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American Sniper

Immagini di fantasmi allo specchio

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Il fantasma di Barak Obama non risponderà a Clint Eastwood come successe il 30 agosto 2012 alla convention repubblicana di Tampa. Nemmeno il nostro vecchio gli rivolgerà più una domanda. L’eloquenza di “American Sniper” sull’ultimo sogno americano di speranza è sufficiente per capire il perché.

Ma ciò è solo un aspetto parziale considerando la filmografia del regista, anche in qualità di attore, che in questo film è certamente presente.

Clint Eastwood è sempre stato protagonista della storia americana e di conseguenza del fallimento delle promesse o dei sogni che questa Terra o i suoi governanti di volta in volta hanno proposto o imposto.

 In “Honkytonk Man” il veterano del West ricorda la grande corsa ai terreni e di come questa possibilità di futuro sia diventata polvere e spazio per fantasmi.

L’origine può essere stata la violenza oppure il potere come sembra suggerire la figura di Hoover in “J. Edgar”. Certamente è qualcosa che ha negato la possibilità di una comunità serena come quella instauratasi ne “Il texano dagli occhi di ghiaccio”. Difatti le pellicole seguenti sono state “Un mondo perfetto”, “Gli Spietati” e “Mystic River”.

Oppure è qualcosa che ha negato di più e sempre più.

 Nei film di Eastwood è sempre rilevabile un’eterotopia, un “altro luogo”, uno spazio sociale differente, un’utopia che è idea, angolo di mondo e scelta. Può essere uno studio di registrazione, un gruppo di reietti, una Cadillac rosa, una casa in legno, l’Africa, un mondiale di Rugby, un Ring ed in quest’ultimo la propria Casa. In “American Sniper” c’è tutto e la sua negazione.

 Il protagonista deve affrontare queste realtà, altrettanto il suo negativo fantasma che gli dà la caccia. Ancora una volta l’Altro è un Io come in “Debito di Sangue”, “L’ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!” e “Potere Assoluto”. Qui però non c’è solo l’aspetto cinematografico.

 Si noti bene che il protagonista Chris Kyle e compagni vengono inviati in Iraq dopo l’accennato – attraverso la tv- attentato alle Twin Towers e che l’artefice di questo, Osama Bin Laden sia, nella realtà, il più grande fantasma di tutti i tempi. Un fantasma che è stato speculare al suo cacciatore.

Non ditemi delle immagini sul ritrovamento del corpo perché vi invito a vedere “Flags of the Our Fathers” e “Lettere da Iwo Jima”.

Altro dato è che questo cecchino è siriano, quasi a voler anticipare o accennare un altro scempio nel quale gli Usa giocano una parte. “America Sniper” non è uno scherzo o il gioco “Cowboy e Indiani”, ma un esame secco su un Paese che ci tocca sempre. Si torna, allora, a quella sedia vuota a Tampa.

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