Si intitola "PLACES WE CAN GO HIDE" il disco di debutto di STEREONOON, un interessante collettivo funk-nu jazz-neo soul.
I brani del disco, rispetto a quelli dell’EP del 2021, hanno sonorità più moderne in cui la componente Nu Jazz, sempre presente, si fa più nascosta lasciando spazio a elementi Pop e Neo Soul. L’album si avvale di diverse collaborazioni prestigiose: come nel lavoro precedente (L’EP “Yeah. And Stuff”, marzo 2021) le batterie sono state affidate a Giacomo Ganzerli, così come le parti di tromba registrate da Mattia Pontegavelli.
Emiliano Vernizzi è al sassofono, un artista dal respiro internazionale in grado di passare dal Jazz colto e raffinato dei suoi Pericopes, ai palchi di Ligabue, Cremonini, Negramaro, con i quali collabora anche in studio. A lui sono stati affidati, oltre alle parti in sezione, anche gli assoli di “Everyone Says” e “Inside The Reflections”.
L’ospite internazionale è Xantoné Blacq, attivissimo musicista londinese per anni a fianco di Amy Winehouse, che ha impreziosito due tracce, “18th Of July” e “Talk Is Cheap”, con i tasti del suo pianoforte e del suo piano elettrico.
Altro ospite, che partecipa attivamente anche ai live del collettivo Stereonoon, è Riccardo Dolci, chitarrista veronese, che spazia dal jazz al soul. Due suoi assoli compaiono nei brani “Sun Rays On Your Skin” e “To The Moon (And Back)”.
Il disco è stato registrato tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 tra Modena, Verona e Milano. La produzione, il mix e la masterizzazione sono stati curati da Max Tozzi, che nel disco suona il basso, le tastiere e le chitarre, mentre Anna Polinari ha cantato tutte le linee vocali principali e le armonizzazioni dei cori.
Del nuovo lavoro in studio, il duo racconta: «Dopo l’EP “Yeah. And Stuff” volevamo misurarci con un album vero. Ci siamo messi al lavoro già dalla primavera del 2021 e il risultato sono state le dieci canzoni che compongono “Places We Can Go Hide”.
Ci siamo divisi i compiti: Anna ha elaborato i testi sulle melodie composte da Max, che si è occupato di tutta la parte compositiva. È stato un lavoro diverso, per certi versi più equilibrato, che ci ha consentito di essere ognuno pienamente consapevole del proprio ruolo. La sintonia tra musica e testi ha sorpreso da subito anche noi e ci ha spinti ad abbracciare questo approccio creativo con maggiore entusiasmo.»