BIOGRAFIA AUTRICE
Stefania Romito è nata in Svizzera da genitori italiani. Parte della sua vita la trascorre a Luino sul lago Maggiore. Dopo essersi trasferita a Milano consegue la laurea in Lettere con il massimo dei voti (110 e lode) presso l’Università degli Studi di Milano. La sua passione per la scrittura la porta, nel 2010, a pubblicare il suo primo romanzo dal titolo “Attraverso gli occhi di Emma” (Alcyone Editore) dove viene trattata la tematica della disabilità visiva. Alla presentazione del libro ha preso parte anche il presidente dell’Istituto dei Ciechi di Milano, Cav. Rodolfo Masto. Il romanzo sta per essere tradotto in braille dalla Biblioteca per i Ciechi di Monza “Regina Margherita” e inserito, in versione audiolibro, nel catalogo del “Libro Parlato” istituito dall’Unione Italiana Ciechi (U.I.C).
Nel 2013 pubblica, sempre con Alcyone Editore, un minibook umoristico illustrato dedicato alla vita di coppia dal titolo “Tu di che coppia sei?” che viene recensito anche dal settimanale “GIOIA”. Le bellissime vignette sono state realizzate dalla vignettista Isabella Ferrante. Attualmente Stefania Romito sta lavorando alla realizzazione di una biografia in qualità di ghost writer e contestualmente sta pubblicando un thriller a puntate dal titolo “Ophelia, le vite di una ghost writer” (Alcyone Editore) di cui sono già usciti i primi due episodi: “Esistenza negata” e “Inconfessabili segreti”. In ambito sociale è impegnata nella realizzazione di un progetto da lei ideato che mira a rendere disponibile nei teatri il servizio dell’audiodescrizione per i non vedenti.
PRESENTAZIONE
Caro Lettore,
Ophelia Moris è una ghost writer, giovane e bellissima, molto ambita dalle celebrità di tutto il mondo. Il suo brillante intuito e la sua innata curiosità la portano puntualmente a indossare i panni della confidente e della detective, trasformando ogni ingaggio in un’avventura dai risvolti sconcertanti. Vicende scabrose, segreti inconfessabili, delitti impuniti emergono prepotentemente dal passato e la pongono ogni volta di fronte al dilemma se sia il caso di far scoppiare lo scandalo oppure no. A combattere contro il suo senso del pudore sarà il suo editore, personaggio cinico e senza scrupoli, che pur di garantirsi un buon riscontro di pubblico è disposto a ignorare qualsiasi aspetto etico e morale.
Apparentemente sicura di sé, Ophelia nasconde nel suo intimo un profondo disagio causato da un trauma infantile rimosso che emergerà in maniera frammentata durante i vari episodi, dando vita a un’escalation di emozioni contrastanti che genereranno in lei ansia e turbamento e che troveranno, nella rivelazione finale, un inaspettato momento catartico. Appassionanti, coinvolgenti e intrisi di colpi di scena: questi gli ingredienti fondamentali degli otto episodi della prima serie di Ophelia, le vite di una ghost writer.
* * *
Buona lettura...
ESISTENZA NEGATA
Io per lavoro vivo la vita degli altri. Il perché di questa scelta? Potrei dire che il motivo è esclusivamente economico, ma la verità è un’altra: l’uomo, per sua natura, è portato a nascondere dei segreti e, forse per non affrontare i miei, mi ritrovo a vestire i panni della confidente, oppure quelli della detective… e la mia vita si trasforma in un’emozionante avventura, dove niente è mai ciò che sembra.
Il mio nome è Ophelìa e sono una ghost writer.
I Capitolo
-Glielo incarto, signorina?-
-Sì, grazie-
Quel sabato mattina i Grandi Magazzini in centro erano particolarmente affollati. Aveva atteso più di venti minuti in coda alla cassa, guardando spesso l’orologio e pentendosi di non essere venuta in un altro giorno.
Non era stato difficile trovare il regalo giusto per sua madre, bastava aprire generosamente il portafogli e puntare su un profumo di marca. Non un profumo qualsiasi, naturalmente, bensì uno di quelli che occupano le prime pagine delle principali riviste di moda e che vengono posizionati dalle commesse in bella mostra nelle vetrine delle profumerie. Più alto era il costo, più il successo era garantito.
-Ecco fatto. Con l’offerta lancio il prezzo è di duecento euro, anziché duecentoquaranta-
Un vero e proprio furto, pensò Ophelia mentre, con un sorriso forzato, tirava fuori dal portafogli la carta di credito. Speriamo che almeno le piaccia, si augurò riponendo con cura il pacchettino nella borsetta.
Già che c’era decise di fare un giro al primo piano dedicato all’alta moda. Il suo sguardo venne subito attirato da un abito lungo nero, in seta, con una vistosa scollatura lungo la schiena.
Senza esitare lo afferrò e si diresse verso il primo camerino libero. La seta le scivolò lungo il corpo accarezzandolo e fasciandolo come una seconda pelle. Uscì dallo stanzino e si soffermò qualche istante a osservare la sua immagine allo specchio.
Era sempre stata orgogliosa del suo fisico asciutto e slanciato. La vita sottile e i fianchi snelli risaltavano ancora di più a contatto con il prezioso tessuto. Il colore nero e la lunghezza dell’abito la slanciavano ulteriormente facendola apparire perfino più alta.
Si voltò.
I lunghi capelli color mogano ricoprivano in parte la profonda scollatura che lasciava intravedere la schiena nuda. Il pallore della sua pelle contrastava sulla seta nera.
-Le sta d’incanto! Farà felice il suo fidanzato- affermò la commessa del reparto fermandosi ad ammirare quella splendida ragazza dai tratti nordici e dal fisico perfetto.
-Sono single- replicò quasi in un sussurro.
-Non lo sarà per molto con quel vestito- ribadì la commessa sorridendole maliziosamente.
Ophelia avvampò e senza dire una parola entrò nel camerino. I suoi occhi verdi si riempirono di lacrime. Le sue mani iniziarono a tremare nervosamente e il respiro divenne corto e affannoso. Piccole gocce di sudore le bagnarono la fronte. Stai calma, stai calma, si disse mentre cercava di riprendere il controllo.
Dopo un paio di minuti uscì dal camerino. La commessa di prima era impegnata con una cliente. Senza farsi notare, ripose il vestito nel punto in cui l’aveva preso e si affrettò ad uscire dal negozio.
Aveva bisogno di respirare.
Una volta fuori si diresse con passo deciso verso il suo bar preferito, come faceva tutti i sabato mattina; le era venuta una sete tremenda. Occupò un tavolino e ordinò il solito cocktail analcolico.
Era maggio inoltrato e faceva già molto caldo nel capoluogo lombardo. Di tanto in tanto una leggera brezza primaverile le procurava una piacevole sensazione di benessere.
Stava osservando la gente che passava, totalmente immersa nei suoi pensieri, quando una voce alle sue spalle la fece sussultare.
-La signorina Ophelia Moris?-
Si voltò di scatto e si trovò di fronte un signore distinto, sui cinquant’anni, dalla corporatura robusta.
-Sono io – rispose con prontezza.
-Mi scusi se la disturbo, ma ho bisogno di parlarle. Ho chiamato la sua casa editrice e una signorina mi ha detto che avrei potuto trovarla qui. Posso sedermi?-
-Prego, si accomodi pure. E’ stato fortunato che qualcuno le abbia risposto. Di solito il sabato mattina non c’è nessuno in ufficio. Di cosa mi deve parlare?-
-Il mio nome è Giulio Sacconi e sono un giornalista sportivo, nonché grande amico di Justin Welsh, il famoso campione di atletica leggera-
Ophelia spalancò gli occhi.
-Justin Welsh! L’uomo più veloce del vento. Negli ultimi anni ha vinto moltissime medaglie d’oro alle Olimpiadi. Perché mi parla di lui?- domandò lei sorpresa.
-Justin in questo momento si trova a Parigi per un periodo di vacanza, e sapendo che venivo a Milano, mi ha incaricato di contattarla per chiederle se sarebbe disposta a scrivere la sua biografia-
Lei lo guardò scettica.
-Perché ha pensato proprio a me? Immagino che a Parigi ci siano bravissimi ghost writer che farebbero a gara per averlo come cliente-
-Certo, ce ne sono tantissimi…ma nessuno come lei-
-Che cosa intende dire?-
-Le dispiace se prima ordino qualcosa da bere? –
Lei annuì.
L’uomo fece un cenno al cameriere il quale accorse immediatamente.
-Per cortesia, mi potrebbe portare un Rossini bello fresco?-
-Glielo porto subito- disse il cameriere prima di dirigersi con passo spedito verso il bancone.
-Cosa avrei di speciale?- domandò lei senza mezzi termini sempre più desiderosa di conoscere il motivo di quell’affermazione.
-Tempo fa, l’allenatore di Justin, che è di origine italiana, gli ha fatto leggere la biografia di Francesco Perri. Justin ne rimase molto impressionato e quando venne a scoprire che l’aveva scritta lei, disse che se mai un giorno gli fosse venuta voglia di pubblicare la sua storia, avrebbe voluto che fosse lei a scriverla-
-Sì, ricordo. La storia di Perri era molto commovente e ci pensai parecchio prima di accettare l’incarico. Era all’apice della sua carriera quando accadde quel terribile incidente che gli causò la perdita di entrambi gli arti inferiori. Ma lui, da quel grande campione qual era, non si arrese e continuò a praticare il nuoto anche nella sua nuova condizione di disabile, riuscendo ad aggiudicarsi una medaglia d’oro alle Paraolimpiadi-
-Ciò che colpì maggiormente Justin fu la profonda sensibilità che lei dimostrò nel raccontare quella storia-
-La ringrazio molto- disse arrossendo lievemente - Il fatto è che amo il mio lavoro e cerco di svolgerlo nel migliore dei modi…-
-E ci riesce benissimo- ribadì lui con fermezza.
Il cameriere sembrò spuntare dal nulla.
-Ecco il suo Rossini, spero che sia abbastanza fresco-
-Perfetto- disse l’uomo dopo averlo assaggiato.
D’un tratto si udì la suoneria di un cellulare. Ophelia rovistò nervosamente dentro la borsetta.
-Pronto, Claudia. Dimmi-
Seguì un breve silenzio.
-Sì, il signor Sacconi è riuscito a trovarmi, anche grazie alle tue indicazioni – disse con tono sarcastico - Ora stiamo parlando, ci sentiamo più tardi-
E poi rivolgendosi a lui.
-Sarei onorata di scrivere la biografia di Justin Welsh. Però presumo, che per farlo, mi debba trasferire a Parigi per un po’ di tempo-
Lui la guardava in silenzio in attesa di una sua decisione.
-Beh, penso proprio che ne valga la pena. Ne approfitterò per conoscere meglio quella splendida città-
-Vedrà che non se ne pentirà- fece lui sollevato - Naturalmente il mio cliente non ha nessun problema a pagarle qualunque cifra lei stabilirà per il suo compenso, inclusa la permanenza in una delle città più care del mondo per tutto il tempo necessario-
-Consideri accettata la sua offerta – dichiarò lei soddisfatta - Rimane solo una cosa da stabilire. Quando dovrei partire?-
-Anche domani, se vuole. Il mio amico è impaziente di iniziare a lavorare con lei-
-Così presto? – domandò perplessa.
-Justin è una persona meravigliosa, purtroppo ha solo due grossi difetti: è lunatico e imprevedibile. So già che potrebbe cambiare idea da un momento all’altro. Se veramente ci tiene a questo lavoro, le consiglio di non perdere tempo-
Lei tirò fuori dalla borsetta la sua agenda e la consultò.
-Dovrei riuscire ad annullare i prossimi impegni senza problemi, ma sappia che al suo cliente questo le costerà un piccolo sovrapprezzo- dichiarò con tono ironico.
-Nessun problema. Justin sa essere molto generoso e, per dimostrarle la sua correttezza, mi ha incaricato di versarle un congruo anticipo, qualora lei avesse accettato di firmare subito il contratto- e dicendo questo tirò fuori dalla tasca della giacca un foglio piegato.
-Ecco qui- disse porgendoglielo.
Lei lo lesse attentamente. Non poteva credere ai suoi occhi: solo l’anticipo era superiore al compenso che di solito chiedeva per l’intero lavoro.
-Direi che è perfetto- dichiarò dopo qualche minuto con un filo di voce.
L’uomo sorrise e le porse una penna. Lei firmò cercando di nascondere una forte emozione.
Sacconi prese il contratto, gli diede un’occhiata veloce e lo rimise nella busta. Dopo un istante tirò fuori dalla tasca un libretto degli assegni.
-Va bene se lo intesto a lei?-
-Sì, grazie- rispose sforzandosi di rimanere impassibile. Le diede l’assegno e guardò l’orologio.
-Ora, purtroppo, devo andare. Le lascio il mio biglietto da visita. Mi chiami, non appena arriva a Parigi. E’ stato un piacere conoscerla- dichiarò porgendole la mano.
-Il piacere è stato mio- replicò sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori.
Lo vide allontanarsi pensando che quella doveva essere senza dubbio una delle giornate più fortunate di tutta quanta la sua vita.
Parigi val bene una messa, pensò Ophelia qualche ora più tardi mentre percorreva una strada di campagna alla guida della sua Mini Cooper rossa decappottabile. Con i capelli al vento richiamò la memoria numero uno del telefono vivavoce della macchina. Claudia rispose al primo squillo.
-Ciao, sono di nuovo io. Ho bisogno di parlare con Valerio. Sai dove lo posso trovare? L’ho chiamato sul cellulare ma è sempre spento-
-Valerio oggi non è rintracciabile, dev’essere a un matrimonio. Se mi dovesse chiamare, gli dico che lo hai cercato-
-Sì, grazie. Digli che domani parto per Parigi per incontrare Justin Welsh. Dovrò scrivere la sua biografia-
-Justin Welsh! Il famoso sportivo? –
-Proprio lui. Mi raccomando, fammi chiamare da Valerio non appena lo senti-
-Sarà fatto. Buon viaggio e salutami Parigi-
Dopo un paio di minuti la Mini Cooper imboccò una strada sterrata delimitata da una lunga fila di cipressi. In pochi istanti sbucò nel grande spiazzo che precedeva l’imponente villa.
Parcheggiò e scese dall’auto.
Ogni volta che tornava a villa Olimpia provava una forte nostalgia. In quel luogo, completamente immerso nel verde, era cresciuta e aveva vissuto i momenti più belli della sua vita. Suo padre, un facoltoso imprenditore milanese, aveva ereditato la villa dalla nonna paterna quando lei era ancora una bambina e non esitò ad abbandonare la città per andarci a vivere insieme alla famiglia, pur continuando a condurre i suoi affari in giro per il mondo.
La villa appariva rinata dopo il rigido inverno. Le finestre spalancate sembravano voler fare entrare tutta la freschezza e i profumi della primavera.
D’un tratto le parve di sentire la voce di sua madre. Proveniva dal giardino.
Con passo deciso si inoltrò lungo il vialetto che attraversava il prato e venne subito assalita da un intenso profumo di fiori. Anemoni, giacinti e fresie adornavano quel piccolo angolo di paradiso formando un incantevole arcobaleno di colori.
Accanto alla siepe di bosso si imbatté in Ernesto, il vecchio giardiniere, alle prese con dei tulipani blu.
-Buongiorno signorina, che piacere vederla- esclamò non appena si accorse di lei.
-Salve! Bella giornata, vero?-
-Fantastica. E’ finalmente arrivata la primavera. Ha visto quanti fiori sono già sbocciati? Merito di questo caldo. I tulipani, però, hanno bisogno di una sistemata… si sono tutti piegati – affermò cercando inutilmente di farli stare dritti.
-E’ un vero peccato. Il colore è meraviglioso, non ne ho mai visti di così belli- replicò affascinata.
-Li ha scelti personalmente sua madre, lo sa che ha un ottimo gusto in fatto di fiori-
-A proposito di mia madre, sa dove posso trovarla?-
-Era qui proprio un minuto fa. Stava andando verso la fontana – rispose asciugandosi il sudore dalla fronte.
-Grazie e buona giornata- ribadì la ragazza, e senza attendere un istante di più, si incamminò in quella direzione.
Mentre procedeva, continuava ad ammirare quello splendido spettacolo della natura respirando a pieni polmoni le inebrianti fragranze. Sebbene amasse quell’aria di campagna, non avrebbe mai rinunciato al caos cittadino: soltanto in città si sentiva viva e al centro del mondo.
Sua madre se ne stava comodamente seduta in una poltroncina di vimini sfogliando un catalogo illustrato. Indossava un vestito di colore lilla che le metteva in risalto le gambe snelle. Malgrado avesse superato la sessantina, poteva ancora sfoggiare un fisico asciutto e tonico.
Appena la sentì arrivare, distolse lo sguardo dal catalogo.
-Darling, che sorpresa!- esclamò con il suo tipico accento inglese. - Ti aspettavo domani, come mai questa improvvisata?-
Ophelia le si avvicinò e la baciò affettuosamente su una guancia. La sua pelle era morbida e profumata.
-Passavo da queste parti e ho pensato di venire a farti un saluto- disse sedendosi sul bordo della grande fontana in pietra. Il gorgoglio dell’acqua che fuoriusciva dalla statua di marmo, le infuse un’immediata sensazione di benessere.
-Hai fatto bene, cara. Ti trovo in splendida forma, quel vestito ti sta benissimo!- ribadì lei con l’entusiasmo che la contraddistingueva.
Ophelia la stimava molto, non solo come madre, ma anche come donna. Da sempre appassionata d’arte, aveva lasciato l’Inghilterra quando era appena una ragazza per andare a studiare a Firenze, all’Accademia di Belle Arti. Una volta diplomata, cercò di aprire una galleria, ma le scarse risorse economiche resero questo sogno sempre più irraggiungibile, fino a quando il destino non decise di darle una mano. Con pochi soldi riuscì a rilevare una galleria ad un passo dal fallimento e, nel giro di qualche mese, la trasformò in una delle gallerie d’arte più importanti del Paese. Ci riuscì puntando soprattutto sugli autori emergenti: pittori e scultori in erba sui quali nessuno voleva investire. Una strategia vincente che le fece acquisire in breve tempo fama e notorietà.
-Anche tu stai benissimo, come sempre del resto- dichiarò ammirata, e poi aggiunse – Non c’è papà?-
-E’ partito per Singapore. Però questa volta non starà via molto. Mi spiace solo che non potrà esserci per il mio compleanno-
-Purtroppo non riuscirò ad esserci nemmeno io. Domani parto per Parigi e starò via per un po’-
-Che peccato! Ma non puoi rimandare la partenza di qualche giorno?-
-Mi è proprio impossibile. E’ un’occasione importante, non posso rischiare di perderla-
Sua madre si zittì di colpo. Nel suo sguardo si leggeva una profonda delusione.
A quel punto Ophelia si affrettò a tirare fuori dalla borsetta il pacchettino acquistato ai Grandi Magazzini.
-Questo è per te, mamma. Spero che ti piaccia-
Lo sguardo di sua madre si rianimò all’istante. Prese il pacchetto e iniziò a scartarlo con impazienza. Alla vista del profumo, il suo volto si illuminò.
-Come facevi a sapere che lo stavo cercando? Settimana scorsa ho contattato diverse profumerie e mi hanno detto che non era ancora disponibile- dichiarò tutta eccitata.
-In effetti è appena uscito. Ero sicura che ti sarebbe piaciuto-
Con delicatezza, la donna aprì la confezione e si spruzzò una piccola quantità di profumo sul polso della mano sinistra. Dopo averlo annusato, socchiuse gli occhi estasiata.
-Che straordinaria fragranza orientale. Senti, cara…speziato ma non troppo. Semplicemente sublime-
Ophelia le si avvicinò e le odorò il polso. In effetti i suoi duecento euro li valeva tutti.
La osservò divertita; sembrava una bambina che aveva ricevuto il regalo tanto agognato.
Da sempre i profumi avevano esercitato su di lei una forte attrazione. Da piccola poteva toccarle ogni cosa: vestiti, scarpe, cappelli, trucchi, senza rischiare di essere sgridata. Ma quando osava giocare con i suoi profumi, lei diventava furiosa.
-Non mi chiedi cosa vado a fare a Parigi?- le domandò cercando di incuriosirla.
-Immagino per lavoro- replicò la donna ancora inebriata da quella seducente fragranza.
– Dovrò scrivere la biografia di Justin Welsh, il campione olimpionico di atletica leggera-
-Ma è meraviglioso!- esclamò entusiasta - Mi raccomando, fatti pagare un acconto prima di iniziare il lavoro. Non vorrei che prendessi un’altra fregatura com’è accaduto con quel sedicente scienziato-
-Mamma, dai…non ricordarmelo ogni volta. Ho imparato la lezione. Non capiterà più che qualcuno mi faccia lavorare per un anno e poi sparisca senza pagarmi il compenso- e poi aggiunse sottovoce -Questa volta mi hanno addirittura già pagato l’anticipo-
-Bene- rispose la donna alzandosi dalla poltrona e andandosi a sedere sul bordo della fontana accanto alla figlia -Lo sai come la penso riguardo al tuo lavoro. Non sono totalmente contraria come tuo padre, però non ti nascondo che avrei preferito che avessi scelto di portare avanti con me la galleria, piuttosto che buttarti a capofitto in un’attività che presenta molti inconvenienti-
-Tutti i lavori presentano degli inconvenienti, mamma, e questo non ne ha certo più di altri. Lo sai che ho sempre amato scrivere e che non sarei stata adatta a gestire insieme a te la galleria. Ne abbiamo parlato un’infinità di volte-
-Sì, sì…so bene come la pensi, però non capisco perché non firmi i libri che scrivi e fai risultare che gli autori siano i tuoi clienti. Molti di loro non sanno nemmeno esprimersi in un italiano corretto, figuriamoci scrivere-
-Te l’ho già spiegato tante volte: l’anonimato fa parte del mio lavoro. E’ la regola numero uno dello “scrittore fantasma” quella di agire in incognito-
-Sarà – affermò la madre dubbiosa - Comunque, l’ultima cosa che voglio è stare a discutere con te, anche perché so che è impossibile farti cambiare idea. La tua scelta l’hai fatta e non importa se io e tuo padre non la condividiamo, l’importante è che tu sia felice-
Ophelia le sorrise e le strinse la mano.
Restarono in silenzio per qualche istante, facendosi cullare dalla brezza del vento, finché il rumore metallico di una sega elettrica le riportò bruscamente alla realtà.
-Dev’essere Ernesto che sta sistemando la siepe. Ci tiene che sia sempre perfetta-
La ragazza guardò l’orologio.
-Mamma, si è fatto tardi. Devo ancora preparare i bagagli e organizzare tutto prima della partenza. Ti chiamo appena arrivo a Parigi. Salutami tanto papà appena lo senti-
-Sarà fatto, honey. Vai pure se devi, io rimango qui ancora un po’ a godermi questo meraviglioso sole. Grazie ancora per lo splendido regalo-
Ophelia abbracciò sua madre e si incamminò verso il grande spiazzo dove aveva parcheggiato l’automobile. Ernesto non era più lì, ma accanto alla siepe di bosso i tulipani svettavano dritti verso il cielo. Sembravano tanti soldatini, uno in fila all’altro, ciascuno sorretto dal proprio paletto.
Bravo Ernesto. Ottimo lavoro! pensò mentre, sorridendo, saliva sulla sua Mini Cooper rossa.
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ESISTENZA NEGATA di Stefania Romito - Editrice Alcyone
Il nuovo serial e-book in otto imperdibili episodi in uscita in anteprima ogni 20 del mese sulle principali piattaforme di vendita di libri on line (Amazon, Ibs, Lafeltrinelli, Bookrepublic, ecc.).
Caro Lettore, arrivederci al prossimo appuntamento letterario.