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Ufficio, addio? Solo in Italia sembra una sciocchezza.

lo “smart working” prende piede.

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Parlavo ieri con un collega e ci raccontavamo della passione per il mare, della pace e tranquillità che ci trasmette, del piacere di ascoltare il silenzio intorno.

Ironicamente dissi: ”vedrai un giorno lavorerò con il mio pc da una barca a vela, non avrò più bisogno di un ufficio, con internet i miei clienti non avranno più bisogno di me in studio, un’ app sul loro cellulare mi sostituirà, il mio compito sarà svolto in ogni angolo del mondo”.

Ufficio, addio?
Solo in Italia sembra una sciocchezza.

Invece lo  “smart working” prende piede, professionisti appostati in bar e biblioteche, abitazioni private e aree a uso e consumo del co-working.  Un vero salto fuori dalle rigidità aziendali che si traduce in: ”più tempo per sé, più qualità della vita, più produttività, meno stress e meno inquinamento”. Secondo il futuro dell’organizzazione del lavoro passa necessariamente da qui: lì dove il lavoro incontra le nuove tecnologie, infatti, nascono occasioni che non possiamo permetterci di ignorare e che ci portano a un importante cambiamento di mentalità.

La mia curiosità mi spinge a fare qualche ricerca ed ecco che numerose ricerche dimostrano che chi lavora fuori dell’azienda è mediamente più produttivo dei dipendenti che sono in ufficio (grandi aziende internazionali riportano un aumento di produttività del 35-40%), si assenta meno (circa il 63% di assenteismo in meno) ed è sicuramente più soddisfatto, riducendo così le possibilità che decida di lasciare l’azienda, costringendo quest’ultima a investire risorse nella formazione di una nuova persona.

Non solo: una recente ricerca prodotta dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano stima che l’adozione di pratiche di smart working in Italia potrebbe significare 27 miliardi in più di produttività e 10 miliardi in meno di costi fissi.  Ma la strada in Italia è ancora in salita: il 67% delle aziende ha attivato qualche iniziativa ma solo l’8% adotta realmente un modello efficiente di Smart Working, introducendo strumenti tecnologici digitali, adeguate policy organizzative, nuovi comportamenti organizzativi e layout fisici degli spazi.

Le tecnologie più utilizzate per abilitare lo Smart Working in Italia sono quelle della UCC (Unified Communication & Collaboration), usate  già dal 70% delle aziende, in particolare infrastrutture VoIP e strumenti di webconference e instant messaging. Seguono  App diffuse nel 51% delle aziende, anche se il numero di applicazioni accessibili da Mobile è ancora limitato, e iniziative Social presenti in un quarto delle aziende. Un numero crescente di applicazioni si sta spostando anche verso il Cloud Computing,  fondamentale per garantire l’accessibilità a dati e applicazioni da qualunque luogo e con qualsiasi device.

Per cambiare le modalità di lavoro in modo efficace bisogna agire anche sui comportamenti delle persone e sugli stili di leadership dei manager.
Si sta comunque diffondendo l’abitudine a lavorare in luoghi diversi dall’ufficio tra impiegati, quadri e dirigenti: in mobilità, fuori sede, presso i clienti.
I risultati e l’analisi dei casi  mostrano un cammino che, per quanto ancora lungo e non privo di barriere mentali e logistiche, non può essere eluso, perché è in grado di rendere le imprese più competitive ed efficaci nel rispondere alle nuove esigenze delle persone.

Io continuo a pensarci……

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