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Carichi di lavoro eccessivi con stress in netto incremento? Oggi non si parla più solo di stress lavoro correlato ma anche di risarcimento

I sintomi clinici dello stress cagionato al lavoro, possono essere valutati e quantificati clinicamente ai fini di un risarcimento

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I sintomi clinici dello stress cagionato al lavoro, possono essere valutati  e quantificati clinicamente ai fini di un risarcimento?

Stanchi degli enormi carichi lavorativi possiamo sentirci spossati, fiacchi, privi di forze psicologiche e fisiche. Sopportare sistematicamente situazioni aziendali in cui si è sottoposti a straordinari o mole di lavoro altissima da smaltire, apre la strada a ciò che viene comunemente definito “stress lavoro correlato”. Percepire e vivere lo stress lavorativo, ormai sembra essere diventato un luogo comune. In realtà nonostante molte aziende debbano conformarsi alla legge che tuteli la sicurezza e la salute lavorativa in Italia (Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81),  a livello interno ciò non diviene una costante, quindi non accade con così tanta rigidità. Frequentemente le condizioni di criticità economica in cui ci troviamo sono talmente altalenanti, che sentirsi dire “è già tanto che hai un lavoro” risulta  essere la soluzione migliore nel contesto di riferimento in cui si vive. E allora emergono i casi di morti bianche sul lavoro, di suicidi, di malattie degenerative, di sintomi clinici perenni e acuti. Il dramma delle famiglie italiane è rappresentato in parte, dal fatto che l’unico individuo con un lavoro, risulti essere anche ammalato. Questi sono i casi in cui curarsi è complicato, se non in condizioni in cui, si sono accantonati dei risparmi o si ha una discreta disponibilità economica; inoltre, ricercare la causa scatenante è impresa ardua e quasi impossibile. Gli ingenti carichi di lavoro che portano a continuo stress lavorativo, possono essere la causa di una malattia? La risposta è si. Dimostrare che tali carichi di lavoro provochino stress e quindi siano la fonte di forti sintomi clinici, può essere effettuato, ma è necessario muoversi con parsimonia. In Italia ci sono  leggi che tutelano la salute psicofisica dell’individuo; l’aspetto interessante è dettato dalla valutazione dei rischi eletti come cardini fondamentali, per proseguire con l’accertamento clinico. Questo significa che le condizioni di lavoro del lavoratore sono “ reputate critiche” perché non conformi alla legge (art. 2087).  Gli individui che rientrano nei casi in cui viene comprovato lo stress in azienda, hanno diritto ad un risarcimento. In questa fase è importante la prevenzione al rischio lavorativo, poiché, pur essendoci alla base accordi tra il lavoratore e il datore di lavoro delle ore di straordinario da effettuare, oppure dei carichi di lavoro da gestire, essi non escludono la possibilità di avanzare un risarcimento. La salute della persona è la priorità in una azienda: essere “sani psicologicamente e fisicamente” significa garantire la produttività.  La valutazione dello stress lavoro correlato viene effettuata attraverso il documento deputato a questo, redatto da l’Inail; utilizzato dalle aziende per constatare la presenza di  stress nei dipendenti, legata alla propria mansione. Lato aziendale, l’obiettivo è in caso di esito positivo, lo sviluppo di interventi correttivi di prevenzione. I sintomi emergenti che permettono di evidenziare una situazione di stress, sono riconducibili a insonnia, ulcera, tachicardia, difficoltà di concentrazione, tremori, emicranie, vertigini, apatia.  Può succedere che lo stress lavorativo sia talmente elevato, da essere dirottato anche nella vita privata, diventando la causa di problemi familiari, di amicizia, di integrazione sociale. Lo stress lavorativo è fonte di isolamento sociale, aggressività, agitazione, ansia, nervosismo, depressione. Tutto ciò aumenta i sentimenti di odio, rancore, verso l’azienda, associati spesso alla riluttanza nel recarsi sul posto di lavoro e portare a termine gli obiettivi assegnati. Combattere lo stress lavorativo derivante da condizioni lavorative disumane è fondamentale, soprattutto se esso è associato ad un intervento correttivo aziendale destinato alla prevenzione del rischio. Come contropartita il dipendente ha la possibilità una volta accertata e documentata clinicamente la situazione portatrice di stress, di ottenere un adeguato risarcimento economico.

Dott.ssa Rossana De Crescenzo  Psicologa del Lavoro, Formatrice Professionale, Orientatrice Scolastica e Professionale, esperta in Psicopatologia Forense, amministratrice del sito di consulenza on line www.psychojob.com 

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