Partecipa a Sesto Daily News

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

" UN'OCCASIONE UNICA " di STEFANIA CHIAPPALUPI

La convinzione nell'amore non deve esistere, per tenere acceso un rapporto bisogna vivere sempre nell'incertezza, solo così si riesce a dare tanto amore.

Condividi su:

BIOGRAFIA

Stefania Chiappalupi, nata a Roma nel 1970, diplomata il lingue straniere, presso l'istituto Kennedy di Roma e qualificata in contabilità generale e buste paga di piccole e medie imprese. Scrive poesie dall'età di dodici anni. Nel 2009 ha ricevuto una Menzione d'onore alla poesia.  Attualmente vive in provincia di Alessandria con suo marito e suo figlio. Questo è il suo primo romanzo di narrativa.

PRESENTAZIONE

Caro Lettore,

 Una storia d’amore può essere così forte da sbaragliare i confini tra due mondi? A questo quesito cerca di trovare risposta l’opera di Stefania Chiappalupi, il romanzo “Un’occasione unica”. Sarà la storia di Lavinia e Sami, della relazione che nasce tra la giovane agente immobiliare e il facoltoso medico israeliano in Italia per lavoro, a rispondere al quesito: riuscirà il sentimento a spezzare le diversità culturali e religiose tra il mondo occidentale e quello orientale?

Il caso fa incontrare i due protagonisti, tra i quali nasce prima un’amicizia, trasformatasi presto in una passione senza limiti. Ma sarà capace di superare i confini e i muri della diversità?

BUONA LETTURA...

UN'OCCASIONE UNICA

1 Capitolo

 Il telefono continuava a squillare, ma era troppo tardi per rispondere. Tutti gli impiegati della Sereni immobiliare erano già andati via. Erano appena scoccate le due di un caldissimo sabato in una Roma d’estate. Lavinia era rientrata per prendere un fascicolo e correre via per incontrarsi con quello che era considerato uno dei migliori acquirenti degli ultimi mesi. La sua auto era parcheggiata in doppia fila in V. Mazzini dove si trovava l’agenzia e nell’istante in cui Lavinia usciva, un vigile prendeva il numero di targa della sua auto.

- Mi scusi, ho dimenticato un fascicolo in ufficio e nella fretta non ho cercato parcheggio, si è trattato solo di due minuti.

- Poteva anche essere uno solo, io mi attengo al regolamento. Ma alzando il suo sguardo verso di lei si accorse che la ragazza le sorrideva in maniera divertita e non potette fare a meno di lasciarla andare. - Vada pure, e mi raccomando la prossima volta si ricordi di trovare un minuto per parcheggiare.

- Non so come ringraziarla, per ora le auguro una piacevole giornata. - Si figuri. Lavinia salì sulla sua auto, una Nissan micra nera del 1999, avviò il motore e accese il climatizzatore.

Erano i primi di luglio, ma quell’estate si sarebbe ricordata come la più calda degli ultimi quarant’anni. Era totalmente immersa nei suoi pensieri, quando da lontano vide parcheggiata davanti al cancello di villa Leopoldi la mercedes grigia dell’avvocato Stefano Carrara. Quest’ultimo non appena vide la micra rallentare, scese dalla sua auto e s’incamminò verso quella di Lavinia. L’avvocato Carrara era un uomo sulla cinquantina molto distinto ed elegante e non restò affatto indifferente al fascino della ragazza.

- Salve, sono la signorina Sereni, mi occupo della vendita della casa, ho l’incarico di accompagnarla nella sua visita. - Avvocato Carrara, è un piacere conoscerla. - Bene, a questo punto non ci resta che entrare. Prego mi segua. - Dopo di lei. - Avvocato, lei non immagina neanche lontanamente quanto è fortunato. Si figuri che siamo riusciti ad ottenere le chiavi della villa solo questa mattina. La scorsa settimana per riuscire a vedere la casa ho dovuto prendere appuntamento direttamente con il nipote del sig. Leopoldi. Immagino che sia al corrente che da quando suo zio è mancato e sua moglie non è in grado di prendere nessuna decisione in merito, è lui che si occupa della vendita dei suoi beni. Sono sicura che ha deciso di darci le chiavi, subito dopo aver saputo che lei è interessato ad acquistarla.

- Non credevo di essere così famoso, probabilmente sarà dovuto al fatto che mio padre si occupò della sentenza di divorzio di suo zio con la prima moglie. Di certo sarà stato contento che abbia scelto proprio sua zia come seconda moglie, diventando cosi suo erede e anche unico, dato che non ha avuto figli da nessuna delle due mogli e quest’ultima, sua zia, gli sta permettendo di disporre di tutti i suoi beni ereditati come più le piace.

- Proprio un bel tipo questo nipote. Comunque passiamo a dire che questa villa è una costruzione di fine ottocento ed ha mantenuto nel tempo tutto il fascino di una dimora di quell’ epoca. La cosa più sorprendente e che se ancora oggi esiste è un vero miracolo in quanto alcuni decenni fa è stato ritrovato un ordigno inesploso, risalente alla seconda guerra mondiale, nell’interno del giardino.

- Ho parlato con suo padre ieri mattina e mi ha affermato che la trattativa deve rimanere riservata, quindi mi ha chiesto di pensarci molto prima di presentarvi la mia offerta. La cosa mi ha lasciato alquanto perplesso, ma lui mi ha subito tranquillizzato assicurandomi che sarei stato seguito da uno dei suoi migliori venditori. Sua figlia Lavinia.

- Grazie per avermelo detto, solitamente mio padre mi considera come gli altri, probabilmente è anche giusto. Solo così posso ottenere il massimo dei risultati. - Sono convinto che lei li ottiene e anche molto spesso. Entrando nel grande salone, con al centro un camino in marmo rosa, l’avvocato sorrise, lasciandosi investire dai suoi ricordi. - La sala è un barocco piemontese, sicuramente è stata acquistata qualche decennio dopo la costruzione della casa. Se deciderà di comprarla le consiglio di tenerla, cambiando però la tappezzeria con una più sobria, naturalmente.

- Grazie per il consiglio, in ogni caso la casa mi piace molto, assomiglia a quella dove sono cresciuto. Quello è stato un periodo molto felice della mia vita. - Motivo in più per acquistarla. - Lei è davvero un ottimo venditore, ma mi creda ne ho fin troppi di motivi. - Allora non perda tempo. - Ci penserò. Adesso possiamo fare un giro in giardino? - Certamente, io non ho nessuna fretta e tra l’altro abbiamo tutta la casa a nostra disposizione. E anche l’intero pomeriggio pensò Lavinia.

Era sabato e quello era l’ultimo appuntamento che aveva e con lui anche quella settimana frenetica sarebbe finita. Da quando Fabrizio l’aveva lasciata poco prima delle nozze, Lavinia si dedicava anima e corpo al lavoro, ciò che faceva le piaceva molto e la riempiva di soddisfazioni.

- Questa casa ha anche la piscina? - No. La casa è stata mantenuta così com’era, ma non ci sarà difficile ottenere i relativi permessi. Ora guardi questo tavolo in marmo, è originale dell’epoca. Io lo trovo incantevole, mi fa pensare alle serate d’estate in compagnia d’amici bevendo qualcosa… e mi scusi lei ha bambini? - No, mia moglie è affetta da sclerosi multipla da circa dieci anni e da un paio vive su una sedia a rotelle, ed è per questo motivo che sto cercando una casa indipendente. Lei potrebbe passare le sue giornate in giardino, all’aria aperta in tutta tranquillità. Vede noi viviamo in un appartamento e per quanto bello e confortevole possa essere le sta togliendo molto.

Spero che acquistando una casa come questa lei possa tornare a sorridere un poco. Mi scusi, non avrei mai pensato di scendere in particolari come questi con lei che è una ragazza tanto giovane e così piena di vita. - Non si preoccupi. Se questa casa potrà aiutare sua moglie è un altro motivo per acquistarla. L’avvocato continuò a raccontare la sua storia e così non si accorsero che erano tornati presso le loro auto. - La ringrazio molto signorina Sereni, durante questo fine settimana valuterò la cosa e lunedì la chiamerò per fare la mia offerta. - E stato un piacere incontrarla mi creda, aspetto una sua telefonata. Così dicendo Lavinia entrò in macchina e guidò verso casa.

In quel sabato così caotico si era dimenticata completamente di mangiare ed ora sentiva solo il bisogno di una doccia rinfrescante. Appena entrò in casa si accorse di quanto fosse in disordine e decise di rimandare a dopo la doccia. Il suo appartamento, situato in via degli Ammiragli era molto piccolo, ma funzionale e soprattutto era vicinissimo al suo ufficio. La mamma di Lavinia era morta, quando lei aveva solo otto anni, ed il padre, il dottor Sereni come veniva chiamato da tutti i suoi collaboratori, non si era mai più risposato. Un paio di anni fa si trasferì a vivere con la sua fidanzata Clara in un bellissimo appartamento di Via Veneto e fu allora che Lavinia decise di andare a vivere da sola in una casa più piccola, sperando che alla fine Fabrizio si sarebbe deciso a sposarla.

Mentre riordinava la casa gli venne in mente l’avvocato Carrara e la sua triste storia. Era abituata ad incontrare tanta gente e solitamente non si ricordava mai di nessuno, ma quell’uomo aveva qualcosa di diverso. Forse era quel viso segnato dalla sofferenza insieme ai suoi occhi colmi d’amore e tenerezza nei confronti della moglie, ad averla colpita tanto. Non poteva comprargli la guarigione, ma acquistando la casa sperava di donargli un po’ di felicità e con lei una vita più comoda e autonoma. Avvertì un tuffo al cuore. Stava invidiando una donna sconosciuta, che seduta su una sedia a rotelle vedeva finire i suoi giorni, solamente perché la vita gli regalava tanto amore. Tutto ciò la fece vergognare molto di se stessa.

Lavinia era molto bella, inglese da parte di madre, che però non aveva conosciuto molto, ma da cui aveva ereditato meravigliosi occhi azzurri e capelli biondi, lisci come la seta, che spesso erano raccolti in un elegante chignon, rendendola ancora più affascinante ed elegante. Aveva da poco compiuto trent’anni e da quasi otto si occupava delle vendite immobiliari nell’agenzia di suo padre. Aveva tutto dalla vita, bella, colta, un padre facoltoso e fino ad un anno prima anche l’amore, per lo meno credeva di averlo. Mancavano pochi mesi al loro matrimonio, quando una sera dopo cena Fabrizio le rivelò di non poterla più sposare. - Mi spiace Lavinia, devo rompere il nostro fidanzamento, non posso più sposarti. - Cosa mi stai dicendo, perché? - La voce di Lavinia era quasi un sussurro. - Ti amo, ma c’è un'altra donna nella mia vita. - Non è possibile! Siamo sempre stati una coppia perfetta, inseparabili. - Eravamo semplicemente una coppia e se ho incontrato un'altra è perché mi sono sentito trascurato e ho avuto tanto tempo da dedicargli. - Perdonami se ho sbagliato, manca poco alle nostre nozze, cercherò di dedicarti tutto il tempo che vuoi, di amarti di più.- Lo stava quasi implorando. - E troppo tardi per noi. Lei aspetta un figlio mio, e non rinuncerò a lui per niente al mondo. Lavinia si sfilò l’anello di fidanzamento, lo posò sul tavolo e con un sorriso di sufficienza si congedò da lui dicendo: - A questo punto non abbiamo più niente da dirci.- Girò su se stessa e andò via.

Da quella sera stessa si chiuse in se stessa e non permise mai a nessuno di avvicinarla, per lei quello era l’unico modo per non soffrire. Dedicava tutto il suo tempo al lavoro, le vendite erano aumentate e tornare stanca la sera a casa le piaceva. Evitava così di pensare a Fabrizio insieme con un'altra donna. Passarono diversi mesi prima d'incontrarsi di nuovo. Fabrizio aveva l’aria infelice e stanca, probabilmente ero molto pentito di ciò che era successo e soprattutto era ancora innamorato di Lavinia. Quell’incontro non le suscitò nessun’emozione, anzi provò quasi pena per quell’uomo che si vedeva costretto a sposare una donna di cui non era innamorato, ma che presto gli avrebbe dato un figlio.

- Lavinia come stai? - Io bene e tu? E lei? - Arianna ed Io andiamo molto d’accordo, lei è una ragazza dolce e sensibile, ma non ne sono innamorato. Sento molto la tua mancanza, mi manca il tuo viso, i tuoi silenzi, perfino le tue assenze. Solo quando una persona non ci appartiene più ci si rende conto di quanto valeva. - In questi mesi mi sono resa conto che non eri l’uomo adatto a me. Scusa, non lo dico perché mi hai lasciato, ma ho capito che se ti sono stata tanto lontana e ho permesso che ciò accadesse, evidentemente non ti amavo abbastanza o almeno non come avrei dovuto. Io sono sempre stata innamorata dell’amore e tu lo rappresentavi, però amare significa anche sacrificio ed io per te non ne ho mai fatti, ero troppo presa dai miei impegni, dalla mia vita. Mai nessuna rinuncia per trascorrere qualche ora in più con te. Ero troppo convinta che tu fossi sempre lì ad aspettarmi, e che presto o tardi ci saremmo sposati.

La convinzione nell’amore non deve esistere, per tenere acceso un rapporto bisogna vivere sempre nell’incertezza, solo così si riesce a dare tanto amore. - Lavinia, le tue parole suscitano in me una profonda emozione, non conoscevo questo lato di te. Ora che l’ho scoperto mi è più difficile rinunciare a te. - Sai Fabrizio, quando mi hai lasciato ho sofferto molto, mi hai ferito nel mio orgoglio femminile. Io ho sempre creduto che tutto mi era dovuto, ma non era cosi, non sono un essere superiore agli altri. Mi hai dato modo di riflettere e ho capito tante cose. Mi spiace, adesso sono fermamente convinta che niente succede per caso e mi rendo conto che è stato un bene che tu mi abbia lasciato. Ora sono un'altra persona, più grande e matura, certo non nascondo che mi spiace saperti in una situazione così triste, però sono sicura che con il tempo cambieranno molte cose anche per te. Magari imparerete ad amarvi oppure rimarrete soltanto ottimi genitori. - Ci sarà posto anche per noi due? - Io non lo vedo possibile, però chissà tutto può succedere. Ora scusami devo andare, a presto.

Girata di spalle andò via di corsa conscia che Fabrizio soffriva ancora e soprattutto molto più di lei. Forse si stava assumendo troppe responsabilità, in fondo lui non era più un bambino e avrebbe potuto tranquillamente evitare di finire in quel brutto pasticcio. Tuttavia, auto accusarsi era stato per lei il miglior modo di porre fine a quella storia e soprattutto per uscirne vittoriosa. Continuava ad essere presa dai suoi pensieri, quando sentì squillare il telefono.

- Lavinia sei a casa? - Ciao Beatrice, che piacere sentirti, come stai? - Io bene, ma dal tono della tua voce non si direbbe altrettanto. - No figurati, stavo riordinando la casa e con lei anche i miei pensieri. - Mio marito non c’è, è fuori per lavoro, che ne pensi di venire a cena da me? Così parliamo un po’, magari posso aiutarti a riordinare le idee.

- Volentieri, ma non sarà mica il solito pretesto per una cena in quattro? - Credimi, non c'è nessuno in casa. Claudio è a Parigi per lavoro. - Ok, sarò da te verso le otto. - Va bene, ti aspetto. Lavinia attaccò la cornetta e si accorse che erano passate le sei da venti minuti e quindi doveva sbrigarsi se voleva arrivare in tempo a casa di Beatrice. Lasciò l’aspirapolvere e lo scopettone esattamente dove si trovavano e s’infilò sotto la doccia. Asciugò i capelli con molta cura e si truccò un poco.

Era sempre dubbiosa nei confronti della sua amica, in quanto secondo lei si affannava troppo per trovarle un nuovo fidanzato. Ma questa volta le aveva assicurato che non ci sarebbe stato nessun incontro, ed era cattivo da parte sua pensare il contrario. Scelse dall’armadio un vestito di lino écru, carino, ma non troppo appariscente, dopotutto cenava solo con la sua amica. Appena arrivò da Beatrice, suonò il campanello e quest'ultima le uscì incontro esclamando: - Sei bellissima, vai da qualche parte dopo cena? - Veramente no, pensavo alla tua solita scusa. - Questa volta è la verità, vieni accomodati, è già pronto in tavola. - Hai il condizionatore acceso? - Si, quest’anno il caldo è assurdo, non mi ricordavo di un luglio così afoso. - Puoi ben dirlo e siamo solo a luglio.

Uh, quest’insalata di pollo è ottima. - Non sei più a dieta? - Veramente oggi mi sono dimenticata completamente di pranzare. - A causa del riordino delle idee? - No. Ti ricordi della villa sull’Appia Antica di cui mi sto occupando? - Sì, e allora? - Oggi avevo appuntamento con un potenziale cliente, e intrattenendomi a parlare con lui mi è venuto tardi.

- Un cliente giovane e bello? - Figurati, avrà intorno ai cinquant’anni, sicuramente ti ricordi anche chi è. L’avvocato Stefano Carrara, ha partecipato alla pubblica accusa nel caso di quella ragazza trovata morta sul Gianicolo, l’estate scorsa. - Probabilmente lo avrò anche sentito alla televisione, ora però non me l’ho ricordo proprio. - Sono rimasta molto colpita da quest’uomo. Sua moglie è paralizzata a causa della sclerosi multipla e lui deve volerle molto bene. E’ la prima volta che provo interesse nei confronti di un mio cliente. - La verità è che sei cambiata molto, forse tu non te ne rendi conto di quanto sei maturata negli ultimi tempi. - Hai ragione.

- Ti piacerebbe andare in piscina, domani? - Molto, ma ho promesso di andare a pranzo da mio padre, è a Lavinio con Clara. - Non mi sembri molto entusiasta? - Lo so che ti sembrerà assurdo, però non mi piace andare in quella casa quando ci sono loro. Quella era la casa che mia madre amava di più e sarebbe andata a vivere lì se mio padre fosse stato d’accordo. Quando sono in quella casa, la sua presenza è molto forte, quasi soffocante e preferisco andarci da sola godendomi al meglio questa sensazione. - Il problema si chiama forse Clara? - Assolutamente no, è una brava signora e mio padre merita di essere nuovamente felice. Solo che mi piacerebbe che in quella casa restasse vivo il ricordo di mia mamma… di Rosemarie.

Rosemarie amava quel posto più d’ogni altro al mondo e quando fu il momento di decidere il nome per sua figlia, decise di chiamarla con lo stesso nome di quel posto di mare a lei tanto caro: Lavinia. - Sono convinta che la tua mamma, da lassù nel cielo, sia felice che il papà abbia ricominciato a vivere. Pensa solo a questo e poi Clara mi piace e ho l’impressione che ti vuole molto bene. Allontana tutti i tuoi fantasmi.  - Sì hai ragione. Si è fatto molto tardi, sarà meglio che vada a casa. Domani voglio partire presto per evitare il traffico. Ti ringrazio di tutto. Ci rivediamo presto. 

Finalmente quell’interminabile giornata stava per finire; Lavinia si sentiva esausta. Parlare con Beatrice le aveva fatto bene anche se quest’ultima non sarebbe mai riuscita a comprenderla. Lavinia non voleva e non poteva allontanare il fantasma di Rosemarie. Era l’unica cosa che le restava di sua madre e l’avrebbe portato sempre con sé. Arrivata a casa si spogliò, spense la luce e s’infilò tra le lenzuola di seta.  Aver ricordato la sua mamma le aveva trasmesso un grande entusiasmo e un immensa gioia. Era certa che quell’amore l’avrebbe accompagnata tutta la vita...

* * * 

"UN'OCCASIONE UNICA "  di STEFANIA CHIAPPALUPI   -  Monetti Ragusa Editore -

CARO LETTORE,

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO APPUNTAMENTO LETTERARIO.

Condividi su:

Seguici su Facebook