Questa settimana voglio darvi lo spunto per una nuova gita "fuori porta", segnalandovi una mostra fotografica, inaugurata il 3 Marzo a Bologna, dedicata ad una donna la cui storia mi ha sempre affascinata: Vivian Maier, uno dei talenti più sorprendenti della street-photography del Novecento.
L'artista, che per anni lavora come "tata" in diverse famiglie benestanti, muore in solitudine e in disgrazia nel 2009,
all'età di 83 anni e tutto il suo lavoro (dal 1926 al 2009) è rimasto nell’ombra fino al 2007,
quando John Maloof, figlio di un rigattiere,trovandosi in difficoltà durante la stesura di un libro storico su Chicago, inizia la sua ricerca di
materiale fotografico per illustrare il volume.
Ad un'asta di quartiere, per 400 dollari, Maloof compra il baule in cui la Maier aveva raccolto tutti i suoi scatti (baule che, poverissima, dovette vendere insieme ad altri
oggetti di casa ) lasciando così, inconsapevolmente, tra le mani dell'uomo il più grande tesoro fotografico nascosto del secondo Novecento:
una miniera di fotografie in bianco e nero e a colori che raccontano, con i loro tagli obliqui e un uso sapiente della macchia fotografica,
la cronaca su strada di diverse città americane, tra cui Chicago, Los Angeles, News York.
Tra i volti che la fotografa catturò ci son quelli di bambini, innamorati che passeggiano, mendicanti, operai e la maggior parte di queste fotografie,
specie quelle su Chicago, sono state scattate mentre Vivian accudiva i figli che le erano stati affidati, altre sono state fatte nei suoi rari momenti liberi.
La mostra dal titolo "Vivian Maier. La fotografa ritrovata"che conta ben 120 foto, è stata realizzata da Palazzo Pallavicini curata da Anne Morin di DiChroma Photography
proprio sulla base dell’archivio Maloof Collection e della Howard Greendberg Gallery di New York e Sarà visibile fino al 27 Maggio2018.
Perderla sarebbe davvero un peccato!