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Viviamo in un mondo di manipolatori: quali sono i segnali che contraddistinguono un persona manipolatrice?

Perché si viene soggiogati da alcune persone? Possiamo uscire da questa trappola.

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Viviamo in un mondo di manipolatori: quali sono i segnali che contraddistinguono un persona manipolatrice?

Perché si viene soggiogati da alcune persone? Possiamo uscire da questa trappola.

La maggior parte delle nostre decisioni dipende dagli altri. E’ vero ognuno è “faber fortunae suae” vale a dire, artefice del proprio destino, ma se sul proprio cammino si dovessero incontrare persone dalle quali scaturiscono le nostre posizioni e scelte, allora la componente fortuna o destino comincia ad assumere una valenza differente. Possiamo impegnarci, affinché la situazione cambi, reinventarci, cambiare strategia, tuttavia dinanzi a noi, dovrà sempre esserci qualcuno in grado di supportarci.

Può palesarsi anche una situazione in cui pur volendo costruire il nostro destino, veniamo affiancati da persone che scopriamo solo con il tempo, essere machiavelliche e manipolatrici. Queste sono le persone che ci sostengono in principio, che ci ascoltano per comprendere la nostra personalità, i punti di criticità e i punti di debolezza per poi sviluppare delle strategie volte a soggiogarci nella sfera lavorativa, oppure nella sfera personale. Si è parlato e si parlerà sempre dei manipolatori come persone intelligenti, audaci, furbe ma quali sono i segnali che li contraddistinguono rispetto agli altri individui?

Il manipolatore è un individuo autocentrato a tratti narcisista, ma soprattutto con atteggiamento ambivalente. Questo vuol dire che il manipolatore può dare amore e odio con la stessa attenzione e con lo stesso valore a tutti. Da un lato può apparire come una persona forte, desiderabile, capace di comprendere chi lo circonda; dall’altra parte, può mostrarsi presumibilmente debole strumentalizzando la propria posizione di bisogno e necessità, ottenendo ciò che vuole.

Esistono relazioni più o meno intricate in cui è difficile riconoscere queste tipologie di comportamento perché le azioni del manipolatore sono molto subdole e studiate con cura. Un aspetto interessante che lo contraddistingue è l’incapacità nell’essere empatico, ovvero di guardare la realtà con gli occhi dell’altro, di immedesimarsi in alcune situazioni al punto tale da provare delle emozioni condivise. Questi non è in grado di entrare in una relazione, ma si preoccupa solo di se stesso, tanto che l’altro è percepito come strumento per soddisfare i propri bisogni. È capace di far sentire amata, importante la vittima e subito dopo, demolirla psicologicamente, disprezzandola, allontanandola, facendola cadere nel vuoto.

Tale incapacità di gestire le relazioni se non per il raggiungimento dei propri scopi è tipica del manipolatore. Solitamente questi viene attratto da persone bisognose, che stanno vivendo un momento particolare o difficile della propria vita, in difficoltà ed emotivamente suscettibili. I manipolati hanno la caratteristica di essere persone fiduciose, aperte all’altro o perlomeno orientate verso una relazione di supporto. Spesso si è soggiogati da questa tipologia di persone proprio perché necessitiamo di sostegno, di affetto, di comprensione. Non accorgendoci purtroppo della strumentalizzazione indotta, anche alcune briciole d’affetto risultano essere importanti rispetto ai malesseri, difficoltà e sofferenze che si subiscono. La distruzione, squalificazione della persona può compromettere l’autostima delle vittima a punto tale da non comprendere più che cosa è giusto da cosa non lo è per se stesso.

Come fare per uscire dalla trappola delle relazioni manipolatorie? Il manipolato in situazioni come queste necessita di rafforzare la propria autostima ponendosi degli obiettivi giornalieri che si distacchino dal manipolatore, proprio per comprendere l’inefficacia del legame. Saper riconoscere una persona manipolatrice significa pensare obiettivamente a se stessi come una persona e non uno strumento, verificare tutti gli svantaggi insorti durante tale legame e mettere dei paletti, farsi rispettare. La violenza psicologica si presenta quando il manipolato lo permette e si rende debole agli occhi del manipolatore. Quest’ultimo a sua volta dovrà mettersi in gioco e comprendere il distacco emotivo e psicologico che lo caratterizzano al fine di percepire l’altro come una persona con delle emozioni e sentimenti propri e non come uno specchio, un riflesso o strumento destinato alla soddisfazione e raggiungimento dei propri scopi.

Dott. ssa Rossana De Crescenzo Psicologa del Lavoro, Formatrice Professionale, Orientatrice Scolastica e Professionale, esperta in Psicopatologia Forense, amministratrice del sito di consulenza on line www.psychojob.com

 

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