Colombia, la storica firma di pace
Un "baligrafo", una penna costruita con una pallottola per sancire la pace in Colombia.
Il presidente Juan Manuel Santos ha posto forse la firma più importante di tutta la sua carriera politica ricorrendo alla alla simbologia.
Ha fatto preparare una stilografica particolare creata con uno dei proiettili della guerra che per 52 anni ha devastato il Paese.
Assieme a Rodrigo Londoño, alias Timochenko, attuale capo delle Farc, entrambi vestiti di bianco, hanno firmato lo storico accordo sulle note dell'Inno alla gioia di Beethoven.
E' stata una cerimonia piena di simboli quella che ha accompagnato la firma dello storico accordo di pace tra il governo di Bogotà e le forze armate rivoluzionarie della Colombia, che pone fine a 52 anni di conflitto armato.
La Colombia festeggia e con essa tutto il mondo perché ora c'è una guerra in meno nel mondo, ha dichiarato nel suo intervento il presidente colombiano Santos. "Raggiungeremo tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati, supereremo ogni ostacolo e trasformeremo il nostro paese nel paese che abbiamo sempre sognato: un paese in pace”- ha proseguito Santos - La Colombia manda un messaggio al mondo: no more war, mai più guerre".
E la folla entusiasta ha ripetuto scandendo le parole del presidente: "No more war".
Alla cerimonia della firma dell'accordo di pace hanno partecipato circa 2.500 persone, 15 capi di Stato, 27 ministri degli Esteri, i rappresentanti della Banca Mondiale, del Fmi, dell'Unione Europea, dell'Onu e dello Stato del Vaticano,tra cui il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il segretario di Stato americano John Kerry e il presidente cubano Raul Castro.
"Ora potete guardare al futuro con ottimismo, state esortando i colombiani a vivere in pace", ha detto Ban Ki-moon.
Kerry ha elogiato Santos per gli sforzi compiuti per garantire l'accordo e ha promesso 390 milioni di dollari per aiutare il governo nella fase di attuazione.
Washington non ha rimosso, però, le Farc dalla lista delle organizzazioni terroristiche, ma è pronta a farlo dopo che l'accordo di pace sarà attuato.
Diversa la posizione dell'Europa. "La Colombia manda un messaggio di pace. L'Unione Europea dà il suo appoggio e sospende le Farc dalle lista delle organizzazioni terroristiche", ha scritto l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini su Twitter.
L'accordo giunge dopo quattro anni di negoziati all'Avana, Cuba, tra il governo di Santos e i ribelli, e sarà sottoposto al voto dei cittadini con un referendum in programma domenica 2 ottobre. I sondaggi indicano che la maggioranza dei colombiani voterà a favore, sebbene vi sia un nutrito fronte del no guidato dall'ex presidente Alvaro Uribe.
Alcuni contestano il fatto che ai ribelli delle Farc sia garantito l'accesso al Parlamento (per due mandati consecutivi, fino al 2022), senza che aver pagato per i crimini commessi in tempi di guerra.
I ribelli della Farc per 180 giorni saranno ospitati in 23 zone di sicurezza e otto accampamenti dove decine di comitati li aiuteranno a ritrovare una nuova dimensione e una nuova vita.
Chi ha combattuto per dieci, forse vent'anni, in mezzo alla giungla, senza alcun contatto con la realtà di un Paese diverso, evoluto, giovane, proiettato verso un futuro che non ha alcun legame con il passato, non è in grado di lasciare tutto e cambiare esistenza.
Ha bisogno di trovare un lavoro, di andare a scuola, formare magari una famiglia, avere un uomo o una donna, dei figli; adattarsi a un mondo che non conosce.
Deve anche essere protetto le vendette e le ritorsioni sono sempre in agguato.
In mezzo secolo, in Colombia, c'è stato molto sangue.
Questa assurda guerra, iniziata nel 1948 con l'assassinio del candidato liberale alla presidenza Jorge Eliécer Gaitán, e proseguita nel 1964 con la nascita delle Farc, ha prodotto 218 mila morti, 25 mila sequestri, 130 mila feriti da mine.
Oltre a 75 mila persone che hanno perso i loro beni, 1.800 donne violentate, sette milioni di sfollati.
Un orrore che può essere paragonato a quello vissuto, negli ultimi anni, dai siriani.
E' la prima volta che Timochenko si rivolgeva al paese in diretta televisiva. Il leader delle Farc ha promesso che le forze armate rivoluzionarie hanno abbandonato la lotta armata e ha aggiunto: "Vorrei chiedere perdono per tutto il dolore che questa guerra ha generato".
Il leader dei ribelli ha spiegato che le Farc, divenute il braccio armato del partito comunista colombiano, continueranno a fare politica e daranno il loro contributo alla riconciliazione e alla costruzione della pace.
Gloria Janet Perilla