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Il Trust tra una tazza di The Lipton e l’America’s Cup:

Per meglio far comprendere ai nostri lettori di cosa parliamo facciamo una breve cronistoria.

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Il Trust  tra una tazza di The Lipton e l’America’s Cup:

Che l’impiego del trust non sia relegato solo nell’ambito della famiglia o delle operazioni commerciali, ma che viva attraverso utilizzazioni inimmaginabili, lo si può evincere da una ammirevole applicazione al trust che dal 1857 ai giorni nostri detiene l’America’s Cup.

Per meglio far comprendere ai nostri lettori di cosa parliamo facciamo una breve cronistoria.
Nell’anno 1851 si teneva a Londra la prima grande Esposizione Universale.
I membri dello Yacht Club di New York decisero di intrattenere i frequentatori di tale evento offrendogli nelle giornate festive una gara di vela.
In tale occasione il Royal Yacht Squadron il 22 agosto 1851 organizzò lo schooner “America” che affrontò, vincendo, con ben otto minuti di vantaggio, diciassette imbarcazioni britanniche.

Alla regina Vittoria, che informatasi su chi fosse arrivato per secondo venne risposto: " there is not second, your Myesty"... dando inizio a quell’epica retorica che solo i vincitori sono ricordati.

Questa prima edizione non fu indenne da proteste da parte degli equipaggi britannici i quali contestarono ad “America” di aver doppiato il Capo del Faro di Nab tagliando l’angolo.
Tale protesta fu respinta perché non vi erano state delle regole definite per cui non vi era stata alcuna violazione.
Nel 1887 George Schuyler, ultimo sopravvissuto dei sei proprietari di America e detentore della Coppa vinta nel 1851, decise di trasferirla in trust, attraverso il Deed of Gift, allo Yacht Club di New York.

Con la condizione che ogni Yacht Club straniero avesse la possibilità e il diritto di gareggiare per questa coppa contro il detentore.
Ciò al fine di preservare in perpetuo grazie a tale competizione l’amicizia tra i competitori dei Paesi stranieri.

Schuyler dettò le prime regole dell’America’s Cup che ancora oggi sono vigenti quali:
a) che la Coppa debba essere tenuta in custodia dal vincitore; b) che avrebbero potuto gareggiare solo Yacht Club e non altri soggetti; c) che il vincitore dell’edizione precedente (Defender) concordasse le condizioni della nuova sfida con chi per primo lo avesse sfidato.

Siamo quindi di fronte ad un trust cosiddetto charitable, istituito per perseguire uno scopo che è quello di diffondere l’amicizia tra i Paesi, i valori dell’agonismo e la detenzione della Coppa.
Beneficiari di tale trust sono tutti coloro i quali hanno la possibilità, quali Yacht Club, di beneficiare della possibilità di gareggiare.
Una nota di colore è quella che se oggi molti di noi a metà pomeriggio sorseggiano the Lipton lo si deve grazie a questa idea iniziale.

Infatti gli inglesi, rimasti duramente colpiti dalla forza degli avversari americani, decisero di armare equipaggi sempre più preparati e costruire imbarcazioni sempre più avveniristiche.
Uno degli sfidanti più famosi fu il barone del the Sir Thomas Lipton che organizzò cinque sfide tra il 1899 e il 1933 con yacht chiamati Shamrock, ma ciò che spinse Sir  Lipton a gareggiare non fu solo il farsi pubblicità per il suo The, ma anche l’adempiere alla richiesta fattagli espressamente dal principe del Galles.

Il trust quindi vive nella storia e continua a stupire per la sua attenzione a cause meritevoli di tutela di cui abbiamo sempre bisogno.

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