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INVERNO SUL MAR ROSSO

Ritorno a Dahab dopo le festività natalizie.

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Per voi una pagina dl diario del 2011. Così è come ho vissuto ogni inverno a Dahab negli ultimi nove anni.

"D’inverno nei posti del sud le persone si coprono con giacche estratte da altri tempi e con panni di ventura. L’immagine non conta, conta solo contrastare la burrasca. Ciò conferisce loro quell’aspetto provvisorio, sparuto, quell’aria inclinata di gennaio e febbraio, inclinata verso lo sbalordimento.

M’indirizzo a fare una cosa alla volta. A rispettare il piano della giornata che fino ad oggi puntualmente avevo modificato in corso d’opera. A non ascoltare più le sirene delle diramazioni in cui fino all’anno vecchio mi perdevo. C’è la via maestra. Ed è quando per stasi imposta l’energia in eccesso esplode in scrittura.

Disciplina non è orari fissi: il tempo è un’invenzione. Disciplina è l’accettazione che il tempo non esiste e la forza di nuotare ogni giorno attraverso una libertà totale, evitando di disperdere.

L'inverno di mare ha un sapore di risacca e di cose spettinate. Agita le solitudini e placa ogni turbamento, nutre con l'essenzialità delle forze fondamentali e di una luce sfrontata in cui si riconosce la propria verità. Sulla spuma del mare rotolano le tensioni e terminano i brividi. Spuntano stelle al cambio delle maree. Stanotte il vento arriva dal deserto..."

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