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Abbandonati all’altare: il fenomeno ripreso nei film diventa una storia reale infrangendo i cuori di molti

L’altare un ostacolo insormontabile. È meglio scappare?

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L’incubo che diviene realtà, quella realtà atroce e lenta racchiusa in un solo momento, difficile da cancellare: non ritrovare il futuro sposo all’altare il giorno del proprio matrimonio. Non siamo dinanzi ad una scena del film” Sex and the City” in cui Carrie distrutta nei sentimenti è in lacrime perché Mr.Big è fuggito dalla promessa del matrimonio. Siamo in un contesto italiano, in cui ci si rende conto che tutto ciò accade anche ai comuni mortali e frequentemente. La domande che possono farci riflettere sono due: Perché abbandonare la persona “amata” il giorno del matrimonio? Perché non voler evitare questo scempio e confessare che non si ama più il partner prima della fantomatica unione? Quello che si può pensare è che la fuga, magari potrebbe essere dettata dall’ ansia, sintomo di una non responsabilità nell’affrontare il matrimonio. Le paure nel trascorrere una vita insieme, trapelano e si materializzano soprattutto durante l’atto destinato alla formalità. Il matrimonio rientra in queste formalità e può rappresentare per molti un cammino difficile ed ostico, soprattutto quando si è convinti che la persona che si affianca, non sia quella giusta. L’immaturità inoltre, supporta abbondantemente atteggiamenti dediti alla fuga; in questo caso una persona immatura evita il confronto, il problema e tende a procrastinare o a raggirare l’ostacolo. Oltretutto solitamente chi fugge da situazioni del genere adotta strategie di difesa sostenute da menzogne; infatti si possono notare comportamenti quotidiani “normali” fino a qualche giorno prima, quando in realtà si scopre magari proprio il giorno del matrimonio, che il futuro sposo è scappato via con un'altra donna. Le storie parallele non sono rare in questi contesti. I motivi che portano a non interrompere la relazione prima del matrimonio sono legati a volte alla superficialità con cui vengono affrontate le cose, alla enorme considerazione che si ha di se stessi  e che conduce alla sopravvalutazione della propria persona.In forma egoistica si pensa che probabilmente è meglio continuare pur avendo qualche dubbio, perché in quel momento il partner può far “comodo” in tutte le sfaccettature della vita di coppia. A questo inoltre, si associano motivi legati al tradimento per cui si spera che la storia clandestina possa terminare prima del matrimonio, o che addirittura possa continuare, quindi, egoisticamente si tende sempre a soddisfare per primi i propri bisogni escludendo la sofferenza che si può cagionare all’altro individuo. I dati Istat di novembre del 2015 riconducibili all’indagine effettuata nel 2014, evidenziano un calo delle nozze sul territorio italiano a partire dal 2008, di circa 57.000 unità. Nel 2014 le separazioni sono state 89.303 e i divorzi 52.335. Lo scenario degli ultimi vent'anni mette in luce un aumento delle separazioni del 70,7% mentre i divorzi sono raddoppiati. La componente economica sfavorevole può agire come con-causa nello scioglimento dei matrimoni, portando ad un peggioramento della vita familiare nella quotidianità.Tuttavia sono anche cresciuti i casi di persone abbandonate sull’altare, che hanno chiesto un risarcimento dinanzi al giudice, riuscendolo ad ottenere. Si specifica che tale risarcimento non comprende il danno psicologico, morale o “sentimentale”, poiché in situazioni ante- matrimonio questo non può essere quantificato in termini giuridici. D’altra parte, in realtà quello che interessa è proprio la valutazione del danno subito, della beffa ricevuta.Il prodotto di un amore infame, sofferente ed ingiusto lascia alla fin dei conti, una quantità di lacrime, di denaro sprecato, preparativi curati nei minimi particolari e partner che si sentono truffati, perché hanno sempre creduto nell’amore vero, fatto di coraggio di supporto, di condivisione e lealtà. Per amore naturalmente non si muore, ma di sicuro queste storie insegnano che quando si crede davvero in un sogno e nell’altra persona, mai e poi mai si può mettere in discussione tutto; i castelli di sabbi si sgretolano facilmente e non piacciono a nessuno.

Dott. ssa Rossana De Crescenzo Psicologa del Lavoro, Formatrice Professionale, Orientatrice Scolastica e Professionale, esperta in Psicopatologia Forense, amministratrice del sito di consulenza on line www.psychojob.com

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