Sesto San Giovanni?
Fermento ce n'è, perché ogni volta che entra un  utente nelle nostre sale, per legge dobbiamo far compilare una scheda. Non chiediamo contributo associativo, non ci interessano le tessere associative, ci interessano le persone che possono dare il loro contributo all'associazione con le loro idee, con la loro mano e il loro impegno. C'è una parte dell'utenza che sogna di diventare una star e un'altra parte che la considera un passatempo come leggere o andare in palestra. C'è chi è ambizioso e vorrebbe suonare davanti a un pubblico. Di posti nati per far musica ce ne sono tanti: nel locale piccolo ti chiedono di suonare gratis e quindi, essendo a costo zero, può permettersi di fare più serate alla settimana. Qua a  Sesto, ad esempio, ci sono il Travel, Spazio A, il Clan. Poi, non so se è un bene o un male, abbiamo il Carroponte. E' un bene in quanto è una delle realtà più interessanti a livello nazionale grazie alla sua struttura architettonica di stampo industriale ma dall'altra parte non è una cosa del tutto positiva, poiché diventa un'ossessione per i giovani che non riescono ad arrivarci, una sconfitta personale. Parliamoci chiaro, quello è un palco calcato anche da star nazionali e internazionali. So che è una dichiarazione molto forte, ma funziona così.

Oltre alla musica, partecipate ad altre iniziative?
Collaboriamo con altre associazioni e enti privati che ci chiedono una mano. Un esempio su tutti, abbiamo collaborato per il centenario della Pro Sesto. Inizialmente ci hanno chiesto un preventivo ma abbiamo pensato che fosse giusto dare una mano, sia l'intrattenimento musicale con uno spazio al vincitore di "Una voce per Sesto" sia dando un supporto con gli impianti audio. Tutto ciò perché volevamo essere al fianco dei cittadini sestesi per un evento importante come il primo secolo di vita di una società sportiva così importante. Oppure, quando c'erano ancora i quartieri, abbiamo organizzato per un paio di anni il Capodanno gratis per gli anziani. Perché c'è da ricordarsi che il rock è stato inventato settant'anni fa e che il bacino di persone che ascolta la musica ha un vastissimo range di età. Ricollegandomi a ciò che dicevamo nella prima domanda, ritengo che i soldi spesi per promuovere la cultura non siano mai persi, al contrario c'è un perenne bisogno di locali che abbiano come scopo quelli di aiutare la cultura. Ci sono associazioni che fanno fatica a trovare degli spazi, ad esempio il coro gospel. A Sesto mancano spazi teatrali di questo tipo.

Secondo lei, c'è qualcosa che dovrebbero imparare gli emergenti?
Mi tocca tirare le orecchie agli emergenti perché difficilmente un gruppo di emergenti va ad ascoltare un altro gruppo che sta facendo gavetta come loro. La cosa tipica degli eventi che hanno come protagonisti gli emergenti, è il cambio di pubblico. Un ragazzo dice agli amici “vieni pure alle 23 che inizio a suonare a quell'ora”. Al contrario, il messaggio più producente è “stasera c'è uno spettacolo che inizia alle 21, suonano tre gruppi. Guarda pure tutto il concerto, così poi mi dici cosa ne pensi”. La cultura è così: se vuoi fare musica, devi continuare a coltivare e mangiare musica. Si spendono molti soldi per andare a vedere le star nazionali e internazionali al Carroponte, prendendoli come punto di riferimento, e si snobbano gli emergenti. Questi ultimi, a loro volta, dovrebbero capire che se non si cambia direzione non ce la si può prendere col prossimo, perché sono loro stessi a non assistere ai concerti di band giovani come le loro. Poi è chiaro, siamo abituati a fruire gratuitamente della musica e non c'è più la ricerca per la novità. Tornando a “Una voce per Sesto”, diversi anni fa a Reggio Emilia, in un concorso molto simile, si sono classificati Orietta Berti, Iva Zanicchi e Gianni Morandi al secondo, sesto e nono posto. E l'anno dopo erano già a Sanremo. Bisogna dare il giusto valore a tutto, a partire dagli addetti ai lavori. Nel nostro concorso, ad esempio, c'è il grande maestro e arrangiatore Vince Tempera in qualità di giurato.

Quale consiglio darebbe ai cittadini di Sesto?
Di ritagliarsi un pochino di tempo. Oggi va tutto veloce, si corre per andare a lavorare e tornare a casa. Anche la musica si scarica, legalmente o in modo piratesco, per mancanza di tempo. Invece la musica, per sopravvivere, ha anche bisogno di esser vista!

Incontrate anche Voi Antonio Siciliano andandolo a trovare alle Sale Prova della nostra città.

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