Supremi itinerari della trascendenza; Inverosimile approssimazione al vero.
Con queste e molte altre parole Aldo Colonnello descrive la sua amica e poetessa Alda Merini.
Il 20 novembre allo Spazio Contemporaneo Carlo Talamucci la forte figura della poetessa è stata tracciata attraverso i ricordi di Aldo Colonnello, che ha ripercorso l’inizio e gli sviluppi della loro conoscenza, ed è stata focalizzata per mezzo della lettura delle sue poesie con la voce di Roberto Brivio.
Alda Merini aveva con la poesia un rapporto metafisico che la portò, nel corso dei suoi ultimi anni, a non trascrivere più le parole che in un trascendente trasporto venivano da lei visualizzate nella sua mente, ma a dettarle. “Andavo ormai sempre in giro con taccuino e penna per poter fissare le parole che docili uscivano dalla sua bocca. Lei dettava e bisognava essere pronti alla dettatura” afferma Aldo Colonnello.
L’incontro di Alda Merini con Aldo Colonnello avvenne nel 2006 in Ripa di Porta Ticinese, al numero civico 47. All’interno della casa della poetessa che, come la Merini stessa, portava i segni inconfondibili della poesia, riferimenti al mondo di Alda. Lei abitava al secondo piano di una casa di ringhiera.
L’interno dell’appartamento si presentò subito alla vista con gli elementi peculiari di Alda Merini: il pianoforte nel salotto che la Merini aveva imparato a suonare da sola e la camera da letto in cui riceveva amici e grandi nomi che andavano a trovarla. Ciò che balzò subito all’attenzione dell’operatore culturale Aldo Colonnello fu il contrasto cromatico all’interno della camera.
“Sei distinto, ma chi sei?” chiese lei.
Furono le prime parole che Alda Merini rivolse, subito seguite dalla risposte che Aldo le diede.
“Sono qui per invitarla ad una serata di beneficenza al Teatro Carcano”.
Lettura di alcune pagine del Magnificat e la frase: “mi chiami, mi telefoni e le dirò se vengo”. Tra Alda Merini e Aldo Colonnello si creerà un intenso rapporto che li porterà ad una conoscenza reciproca profonda e tenace.
“Si ricordi che gli amici devono telefonare” disse Alda durante la prima telefonata che fece ad Aldo.
L’essenza religiosa della Merini colpisce quanto il verseggiare dei suoi poemi. La generosità e la genialità della poetessa sono gli elementi che contraddistinguono non solo la sua persona, ma i suoi stessi versi, e dalla lettura delle sue parole si può capire il livello della sua capacità comunicativa e spirituale.
Io non mi giustifico. Mistica d'amore. Evento di Via Rovani. Roberto Brivio ha letto alcune poesie di Alda Merini che Aldo Colonnello ha spiegato tracciandole nel contesto della loro conoscenza e del loro incontro.
“La solidarietà per avere senso deve farsi gesto, altrimenti rimane parola”. Lei faceva diventare parte del proprio destino l’Altro che non rimaneva estraneo, in quanto altro, ma si trasformava nel corpo del di lei destino.
46 è il numero degli elettroshock inflitti ad Alda. Da grande frequentatrice del dolore, ha saputo trasformare la sofferenza in percorso e il tragitto compiuto è stato fondamentale per la nascita della speranza, mediante un concetto di continuità radicato nel cammino dell’uomo il cui destino, di natura sempre infinita, assume il connotato di gioia finale.
Sapeva cogliere il sacro contaminandosi anche profondamente con la vita. Erano le cose umili che la ponevano di fronte alla sacralità della vita.
Aldo Colonnello descrive Alda Merini, il loro incontro e l'intreccio dei loro destini, nel libro "Alda Merini - la poetessa dei Navigli".