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Teoricamente devo avviare un impresa ma Pratic@Mente cosa devo fare?

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Costruiamo una scala partendo dal primo gradino:

Forma societaria, burocrazia, tasse, numeri, personale, attrezzature. Ecco tutte le voci che deve conosce e capire chi avvia un' impresa.

Un passo fondamentale per chi si accinge a mettersi in proprio è sicuramente quello della scelta della forma giuridica da dare alla propria impresa.

Una decisione che avrà significative conseguenze sul futuro dell'azienda.

Chi volesse iniziare un'attività di lavoro autonomo o di impresa con Partita  IVA e' consigliato IL REGIME AGEVOLATO DEI “CONTRIBUENTI MINIMI”.

Chi sono i contribuenti minimi?

Imprese individuali e professionisti non associati che:
1) nell’anno precedente:
• hanno conseguito ricavi o compensi non superiori a 30.000 euro;
• non hanno avuto lavoratori dipendenti o collaboratori (anche a progetto);
• non hanno effettuato cessioni all'esportazione;
• non hanno erogato utili da partecipazione agli associati con apporto di solo lavoro;
2) nel triennio precedente non hanno effettuato acquisti di beni strumentali per un ammontare superiore a 15.000 euro;
3) iniziano l’attività e presumono di possedere i requisiti di cui ai punti 1) e 2).

Se il tipo di attività che si vuole svolgere sviluppa importi maggiori e' consigliato fondare una società (si limita  il rischio di impresa).

Una possibilità è' costituire una Srl.

Per costituire una Srl in Italia è possibile scegliere tra due diversi tipi di società a responsabilità limitata: oltre a quella tradizionale, regolamentata dal Codice Civile, esiste infatti la cosiddetta Srl a 1 Euro (capitale minimo di un euro),  formula agevolata e senza vincoli e requisiti di età.

La disciplina di riferimento è quella della Srl semplificata (Srls), che ha inglobato la Srl a capitale ridotto (Srlcr).

Le Srl semplificata non richiede ai soci costituendi limiti minimi di età (è stata eliminata la soglia dei 35 anni), abolendo anche l’originario obbligo di scegliere come amministratori soltanto giovani soci.

Rimossi infine, anche gli obblighi di vigilanza del Consiglio Nazionale del Notariato. Restano invece:

Requisito di capitale da 1 a  9.999 euro.

Soci ammissibili una o più persone fisiche.

Capitale sociale sottoscritto e interamente versato all’atto della costituzione.

Denominazione sociale indicata in atto costitutivo, corrispondenza della società e spazio elettronico destinato alla comunicazione telematica ad accesso pubblico (“società a responsabilità limitata semplificata“), assieme ad ammontare del capitale sottoscritto e versato, sede della società e ufficio del registro delle imprese presso cui è iscritta.

Oggi è finita l’era dell’imprenditore che improvvisa: è chiaro che fare l’imprenditore è di per sé un mestiere, con conoscenze di base e competenze specifiche, che si possono acquisire, oltre che ereditare.

Rispetto al passato, l’imprenditore di oggi ha la necessità di entrare nel settore già preparato, conscio del proprio ruolo, non potendosi permettere di apprendere solo sul campo e attraverso gli errori.

Il nuovo imprenditore, quindi, deve esplorare e studiare la futura attività, soprattutto attraverso un’attività di formazione e di ricerca.

Il documento che simboleggia il nuovo profilo dell’imprenditore è il business plan, ovvero il piano d’impresa o piano di fattibilità.

Il nuovo imprenditore, infatti, ha bisogno di una cartina e di un giornale di bordo per affrontare il viaggio nella creazione d’impresa (e nella successiva gestione).

Il business plan è il risultato di una attività di ricerca e pianificazione: guida la maturazione dell’imprenditore e la preparazione dell’ingresso in un settore.

Il business plan, inoltre, essendo il documento che descrive l’idea imprenditoriale e che ne documenta la fattibilità, permette ai terzi la valutazione dell’idea imprenditoriale e delle sue opportunità di successo.

Esso rappresenta il modo più efficace per presentare l’impresa ad eventuali finanziatori o comunque soggetti economici interessati.

La sua redazione viene spesso affidata a professionisti specializzati.

Se l'impresa si avvale di personale tocchiamo una nota dolente.

Ma quanto costa assumere un dipendente?

Una cifra esatta non c’è, il costo varia in base alla tipologia contrattuale, al settore dove opera l’azienda (commercio, artigianato, agricoltura, professioni ed arti, ecc..), alla durata (tempo determinato o indeterminato), se il dipendente deve essere assunto full-time o part-time, alla mansione svolta e soprattutto a possibili agevolazioni a cui si può far ricorso per abbattere il costo del personale.

Mi riferisco in quest’ultimo caso alla legge 407/90.

L’azienda che intende assumere un lavoratore dipendente, sia full-time che part-time, che risulti essere disoccupato da più di 24 mesi, potrà beneficiare di uno sgravio contributivo del 50% per un periodo di 36 mesi, aumentato al 100% per le aziende operanti nel Mezzogiorno e per le imprese artigiane.

Oltre allo stipendio c’è poi da considerare tutta una serie di oneri sociali, ovvero i contributi da versare a INPS, INAIL ecc...

Nel 2013, per un azienda operante nel settore del commercio, con meno di 50 dipendenti, e nel caso di contratti a tempo determinato, la tassazione complessiva a carico delle imprese è stata stimata al 39,57% (9,19% a carico del lavoratore).

Gestire tutti gli adempimenti burocratici necessari all'avvio di un'impresa e' complicato, con alte probabilità di errore.

A tal fine e' indispensabile il supporto di un commercialista.

 

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