Benvenuti miei carissimi lettori e lettrici di Dreaming of Art , questa settimana vi farò riflettere sul tema della metà.
La difficile comprensione di ciò che siamo e di ciò che desideriamo o siamo portati a compiere come progetto di costruzione o auto-distruzione nella nostra esistenza umana.
La scelta e la comprensione di chi siamo, cosa rende la nostra esistenza tesa alla felicità o in bilico verso l'oblio.
La scelta tra la vita e la morte segna un passaggio, una lotta tra due opposti, tra due metà.
Come tra il giorno e la notte, il genio e al follia, esiste un limite sottile, un momento in cui a faccia a faccia con il tuo vero Io, decidi di conoscerlo , guardarlo, soccombere al suo volere o prenderne il possesso per governarlo.
Così l’uomo, è costituito da una duplice facciata,
In noi esseri umani, sono sempre presenti due aspetti ,una duplicita’ permanente ;In noi c’è il volto e la nuca, il passato e il futuro, la vita e la morte. C’è la faccia visibile della luna e quella invisibile.
C’è, appunto, la notte e il giorno, la materia e l’antimateria, lo sbocciare e il cadere nella terra.
Ma sull’altra parte noi non abbiamo potere, dall’altra parte non governiamo, nell’altra parte non ci vediamo.
Da sempre ci si è interrogati ed espressi, in filosofia, arte, letteratura sulla metà di ciò che di noi vediamo e percepiamo di noi stessi e su ciò che gli altri vedono e percepiscono di noi , o su ciò che noi decidiamo di mostrare agli altri e anche a noi stessi.
La metà che appare, e quella che non facciamo vedere
.Il “Doppio” appunto, l’Alter Ego,che ci accompagna, discreto e silenzioso, lungo tutta la nostra esistenza, “Nel cammin della nostra vita” interiore, dove percorriamo scoprendolo l’Inconscio, la selva oscura come lo definiva Dante.
IL doppio è per me , come la nostra ombra, ma anche come il riflesso.
Una duplicità dell'anima uno sdoppiamento della personalità; durante la nostra normale quotidianità, non lo incontriamo come ci si può imbattere in una persona qualsiasi.
Possiamo dire che riusciamo incrociare il nostro doppio di sfuggita, forse allo specchio.
L' alter ego appunto , altro io, quindi un altro da sé, un'altra identità, un altro modo di essere dell'uomo.
Quindi oltre al nostro essere quotidiano, al nostro modo di relazionarci con gli altri,a ciò che gli altri vedono di noi c'è un'altra identità, generalmente opposta, evidentemente nascosta, che talvolta viene repressa nell'inconscio, altre volte spunta fuori nei momenti più critici dell'essere, altre ancora si trasforma in una vera e propria doppia personalità, e infine ancora può essere scissa da noi stessi,ci affianca, come un compagno immaginario simile a Virgilio quando accompagnava Dante nei territori sconosciuti della propria interiorità, così ben rappresentata nella Divina Commedia."
La metà di ciò che si vede ,e la percezione di qualcosa che ci sfugge che è sempre ignoto , spesso anche a noi stessi . Non è possibile privarsi del proprio alter ego, che è parte necessaria dell'individuo. Esso è il lato oscuro di ciascun uomo, nascosto e imprevedibile nelle sue manifestazioni.
Amo pensare, per quel che mi riguarda, stretta fino alla fine al pensiero positivo, che quell'io, che cerchiamo di tenere tanto timorosamente nascosto nel profondo del nostro animo, è simile al fanciullino di cui parlava Pascoli: la capacità e spontaneità di vedere le cose con gli occhi sinceri e ingenui di un bambino, di stupirsi di fronte alle bellezze della realtà,
Vi aspetto a giovedì prossimo con una nuova emozione di Dreaming of Art .